Aspettative eccessive e insuccesso scolastico: la profezia che si auto-avvera


Tommaso è sempre stato un bambino precoce: ha camminato e parlato prima di tutti i suoi coetanei. A 5 anni leggeva e scriveva, anche in francese. A 6 suonava il violoncello ed era già nell’Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. A 7 risolveva già problemi di aritmetica di prima media. Va da sé che genitori e insegnanti nutrissero fortissime aspettative nei suoi confronti. Padre medico, molto noto e affermato, madre farmacista, Tommaso è cresciuto a Roma e, da subito, è stato l’orgoglio di tutti. Il figlio di un genio dev’esserlo per forza anch’egli. E così era, in effetti. Anche grazie alla presenza costante della madre, molto presente e attenta, che lo ha sempre considerato grande. Sul futuro brillante che lo attendeva nessuno ha mai avuto il minimo dubbio. Ma, all’improvviso, qualcosa si rompe.

Genio ribelle

Con l’inizio della scuola media, Tommaso diventa un altro. La noia di dover studiare argomenti di cui aveva già letto, la frustrazione di dover tenere il ritmo più lento degli altri bambini e la mancanza di stimoli lo demotivano. Nonostante i divieti della madre, Tommaso inizia ad appassionarsi a internet e ai videogiochi…

Fonte: Stefano Centonze
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