Le metamorfosi di Ovidio
Vittorio Sermonti rappresenta un caso unico di autore traduttore dantista teatrante che a partire dalla radio, e in un continuo ritorno agli studi di registrazione, ha saputo dare vita come forse nessun altro a un discorso pubblico intorno ai classici. Torniamo ad ascoltare la sua voce, a meno di un anno dalla scomparsa, perdendoci fra i dodicimila esametri di questo libro supremo, lasciandoci accompagnare dalla sua traduzione elegante e spericolata. Un’incredibile raffica di mutazioni, «scandite da scarti di timbro, aritmie, modulazioni, tracciate talora da un’ironia micidiale, sull’orlo talora del gossip; dove però ad ogni passo può spalancarsi il crepaccio della tragedia».
Fonte: Ad Alta Voce
Leggi l’articolo completo su: Ad Alta Voce