Il principio di accountability alla base della rendicontazione sociale nelle Istituzioni Scolastiche


Come è noto, con la rendicontazione sociale si realizza la fase conclusiva del ciclo di valutazione delle Scuole, secondo quanto previsto dal D.P.R. 80/2013.

Con la recentissima nota n. 17832, del 16/10/2018, il MIUR, oltre a dettare alcune indicazioni generali per la predisposizione del PTOF 2019/2022, “documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche”, grazie al quale si realizza il confronto e la partecipazione tra tutte le componenti dell’“universo” scuola (personale, famiglie e studenti) e le “diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio”, ha altresì fornito le prime informazioni per la predisposizione della Rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie, prevista dall’art. 6, comma 1, lett. d) del D.P.R. 80/2013.

Al fine di armonizzare e allineare la tempistica del RAV con quella del Piano triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), la rendicontazione sociale va quindi intrapresa al termine dell’anno scolastico 2018/19 con l’analisi dei risultati raggiunti in riferimento alle azioni realizzate per il miglioramento degli esiti. L’effettivo procedimento di rendicontazione, da realizzare attraverso la “pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti”, sarà poi effettuato entro dicembre 2019.

Con un’ulteriore nota pubblicata il 22/05/2019, il MIUR ha infine dettato la sequenza logica cui deve attenersi ogni istituzione scolastica:

  1. verificare con la Rendicontazione sociale il percorso svolto nella triennalità precedente;
  2. individuare le priorità da perseguire nella successiva triennalità attraverso il RAV;
  3. pianificare il miglioramento con il PdM, al fine di definire l’offerta formativa con il nuovo PTOF in cui deve essere indicato il medesimo PdM.

Con la rendicontazione, quindi, vengono resi noti i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi di miglioramento e vengono orientate le scelte future, secondo la sequenza sopra riportata. Per la prima volta, tutte le scuole sono chiamate a rendere conto dei risultati raggiunti con riferimento alle priorità e ai traguardi individuati al termine del processo di autovalutazione. La rendicontazione dovrà essere predisposta in un’apposita piattaforma di riferimento, che sarà resa disponibile, all’interno del portale del Sistema nazionale di valutazione (SNV), dal 30 maggio al 31 dicembre 2019. L’attività di rendicontazione dovrà concludersi entro il mese di dicembre 2019 con la pubblicazione della medesima nel portale “Scuola in Chiaro”, eccettuate situazioni particolari per le quali viene indicata una diversa tempistica nella “Nota metodologica e guida operativa” presente in piattaforma.

Alla base del processo della rendicontazione sociale, il cui concetto – giova ricordarlo – è entrato nel quadro ordinamentale italiano solo di recente, con il D. Lgs. 150/2009 e, per quel che riguarda più da vicino la scuola, con il D.P.R. 80/2013, troviamo un principio, quello della c.d. “accountability”, che va declinato in una logica non meramente amministrativa (logica dell’adempimento), in forza della quale la rendicontazione sociale è imposta in modo centralistico e uniforme a tutti gli istituti scolastici secondo schemi rigidamente prestabiliti a fini di controllo e comparabilità, ma gestionale (responsabilità nel raggiungimento degli obiettivi) e cooperativa. In tale logica, la scuola dà conto ed evidenza dei risultati di gestione conseguiti, all’esterno prima ancora che al suo interno, e la rendicontazione sociale recupera una fondamentale dimensione di condivisione, caratterizzandosi come un processo volontario che nasce dalla consapevolezza del dovere di render conto ai portatori di interessi (stakeholder) circa l’uso che viene fatto dell’autonomia scolastica.

Il D.P.R. 80/2013 definisce la fase di rendicontazione sociale in questi termini: “pubblicazione, diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza”. In tale contesto normativo, il riferimento alla comunità di appartenenza è esplicito ed è interpretato in chiave di trasparenza e di condivisione e promozione al miglioramento. In quest’ottica, Il D.P.R. 80/2013 pone alle scuole un traguardo ambizioso, da raggiungere come ultima fase del Sistema Nazionale di Valutazione, in una prospettiva non statica e definitiva, come punto di arrivo acquisito una volta per tutte, ma dinamica e in continuo divenire, in una spirale di crescita in vista della quale il riesame degli esiti raggiunti è alla base del piano di miglioramento della scuola. In tale prospettiva, la rendicontazione sociale assolve al fondamentale obiettivo di dimostrare ai “portatori di interesse” e alla comunità sociale di appartenenza che gli obiettivi strategici adottati nel PTOF sono stati perseguiti e che grazie ad essi la scuola ha prodotto del “valore aggiunto”.

L’azione di rendicontazione sociale deve quindi essere orientata al senso di responsabilità (accountability), come già messo in evidenza dalla Direttiva del DFP del 17/2/2006, relativa all’applicazione nelle pubbliche amministrazioni del bilancio sociale: ogni Istituzione è responsabile degli effetti che la propria azione produce nei confronti dei suoi interlocutori e della comunità; di conseguenza, dalla responsabilità discende il dovere di dar conto della propria azione ai diversi interlocutori (in primis agli studenti e alle loro famiglie, ma anche agli enti pubblici e ai soggetti privati – imprese, associazioni, fondazioni … -, fino ai comuni cittadini), costruendo con essi un dialogo permanente e un rapporto fiduciario.

In generale, “accountability” significa quindi “render conto” e, di conseguenza, “assumersi la responsabilità di ciò che si dichiara”. Può essere in sintesi definita come l’azione e il conseguente impegno di una organizzazione di dare conto delle scelte effettuate, delle attività intraprese e dei vantaggi realizzati per i propri interlocutori. Per le organizzazioni sia pubbliche che private, “accountability” indica la realizzazione di un sistema di responsabilità che rende chiare ed evidenti le relazioni esistenti tra le scelte e le decisioni prese, le attività realizzate e i parametri di controllo degli effetti e dei risultati, attraverso indicatori misurabili e confrontabili in senso qualitativo e quantitativo. Tale azione consente all’organizzazione di dare conto ai cittadini del proprio operato, rendendo trasparenti e comprensibili all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti per lo sviluppo sostenibile del territorio e della comunità di riferimento. Gli strumenti di accountability sono strumenti capaci di avviare un processo di cambiamento e di miglioramento dell’attività delle amministrazioni pubbliche e delle organizzazioni in generale, e al tempo stesso in grado di contribuire a rendere la loro azione sempre più in sintonia con le esigenze dei cittadini – nella logica del principio di sussidiarietà – e sempre più efficace nella realizzazione degli impegni assunti. Diventare più “accountable”, aumentare il proprio livello di “accountability” significa, quindi, essere più responsabili ed efficaci agli occhi della società e della collettività di riferimento.

Nello specifico, per quel che concerne le Istituzioni scolastiche, la rendicontazione sociale è fortemente connotata dalle caratteristiche del contesto di riferimento ed è bene che sia lasciata all’autonomia delle singole scuole. In una scuola che si autoregolamenta attraverso un proprio Statuto, la rendicontazione è infatti elemento costituente l’autonomia stessa, in quanto è uno strumento al servizio dell’autonomia scolastica e dei processi di valutazione. Nella costruzione del bilancio sociale, la scuola deve quindi svolgere un ruolo attivo, esplicitando la sua visione etico-culturale, i valori sui quali ha deciso di investire le sue risorse, il patto da stipulare con gli stakeholder; deve inoltre predisporre alla formazione e alla consapevole condivisione di una cultura della responsabilità e dell’accountability tutto il personale scolastico; deve avere a disposizione una struttura organizzativa coerente con gli esiti della valutazione e del monitoraggio dei risultati e funzionale alla rendicontazione e alla divulgazione di tali risultati; deve infine tenere soprattutto conto del livello di impatto o di efficacia sociale e delle conseguenze, per la comunità di riferimento, derivanti dalla produzione del peculiare “output” didattico che le è proprio, vale a dire la qualità del servizio educativo erogato.

In tale prospettiva, emerge oggi con sempre maggior forza anche nel mondo della scuola l’esigenza di “rendicontare”, di dimostrare agli stakeholder in modo trasparente il livello sia qualitativo che quantitativo delle attività scolastiche progettate e attuate in una logica sistemica, nonché il “guadagno educativo” che la scuola è capace di assicurare, valorizzando al meglio le risorse a disposizione (finanziarie, strumentali, umane, di contesto sociale) e stipulando con tutti i “portatori di interesse” un nuovo patto sociale, in vista del successo formativo degli studenti.

L’avvio di un percorso di rendicontazione sociale è quindi, per la scuola, un’importante occasione per riflettere sistematicamente su se stessa, sui propri valori e obiettivi, sulla propria missione, per promuovere innovazione e miglioramento delle proprie prestazioni, per identificare i propri stakeholder e attivare con essi significativi momenti di dialogo, di confronto, di partecipazione e di collaborazione. Come osserva Damiano Previtali, “la qualità del processo di rendicontazione incide direttamente sulla capacità […] di rispondere alle esigenze conoscitive dei diversi interlocutori e di costruire con essi un dialogo permanente, dando piena attuazione al principio della responsabilità sociale” (“La scuola con valore sociale sussidiarietà e rendicontazione sociale nelle scuole dell’autonomia”).

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