Educare, educére, tirar fuori: che cosa? Le potenzialità insite a ciascun individuo attraverso processi consapevoli e partecipati, dunque gestiti! “Imparare ad imparare”, competenza delle competenze a mio modesto parere, della Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio (2008), esorta la Scuola, olisticamente, al cambiamento qualitativo per adempiere al nobile compito cui è chiamata: formare l’Uomo, attraverso lo sviluppo personale, affinchè “diventi” un cittadino attivo, quindi incluso, competitivo e “occupato”.
Il discente, dunque, impara ad imparare grazie all’azione, strategicamente, pianificata, programmata ed agita dalla Scuola attraverso processi realizzabili e percorsi fattibili in cui si possa sperimentare e riconoscere. Sperimentare per tentativi ed errori? Anche, ma non solo! Sperimentare l’interdipendenza e la collaborazione contro ogni forma di discriminazione, l’alleanza e la sinergia per favorire l’assunzione di atteggiamenti preventivi finalizzati all’utilità individuale e collettiva; sperimentare, allora, le potenzialità e i limiti per scoprirsi risorse, riconoscendosi in tutti i propri comportamenti compresi quelli, eventualmente, da modificare nell’ottica del miglioramento permanente: tutti siamo perfettibili!
Eppure, spesso, ci si conosce solo attraverso gli altri, spendendo parte, o gran parte, dell’esistenza “annaspando”, tra i meandri delle situazioni e delle interrelazioni, alla ricerca di capire “chi si è” e come “si è fatti” per orientarsi verso la meta maggiormente rispondente alla propria personalità. Compito arduo che, purtroppo, a volte, sacrifica preziose opportunità di crescita costruttiva e proficua atta a realizzare un progetto di vita utile a sè stessi e alla collettività.
I discenti, alfabetizzati emotivamente, sono, concretamente, aiutati a riconoscersi e farsi riconoscere per quello che, complessivamente, sono, maturando una “forma mentis” ed un “modus operandi” attivi che spendono, in modo naturale. Aver imparato a conoscere sè stessi, in tutte le dimensioni, prima di tutto quella interiore, quella delle emozioni e dei sentimenti che rendiamo manifesti in tutte le azioni della quotidianità, quella che ci fa essere Uomini è la positiva rendicontazione del Successo formativo!
Rosaria Frandina, Abilitazione alla Vigilanza nelle Scuole Elementari, Laurea in Lettere (tesi: Fragilità maschile e femminile in Capuana), Master II livello “La dirigenza scolastica nella società contemporanea“. Ha ricoperto incarichi di Fiduciaria di Plesso, Referente Continuità, Funzione Obiettivo e Strumentale extrascuola, Tutor Neoimmessi (3), Referente “Legalità, Ambiente, Bullismo“, Esperto Progetto Pon ( competenze di base italiano) “Libertà di pensiero e parola … rispettando le regole“, Membro CdC (tutt’ora), Referente “Curriculo Locale” per l’attuazione della L. R. n. 9/2011 (quest’anno). Insegno dall’anno scolastico 1982/83 con spirito di servizio, consapevole che ogni emozione, parola o gesto possono arricchire o depauperare l’azione educativa.