Maturità 2017, i temi dimostrano che il Miur non conosce la scuola


“Mi piacerebbe tanto sapere quanti tra i 505.686 maturandi hanno scelto l’analisi della poesia di Giorgio Caproni. Mi piacerebbe tanto guardare in faccia i fantomatici autori delle tracce e spiegare loro che cosa e quanto si spiega a scuola. Mi piacerebbe tanto sapere se sono mai entrati in una classe a fare lezione”. Il post su Facebook di Monica Cartia, poche ore dopo la dettatura delle tracce dei temi della maturità 2017, è una bella occasione per alcune riflessioni. Non sulla qualità dei temi, ma piuttosto sulle modalità che sembrano aver indirizzato le scelte. Monica Cartia è un’insegnante di una scuola superiore e conosce bene programmi scolastici e ragazzi. Conosce bene quali siano le differenze tra quanto i funzionari del Miur immaginano (di sapere) e quanto gli insegnanti sanno

Fonte: Il Fatto Quotidiano
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3 thoughts on “Maturità 2017, i temi dimostrano che il Miur non conosce la scuola

  1. Barbara 22 Giugno 2017 at 8:17

    Su 25 alunni della mia quinta liceo scientifico (Archimede-Pacinotti) di Roma, undici hanno scelto l’analisi del testo, anche se non avevo affrontato Giorgio Caproni in classe. Ed è una classe con una forte connotazione “scientifica”. Da anni, ormai, dovremmo aver capito che dobbiamo insegnargli ad analizzare, ad avere senso critico e capacità di cogliere le particolarità di un testo. Credo quindi che l’assunto dell’articolo sia errato. Non sono una sostenitrice del MIUR e credo che tra le tracce proposte ci siano molte incongruenze, la critica va fatta su quelle (il Documento dal Principe, assolutamente insensato per il contesto in cui è inserito, ad esempio). Ovvio che un’analisi critica deve partire anche dal contesto (la conoscenza dell’autore e della storia intorno a lui) ma non è ciò che viene richiesto in queste prove, e questo ormai è evidente da anni. Che i colleghi si aggiornino un po’ prima di lamentarsi sempre in modo apocalittico.

  2. Fernando Ventresca 22 Giugno 2017 at 21:49

    Per raggiungere quegli obiettivi è necessario un “docente dirigente” interno al plesso e con cattedra, quali doti deve avere ?

    Deve essere un docente di materie di indirizzo, con un “peso specifico” tale, da avere una conoscenza fisiologica dei programmi delle singole materie, da poter “coordinare tutta la didattica” per ogni singola classe, senza stravolgere la vita ai prof. e alle loro convinzioni.

    Poi bisogna anche adattare l’insegnamento lineare per tutte le materie, in maniera che le future generazioni arrivino allo stesso traguardo ad ogni fine d’anno nella stessa posizione competitiva.

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