Educazione civica … emozionale. L’esperienza del 69° circolo di Barra-Napoli


Ritorna così l’educazione civica nella scuola primaria e nella scuola secondaria. L’insegnamento presterà particolare attenzione alla nostra Costituzione, alle istituzioni dello Stato e dell’Europa, all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, agli elementi fondamentali di diritto, di educazione ambientale, di educazione alla legalità, di educazione al rispetto, al patrimonio culturale nonché alla promozione dell’educazione stradale e al volontariato.

Compito della scuola resterà  dunque quello di sviluppare in tutti gli studenti, a partire dalle classi della scuola primaria, competenze e comportamenti di “cittadinanza attiva”, ispirati ai più alti valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione, del rispetto, della condivisione e della solidarietà. L’ambiente scolastico infatti, viene visto ed inquadrato nell’ottica di una micro-società ove si istaurano relazioni e dove si concretizzano sempre più spesso anche  situazioni critiche, come episodi di discriminazioni, fenomeni di violenza e di bullismo, attraverso anche l’utilizzo inconsapevole delle nuove tecnologie.

Di fronte alla complessità e all’estensione di fenomeni di devianza sociale l’Educazione Civica torna tra i banchi di scuola. Sarà la soluzione giusta? Basterà?

La scuola non è l’unico luogo ove insegnare la legalità, il rispetto e le regole della convivenza civile, è necessario che si realizzi una maggiore e sempre più fattiva collaborazione con i Comuni, le Regioni, le associazioni e tutte le istituzioni presenti sul territorio ma soprattutto, una vera alleanza coi genitori, che non sia basata sulla semplice partecipazione alla vita scolastica, bensì sulla condivisione autentica e sentita del progetto educativo e formativo della scuola.

Non basta dunque, la collaborazione interistituzionale per il risolversi della mancanza di legalità, l’espandersi del malcostume e di comportamenti devianti a cui ogni giorno assistiamo, è indispensabile allearsi e lavorare insieme al primo nucleo sociale con il quale il bambino entra in contatto: la famiglia.

Essa è il primo contesto in cui si apprendono gli insegnamenti riguardanti la socializzazione, la differenza tra il bene ed il male, i valori essenziali dell’onestà, della fiducia, della giustizia, della solidarietà, del rispetto e non ultimo degli elementi caratteristici di una prima alfabetizzazione emotiva.

E’ evidente quindi, che  la vera innovazione nella didattica  consisterà nel saper integrare l’insegnamento dell’Educazione Civica con lo sviluppo dell’educazione emozionale, attraverso il coinvolgimento dei genitori in progetti di alfabetizzazione emotiva. Avere dei genitori intelligenti, sotto il profilo emotivo, è una fonte di beneficio per il bambino.

Per questo motivo, partendo dal presupposto che nell’ambito della crescita personale, il tema della consapevolezza e della gestione delle proprie emozioni ricopre un ruolo importante e che, in alcune aree emarginate, il peso della mancanza di intelligenza emotiva negli studenti è più evidente, il 26 aprile del 2018, grazie al Presidente dell’Ente di formazione “ArtedoDott. Stefano Centonze, si è potuta sperimentare nel 69° Circolo Stefano Barbato del Rione Bisignano, la prima ed unica esperienza, finora mai attuata, di alfabetizzazione emotiva in orario curriculare con la partecipazione dei genitori.

Tale esperienza è stata suddivisa in tre momenti:

  • un primo step in presenza, per un incontro di formazione per i docenti dell’istituzione scolastica;
  • un secondo step in aula con il supporto delle nuove tecnologie, al fine di ascoltare in maniera simultanea in tutta la scuola, la lettura di una fiaba: La strana magia del cugino Pino, scritta da una corsista dei seminari di formazione Artedo sul Metodo Autobiografico Creativo. Tale fiaba è stata trasmessa alla lim con la voce narrante del Presidente Stefano Centonze, in un video con colonna sonora;
  • un terzo momento formativo-laboratoriale in circle time, come momento di riflessione e di  dialogo sulle tematiche affrontate nella fiaba: l’emarginazione, la tristezza del cugino Pino, il senso di abbandono, la rabbia, l’insicurezza, la voglia di riscatto, l’ingiustizia e così via… Tale laboratorio: “metti in gioco le tue emozioni” ha coinvolto i genitori degli alunni e gli stessi alunni e si è concluso con la realizzazione di elaborati scritti e di disegni.

E’ stata un’esperienza ed una sperimentazione molto interessante; per la prima volta i genitori sono stati coinvolti emotivamente. Grazie al canale emotivo è stato abbattuto quel  muro di ostilità, di pregiudizio e di difesa che spesso caratterizza il rapporto scuola – famiglia.

Nelle settimane successive i genitori e gli alunni hanno continuato ad inviare spontaneamente disegni realizzati a casa con i propri figli al Presidente dell’associazione Stefano Centonze, dimostrando il loro vero e sincero coinvolgimento nell’iniziativa.

Una buona comunicazione tra insegnanti e genitori, al di là di ansie e paure, è fondamentale per rendere efficace il progetto educativo. La vera rivoluzione in tal senso non è tanto l’introduzione dell’Educazione Civica, quanto insegnare ed educare emozionando lo studente.

Emozione e cognizione agiscono insieme per consentire infatti all’individuo di attivare il proprio processo di apprendimento. Le dinamiche affettive, motivazionali, relazionali incidono fortemente sull’apprendimento e lo facilitano se sono positive mentre lo ostacolano se sono negative.

Questa è la vera didattica innovativa perché “non esiste nessun apprendimento significativo se non si verifica in una situazione in qualche modo caratterizzata dall’emozione”.

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