Ultimo banco 51. Demoralizzati
«“Sono colpevole di omicidio!”. Ora fu lei a guardarlo adirata: “Perché dici certe stupidaggini?”. “Ma è la verità”. “Non esiste la parola colpevole! Lo sai benissimo anche tu. Sono sempre le circostanze che determinano le azioni”. Erano proprio le parole che temeva. Sentiva migliaia di psicologi, pedagoghi e sociologi parlare attraverso la bocca di lei e percepì con estrema…
Fonte: Prof 2.0
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