Ci sono molti modi per capire se un percorso di studi ha avuto successo. Uno dei criteri per capirlo è verificare se chi lo ha compiuto è in grado di comprendere correttamente un testo. In Italia da qualche anno il problema dell’analfabetismo funzionale è gravissimo. Abbiamo quasi una metà della popolazione (secondo le stime famose di De Mauro) che non capisce assolutamente nulla nemmeno di un testo semplice, un bugiardino delle medicine, il libretto di istruzioni di una lavatrice. Figuriamoci cosa può capire di un dotto articolo sulla riforma della Costituzione o sul problema del riscaldamento globale.
L’analfabeta funzionale sa leggere e scrivere, ma resta indifeso nei confronti della vita. Banalmente non capisce nulla, anche se mette in fila in maniera corretta lettere e riesce a leggere le parole. La cosa assurda è che può avere (anzi spesso ha) un titolo di studio, un diploma, persino alle volte una laurea. Questa cosa sembra un inspiegabile paradosso, un bug incomprensibile del sistema. Invece si spiega facilmente: l’analfabeta funzionale è chi non ha mai imparato a fare un banale riassunto…
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