Educazione Emotiva a Scuola
Come insegnare l’Educazione Emotiva a Scuola
L’Educazione Emotiva si può proporre a scuola attraverso attività didattiche mirate, ad esempio momenti di drammatizzazione di gruppo, oppure in modo armonico e trasversale, attraverso semplici meta-attività come il diario delle emozioni.
Tre Percorsi Emotivi in classe
Le attività di educazione emotiva si possono dividere in due macro-gruppi: quelle specifiche, il cui obiettivo principale è proprio il lavoro sulle emozioni, che avranno uno spazio riservato e quelle che si “agganciano” ad altre attività didattiche, introducendo l’emotività tra gli altri obiettivi.
Per proporle in modo efficace è meglio avere ben chiaro a mente il concetto di intelligenza emotiva, oltre che la capacità di comprendere e guidare gli stati d’animo. Non c’è nulla di meglio dell’esempio!
In questa guida abbiamo proposto tre attività semplici e significative; sono pensate apposta per i ritmi scolastici, soprattutto il diario delle emozioni e l’uso delle storie. Senza richiedere spazi e tempi difficili da trovare, sono piccoli interventi pratici per aiutare i bambini a costruire la propria competenza emotiva.
1) Drammatizzazione: scoprire le emozioni attraverso i personaggi del teatro
In classe viene dato poco spazio alla recitazione, che invece è uno strumento privilegiato per poter sperimentare le emozioni a tuttotondo. Recitare vuol dire fingere, fingere significa immedesimarsi, ci si può immedesimare solo se si è empatici. L’analfabeta emotivo spesso recita in modo piatto, non è in grado di appassionarsi.
Un’introduzione al teatro, soprattutto per i bambini più timidi, è l’uso dei burattini: in questo modo l’attore non deve mostrarsi in volto e può proiettarsi in modo più semplice, evitando i blocchi emotivi. Ciascuno può realizzare la propria marionetta e poi, all’interno di uno spazio condiviso, si realizza una breve rappresentazione.
La drammatizzazione aiuta a socializzare, a lavorare in gruppo, ad aiutarsi: sono tutti pezzetti di grande importanza per l’educazione emotiva. L’unico svantaggio è che questa attività richiede uno spazio e un tempo appositamente progettati: l’ideale è integrarla alle attività didattiche curricolari. Se nella vostra scuola non fosse possibile, date un’occhiata al diario delle emozioni e alla narrazione.
2) Il Diario delle Emozioni
Semplicissimo. Si chiede ai bambini di annotare su un diario (oppure a margine del proprio diario/quaderno) le emozioni che provano nel corso della giornata. Periodicamente si può creare una vera e propria cartellina delle emozioni, in cui ciascuno descrive le emozioni che prova, le cause che le scatenano, le loro conseguenze; si può lavorare sul concetto di autocontrollo.
Questo diario aiuta a sviluppare la consapevolezza e il controllo di sé; spesso i bambini non sanno gestire le emozioni perché non le riconoscono, perché non sono più abituati a fare i conti con il loro lato emotivo che è diventato, come dice Galimberti, un ospite inquietante.
Esempio pratico di consegna: sul diario si annotano, a fine giornata, le emozioni più intense che abbiamo provato, divise in due colonne: positive e negative.
L’annotazione prosegue per un mese, poi, bisogna fare il punto della situazione: quale emozione ho provato più spesso? Cosa succede quando sono felice/arrabbiato/triste? Quali situazioni mi fanno provare questa emozione?
3) Storie e racconti
La fiaba è uno dei momenti più importanti per sviluppare la competenza emotiva del bambino. Vi è mai capitato che, durante una storia, vi chiedano: “Perché il drago è cattivo?” “Perché rapisce la principessa?” “Perché la rana è invidiosa del bue?”
Dietro l’apparente ingenuità si rivela un bisogno profondo: quello di scoprire il mondo delle emozioni, affinare l’empatia e trovare rimedio alle emozioni negative. Nessun bambino ama essere in preda alla rabbia, semplicemente gli capita, se non sono sufficientemente forti da controllarla. E allora, anche a scuola, diamo più spazio alla narrazione, ricordiamoci che non dobbiamo esagerare con la complessità e che il divertimento aiuta ad imparare.
Facciamo leggere, facciamo scrivere, facciamo pensare! Lasciamo che i bambini esplorino in libertà i loro personaggi preferiti, ma invitiamoli a farsi domande; questa tendenza è innata nei più piccini ma si va perdendo man mano che sperimentano la nostra indifferenza. Non c’è nulla di meglio di una mamma e una maestra paziente per insegnare il valore delle emozioni.
Un esercizio simpatico può essere quello di abbinare le storie al diario delle emozioni: a fine mese, quando si fa il riepilogo delle emozioni, si inventa un personaggio che rispecchia il bambino, ovvero, che prova le stesse emozioni e si inventa un semplice racconto che le ripercorra.
Perché l’Educazione Emotiva e l’Intelligenza Emotiva servono oggi più che mai?
Questa è una domanda la cui risposta non è facile; qualcuno potrebbe chiedere: perché fino a vent’anni fa nessuno parlava di educazione emotiva e adesso rientra a pieno titolo nelle agende politiche e pedagogiche? Non si tratta di una bella invenzione degli educatori? Non è inutile?
Qui entrano in gioco il mondo contemporaneo e le tecnologie digitali: se ci pensate, dietro allo schermo è difficile esercitare l’empatia, l’autocontrollo e la compassione (proprio le abilità che mancano a chi soffre di analfabetismo emotivo). TV e videogiochi, riducendo il tempo che i bambini passano tra di loro, gli impediscono di imparare sul campo a gestire le emozioni. Quindi, dobbiamo integrare noi, insegnando l’educazione emotiva a scuola e in famiglia.
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Per capire meglio l’Intelligenza Emotiva
Da quando abbiamo iniziato a lavorare sul tema dell’intelligenza emotiva la nostra stella è il libro di D. Goleman, Intelligenza Emotiva. Questo testo ha il pregio di riuscire a far percepire tutta l’importanza dello studio e dell’allenamento delle emozioni. Gli articoli che abbiamo curato a proposito di emozioni traggono spunto proprio da Goleman e Galimberti (che nel suo L’ospite inquietante tratteggia fin troppo bene i rischi della nostra società ignara delle emozioni).
a cura di Matteo Princivalle
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La guida all’Intelligenza Emotiva, in cui riassumiamo in breve (forse con fin troppa semplicità) il concetto di intelligenza emotiva così come lo ha descritto Goleman .
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Source: Portale Bambini