Scuola e sostenibilità: dal globale al “sensibile vicino”


L’Agenda 2030 dell’ONU nasce dalla constatazione che il modello attuale di vita dei popoli è insostenibile da un punto di vista sociale, ambientale ed economico. I governi, la società civile e i singoli devono orientarsi verso un modello di sviluppo sostenibile che costringe necessariamente a rivedere il proprio modo di essere cittadino terrestre; più che definire una priorità si tratta di adottare un’ottica trasversale e multidimensionale sul medio e lungo periodo. La strategia nazionale del nostro Paese per lo sviluppo sostenibile ha rivisto i suoi contenuti in rapporto all’Agenda 2030, coinvolgendo il MIUR in molte delle scelte strategiche, puntando sulla considerazione che il sapere è un elemento trasversale per il cambiamento e un’istruzione di qualità poggia necessariamente sull’educazione, la consapevolezza e la comunicazione.

Nel 2017 è nato un gruppo di lavoro coordinato da Enrico Giovannini per dare concretezza agli impegni dell’Agenda attraverso la formulazione di proposte, ed un Piano di Azione che fa della sostenibilità un asse importante delle politiche del MIUR, si tratta di 20 azioni in 4 macroaree: l’edilizia e gli ambienti, la didattica e la formazione dei docenti, l’università e la ricerca, l’informazione e la comunicazione. Sono state previste altrettante risorse cui le scuole possono attingere: dalla legge 440, orientata sugli obiettivi dell’Agenda, alla programmazione PON, le linee guida al comma 16 della legge 107/2015 e le linee guida per l’educazione alla sostenibilità.

Sono stati predisposti protocolli per l’Alternanza Scuola Lavoro con l’ENEA per percorsi durante i quali le studentesse e gli studenti potessero partecipare a progetti di valutazione energetica delle scuole; previsti hackathon per le superiori sull’Agenda 2030, per stimolare gli studenti a costruire l’Agenda della propria scuola con azioni e progetti.

All’interno delle istituzioni scolastiche occorre dunque tenere in considerazione questi nuovi sviluppi, orientando la progettualità del PTOF all’educazione alla sostenibilità e prevedendo nel Piano della formazione dei docenti opportuni moduli formativi su questo argomento. Una pratica di sviluppo di questi percorsi è senz’altro il service learning che, agganciato allo sviluppo delle competenze di cittadinanza, offre notevoli spunti per la costruzione di una progettazione basata su compiti autentici e buone prassi.

Il coinvolgimento del territorio è fondamentale a tutti i livelli dell’istruzione, merita rilievo a tal proposito un’iniziativa della scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo Altipiano di Trieste (Scuola di Banne), da sempre attenta ai temi ambientali e al benessere relazionale; si è cimentata già in passato nel riciclo dei materiali della mensa, fornendosi di appositi contenitori per il compost da riutilizzare negli orti scolastici, di azioni di educazione al risparmio energetico, tramite manifestazioni e marce quali “Mi illumino di meno” e di azioni volte a sostenere la genitorialità e indirettamente la comunità dei piccoli. Il coinvolgimento degli alunni in queste tematiche a partire dalla scuola dell’infanzia e dal “sensibile vicino”, permette la costruzione di tante piccole Agende, un grande coinvolgimento delle famiglie e in ultima analisi dei cittadini, creando senso di appartenenza alla comunità e facendo della scuola un centro propulsore di buone pratiche di cittadinanza.

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