Torino, il figlio muore in montagna: la madre discute la tesi al posto suo

Tra le mani, con l’attestato di laurea alla memoria del figlio, stringe un vecchio libretto universitario di Scienze Biologiche. Sulle sue pagine ingiallite tanti bei voti e due righe bianche, gli esami mancanti per conseguire il titolo. «Non li diedi perché arrivò il concorso per diventare insegnante di ruolo. O forse perché la tesi doveva essere quella di Luca», 22 anni appena, il figlio morto lo scorso 8 luglio sul Cervino e di cui Cristina Giordana, la mamma, ha discusso oggi la tesi. Perché «con lui ho condiviso tutto – ha detto la donna – e di lui sapevo tutto», compresa quella tesi su “Gli effetti del succo di barbabietola sulla prestazione sportiva in montagna” di cui ha parlato con grande passione davanti a un’aula magna affollata e commossa…

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Scuola, insegnanti: chi ruba 1500 giorni d’assenza e chi fa lezione con la febbre. Due mondi a confronto

Lo Stivale, in questi ultimi giorni, dà scolasticamente due immagini contrapposte. Da una parte quella del professore-avvocato Alfredo Mercatante, 55 anni, titolare di una cattedra di diritto presso l’istituto superiore Ambrosoli di Codogno e il Merli – Villa Igea di Lodi e di uno studio legale a Santo Stefano Calabro (Vibo Valentia): 1533 giorni di assenza da scuola negli ultimi cinque anni. Visto tre volte in tre anni dalla sua preside e mai in classe, come lei stessa ha dichiarato. Colpa di una lombosciatalgia acuta e di un padre malato da assistere che lo hanno costretto lontano dalle aule scolastiche, ma non da quelle dei tribunali: oltre 350 le udienze alle quali ha infatti preso parte nello stesso periodo. Malanni propri e altrui debitamente certificati da medici iscritti all’ordine, ovviamente.

Dall’altra quella di una ragazza come tante, dagli occhi chiari, laureata in Giurisprudenza da un anno all’Università degli studi “Magna Graecia” di Catanzaro, che sta provando da giorni a inserire sul sito del Ministero dell’Istruzione (www.istanzeonline) il modello B, quello necessario per svolgere le supplenze brevi nel triennio 2017-2020, che contiene l’elenco delle scuole scelte da ogni aspirante docente, 20 al massimo. Supplenze alle quali si può accedere soltanto con la laurea, anche senza abilitazione…

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Mediocri di tutto il mondo vi siete uniti. E avete vinto

Il mondo è dei mediocri. Sarà che è un assunto non difficile da sperimentare – e anche consolatorio per spiegarsi certi successi o insuccessi ugualmente distanti dalle vette del genio e dagli abissi dell’indegnità – ma il saggio La mediocrazia (Neri Pozza, pp. 239, € 18) del filosofo canadese Alain Deneault a un anno dall’uscita è ormai un longseller internazionale. E dire che in centinaia di pagine, dense di pensiero e di citazioni, ne ha davvero per tutti.

In politica, da Trump a Tsipras, vede solo un «estremo centro», nell’impresa la «religione del brand», il «consumatore-credente», la «dittatura del buonumore». Nel lavoro «devitalizzato» individua la skill fondamentale nel «fare propria con naturalezza l’espressione: alti standard di qualità nella governance nel rispetto dei valori di eccellenza». E, in ogni ambito, rileva certi tic verbali come «stare al gioco», «sapersi vendere», «essere imprenditori di se stessi». Insomma, dice, «non c’è stata nessuna presa della Bastiglia ma l’assalto è avvenuto: i mediocri hanno preso il potere»…

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Assenteisti seriali e 700mila aspiranti supplenti: alla scuola non serve una riforma ma una rivoluzione

C’è un filo rosso, nemmeno troppo sottile, che lega il prode professore di Lodi che mentre scaldava la cattedra di diritto di un paio di istituti della bassa padana, esercitava contemporaneamente la professione di avvocato in quel di Santo Stefano Calabro (Vibo Valentia) e l’esercito dei 700mila precari – 400mila in più rispetto alla media degli scorsi anni – che sta facendo domanda per qualche ora di supplenza per il prossimo anno scolastico.

C’è e non solo perché in entrambi i casi si legge in filigrana la parola ingiustizia. Ma perché la fame spropositata per lavori da fame di chi nella scuola – meglio: nel mondo del lavoro – ancora non ci è entrato è tale anche per gli scandalosi abusi e privilegi di una quota non marginale di persone che in quel mondo ci sono dentro, e ci sguazzano a proprio piacimento…

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Cani antistress agli esami: l’esperimento di uno studente diventa un progetto di welfare studentesco

Diventerà un progetto di ricerca dell’Università di Teramo, l’uso della pet-therapy durante le sedute d’esame sperimentato da Gabriele Antonelli, il laureando in Tutela e benessere animale che lunedì 24 luglio discuterà la sua tesi di laurea dal titolo Analisi degli effetti e dell’interazione uomo-animale sullo stress pre-esame in un contesto universitario, relatrice la professoressa Sara Castelli.

La tesi è incentrata proprio sull’impiego dei cani – due splendidi Golden Retriever ‒ per ridurre l’ansia e lo stress da esame negli studenti universitari. Nei giorni scorsi Antonelli ha applicato con successo il metodo antistress nel corso di alcune sedute d’esame all’Università di Teramo…

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Paolo Borsellino, lettera di un maestro

Caro Paolo,
quando sono arrivato la prima volta in via D’Amelio ero un ragazzo che aveva da poco compiuto i 18 anni. Nella mia città, nella mia scuola, in casa mia, nessuno mi aveva parlato di mafia. Non mi avevano mai raccontato di Placido Rizzotto, di Peppino Impastato, di Portella della Ginestra.

La mafia e la lotta alla mafia non facevano parte del dizionario con il quale ero cresciuto in un piccolo paese della Lombardia. Mentre nella tua Palermo la gente veniva uccisa per strada, qualcuno al Nord diceva “si ammazzano tra loro. Non ci riguarda”, come se fossimo due Paesi diversi.

In via D’Amelio mi ritrovai a suonare a quel citofono al civico 19, a fare quello che probabilmente fu il tuo ultimo gesto. Tua sorella Rita, che si era spesa instancabilmente per tutt’Italia, per portare il tuo nome in ogni scuola, parrocchia, associazione o comune, mi accolse nella tua città, mi prese per mano accompagnandomi da giovane giornalista a conoscere la tua storia, raccontandomi del “suo” Paolo…

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La scuola di oggi presenta una didattica mediocre e pericolosa

Un male che io non voglio accettare? LA MEDIOCRITA’.
Purtroppo la scuola è pregna di mediocrità. I programmi sono mediocri e soprattutto la didattica è mediocre oltre che vecchissima.
Mi rendo conto che quello che affermo è forte e potrebbe offendere qualcuno. Ma penso sia più importante migliorare il sistema che per antonomasia deve formare i nostri figli che essere politically correct. Con questo articolo voglio far presente che esistono tecniche di apprendimento e di didattica migliori di quelle utilizzate oggi nelle scuole. Non parlo di un sapere nascosto, che possono conoscere solo pochi adepti di una setta segreta tramandato solo dal maestro al suo discepolo per via orale, ma di tecniche pedagogiche che vengono applicate, purtroppo solo fuori dalla scuola, da circa 30-40 anni.

Il mondo corre alla velocità della luce. C’è un’evoluzione straordinaria in atto. Quando capiremo che non serve più imparare a memoria valangate di nozioni fini a se stesse, ma che bisogna insegnare ai ragazzi a ragionare, a comunicare in maniera efficace, a creare e a SAPER FARE?
Le nozioni le trovano sullo smartphone con semplici ricerche su google…

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I QUADERNI DEL CODING

IMPARIAMO IL LINGUAGGIO DELLE COSE

La nostra lingua madre ci permette non solo di comunicare, ma anche di formulare pensieri complessi che mentalmente esprimiamo a parole.

Il coding produce un effetto simile, dandoci una marcia in più nella formulazione di soluzioni costruttive ai problemi che dobbiamo affrontare.

Gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione per avvicinarci al coding in modo intuitivo, immediato e divertente, permettono di acquisire il pensiero computazionale con gli stessi meccanismi informali con i quali impariamo a parlare: imitazione, necessità, esperienza, interazione.

In pratica, è come se il coding potesse essere appreso come una seconda lingua madre!…

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Umberto Galimberti: “La vera educazione? Quella per il sentimento”

In una bella intervista di Antonella Filippi, pubblicata sul Giornale di Sicilia, il filosofo Umberto Galimberti traccia un percorso chiaro e sintetico del ruolo che i professori dovrebbero avere con i “nuovi giovani”, nativi digitali dalle idee confuse.

Esorterei i professori a usare meno il computer. A che serve? Gli studenti, nativi digitali, ne sanno più di chi dovrebbe insegnare loro l’informatica. Ai ragazzi internet fornisce, dopo anni di guerra al nozionismo, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non regala senso critico, connessione dei dati e, quindi, conoscenza.
I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati. Questi ragazzi bisogna educarli al sentimento per evitare l’analfabetismo emotivo: la base emotiva è fondamentale per distinguere tra bene e male, tra cosa è grave e cosa non lo è…

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Fusaro: l’istruzione odierna mira a creare individui senza etica. Così sono solo schiavi ignoranti

Duro attacco contro chi distrugge il liceo classico e la cultura classica da parte del filosofo Diego Fusaro. Su Lettera 43, Fusaro attacca: “La barbarie della distruzione della cultura e della scuola classica è ovunque dilagante e si presenta, con tono rassicurante, come “buona scuola”, proprio come i bombardamenti si chiamano “missioni di pace” e i colpi di Stato finanziari si salutano come “governi tecnici”...

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Guida all’ascolto: intelligenza musicale e sviluppo emotivo, effetto “Mozart”

Sappiamo che la musica aiuta a strutturare il pensiero dei bambini e non solo nell’apprendimento delle abilità linguistiche, matematiche e spaziali; soprattutto l’intelligenza musicale influisce sullo sviluppo emotivo, spirituale e culturale più di altre intelligenze. Meno risaputo è che la musica possa influenzare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale: tale fenomeno viene denominato “effetto Mozart”.

L’effetto Mozart è una delle più discusse teorie scientifiche finora elaborate sugli effetti della musica, per la quale l’ascolto della Sonata in re maggiore per due pianoforti (KV 448) di Wolfgang Amadeus Mozart causerebbe un temporaneo aumento del quoziente intellettivo. L’esperimento è stato condotto nel 1993 dai fisici Gordon Shaw e Frances RauscherLeggi tutto “Guida all’ascolto: intelligenza musicale e sviluppo emotivo, effetto “Mozart””

Galimberti: a scuola usate meno PC e più cervello

L’enorme illusione che l’informatizzazione nelle nostre scuole risolva problemi che prima, apparentemente, non avevano soluzione viene denunciata dal prof. Galimberti.
Nessuno vuole criticare le TIC (come potrei se sto usando il mio pc e il mio blog proprio per veicolare questo messaggio?), ma c’è davvero il rischio che esse sostituiscano le nostre abilità di pensiero, anziché essere soltanto un aiuto per la vita quotidiana.
In fondo, i più grandi pensatori che paventano il rischio di una deriva della tecnica sostengono proprio che la schiavitù inizia quando la stessa tecnica si trasforma da mezzo a scopo. Sarà anche questo un segnale della deriva?…

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«La sindrome di Down non è una disgrazia, l’ignoranza lo è»: Nicole Orlando ed il suo libro fanno riflettere anche Trani

«La sindrome di Down non è una disgrazia, l’ignoranza lo è». Questo uno dei passaggi più significativi di “Vietato dire non ce la faccio”, il libro della pluricampionessa mondiale di atletica leggera paralimpica, Nicole Orlando, presentato l’altra sera, a Palazzo San Giorgio, nell’ambito delle manifestazioni collaterali della nona edizione del festival nazionale “Il giullare”, in programma al centro Jobel dal 17 al 23 luglio, imperniato sul disagio che mette a disagio.

Grazie alle letture dell’attrice Bianca Nappi ed ai reading musicali di Debora di Cugno (voce) e Chiara Aurora (violoncello), l’evento, presentato da Mauro Pulpito, ha messo in luce la straordinaria forza, da una parte, e semplicità, dall’altra, di un’autentica rivelazione dello sport nazionale, e non solo…

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Il compito dei prof, smentire Seneca e dare ragione a Beatrice

“Non vitae, sed scholae discimus”, scriveva Seneca all’amico Lucilio. E c’era dell’amarezza in questa sua constatazione: impariamo per la scuola, non per la vita. Per la scuola, per qualcosa di esterno a noi. Noi non ci siamo, non siamo davvero in ballo. Ci interessano i dati, le dottrine, le nozioni: quello che siamo ci interessa un po’ meno.

Dante, molti secoli dopo, nel canto V del “Paradiso”, avrebbe messo in bocca a Beatrice un’altra grande, perentoria e laconica affermazione: “Non fa scienza sanza lo ritenere avere inteso”. La guida mette in guardia il riverente discepolo: apri la mente, perché non basta capire, non basta il “sentito dire”, ma occorre un coinvolgimento, il gusto di scoprire qualcosa di bello e di “fermarsi” dentro quel qualcosa. Questo è “scienza” e questo è il significato del “ritenere”, cioè del trattenere dentro di sé…

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È online il nuovo sito Indire dedicato alla ricerca sui Maker

3Dindire.it è il nuovo repository Indire che raccoglie tutte le attività sperimentali sviluppate nell’ambito del progetto di ricerca sui “maker”. Dal 2014, infatti, all’interno dell’istituto è attivo un osservatorio che studia l’interazione tra i i modelli Maker-space e Fablab con il sistema scolastico italiano e quali contributi questo tipo di realtà possano dare all’innovazione della didattica.

Parte di questa indagine si è concentrata su strumenti laboratoriali come serre idroponiche e micro-piattaforme elettroniche (ad esempio Arduino, RaspberryPi) e su dispositivi ispirati ad un approccio di tipo “tinkering” come la stampante 3D. Queste tecnologie richiedono agli alunni l’applicazione del ciclo “Think-Make-Improve” (ovvero “pensa-crea-migliora”) che prevede una prima fase di progettazione, una seconda fase operativa di prototipazione e una fase finale di verifica e miglioramento di quanto fatto…

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Basta vivere di speranze smetto con la ricerca per vendere ricambi d’auto

Pubblichiamo un estratto della lettera con cui Massimo Piermattei, storico dell’Integrazione europea, ha dato l’addio alla ricerca e all’Università. Alla lettera è seguito su social network e siti specializzati un dibattito virale, che ha coinvolto centinaia di studiosi italiani e dall’estero, sullo stato di salute dell’università italiana e sulle difficoltà che incontra chi ambisce alla carriera accademica in Italia.

Ciao, sono Massimo. Ero uno storico dell’Integrazione europea, ho 39 anni e ho deciso di smettere con l’Università. Se partecipassi a un gruppo di auto-aiuto, inizierei così. Ma è solo la mia storia. La racconto, sì, anche a scopo terapeutico. Per me stesso, o forse non solo. Ho iniziato a studiare Storia dell’integrazione europea all’università, e fu un colpo di fulmine. Dopo il dottorato ho iniziato a farmi le ossa: un periodo all’estero, un assegno di ricerca, i contratti. Da allora ho scritto due monografie e più di 25 saggi e articoli in italiano e inglese; ho partecipato a seminari e convegni portando in giro per il mondo il nome dell’università per cui lavoravo. Ma non è di questo che voglio parlare. In questi giorni ho trovato la forza di portare a termine un percorso travagliato in cui mi dibattevo da anni. Ho sempre rinviato, nella speranza che qualcosa cambiasse. Ma la svolta non c’è stata, e la scelta si è fatta improrogabile: restare o andar via?…

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Una lettrice: “Autismo, quando una frase può distruggere un sogno”

“Gentile redazione,

scrivo per raccontarvi una storia di mancata sensibilità e rispetto verso gli altri, che credo meriti essere raccontata.

Una mia cara amica, domenica mattina, si godeva in bicicletta una meravigliosa giornata d’estate con il suo bimbo di dieci anni. Lei davanti e lui a rincorrere, con le gambine ancora tremanti per lo sforzo e con le rotelline attaccate al piccolo mezzo.

La mia amica viene sorpassata, in un tratto, da un padre seguito da un bimbo visibilmente più piccolo del suo, agilissimo sulla sua “due ruote”, e il papà dice forte al figlio della mia amica: “Ma non ti vergogni, così grande e ancora con le rotelle”…

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Ingegnere a Stoccarda. “Quello che vivo qui mi sembra oro colato, ma è solo quello che ci meritiamo noi giovani”

“La Calabria è una terra che ti spezza le ali. Qui a Stoccarda sento finalmente di avere tutto”. Christian Selvaggi, ingegnere nato a Cariati (Cosenza) 30 anni fa, non fa sconti al nostro Paese. E spiega le sue ragioni: “Ho studiato all’Università della Calabria e sono molto fiero del percorso fatto, il problema è che in Italia, dopo la laurea, sei abbandonato a te stesso”. Lui ha provato in vari modi a emergere: “All’inizio ho trovato uno stage in Provincia, ma ero sottopagato e senza alcuna prospettiva a lungo termine – ricorda –, così, dopo otto mesi, ho preferito andare via”. La prima occasione per fare un’esperienza all’estero arriva dalla Lituania: “Ho vinto una borsa di studio e mi sono trasferito a Vilnius per tre mesi, dove ho perfezionato l’inglese e ho capito che il nostro stile di vita è ineguagliabile“, ammette…

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Coding a scuola. A Cagliari i ragazzi creano un pianoforte digitale ad acqua

Nella bozza iniziale della “Buona Scuola” c’erano tre pagine dedicate al coding. Molti docenti a quell’epoca si chiesero cosa fosse. Oggi quella parola è stata tradotta nella pratica di molte scuole e soprattutto alcuni insegnanti decisamente illuminati sono stati capaci di unire la programmazione vera e propria con altri stimoli e fare del digitale un’esperienza tangibile.

Un pianoforte digitale ad acqua

E’ il caso dell’iniziativa del professor Antonello Zizi, docente di informatica all’ “Isis Giua” di Cagliari. Una collega della scuola primaria l’ha chiamato e gli ha chiesto di far capire ai suoi bambini il coding; di fare qualcosa di diverso dalle consuete proposte su questo tema… Leggi tutto “Coding a scuola. A Cagliari i ragazzi creano un pianoforte digitale ad acqua”

Insegnante non è sinonimo di animatore estivo

Chissà come mai ogni anno, quando stanno per iniziare le tanto aspettate e desiderate vacanze estive, c’è sempre qualcuno che tira fuori la ormai vecchia storia dei due o tre, quattro, cinque mesi di vacanza.

Quando poi la questione delle troppe vacanze viene archiviata, si passa all’altra questione: ma perché non apriamo le scuole in estate, così questi insegnanti sfaccendati, anche se sottopagati, utilizzano parte delle loro luuuunghe vacanze in modo utile mettendole a disposizione della loro utenza? Scuole aperte d’estate sì o no? La questione è abbastanza spinosa.

Poiché i docenti godono di questi lunghi periodi di vacanza, è giusto che si tengano le scuole aperte in estate ed essi stessi propongano, progettino e realizzino attività per tenere occupati quei ragazzi le cui famiglie non possono permettersi una vacanza, lunga o breve che sia, o non hanno nessuno a cui lasciare i propri figli…
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Fedeli: l’insegnamento è una professione, non una missione

“Ogni rapporto educativo ha bisogno di competenza, professionalità e studio. Quella dell’insegnante è una delle professionalità più importanti per il paese, perché strettamente collegata alla sua crescita”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante un incontro alla Cgil, analizzando la composizione del corpo docente in Italia, a maggioranza femminile, e le sue caratteristiche.

“Storicamente – ha spiegato la ministra – nella scuola italiana si è pensato che siccome sei donna sembra quasi che hai caratteristiche ‘naturali’ per esercitare una funzione con bambini di minore età, nella scuola dell’infanzia o primaria”, considerando l’insegnamento come una missione e non come una professionalità… Leggi tutto “Fedeli: l’insegnamento è una professione, non una missione”

Scuole aperte, anche d’estate. Parola di chi non conosce la scuola italiana

Scuole aperte d’estate, dite? Polemica non nuova. Si ha il sospetto che venga tirata fuori – guarda caso tra luglio e agosto, di solito – per far fronte a quella fisiologica penuria di notizie dei giornali in questa parte dell’anno. Per cui nulla di importante, a ben vedere. Possiamo derubricare il tutto a “colpo di sole giornalistico” e chiuderla qui. Sempre che si prenda il discorso per quello che è: una gigantesca bolla fatta col solito nulla e riempita dell’aria del cicaleccio italico, che tanto ci piace esercitare. Se invece mi state dicendo che l’argomento è serio, sono dell’idea che vada affrontato. Ma seriamente. Ovvero, in direzione opposta a quanto si è fatto fino ad ora.

Un primo elemente di riflessione potrebbe essere: quante e quali scuole occorrerebbe tenere aperte d’estate? Perché si ha la spiacevole impressione che i sostenitori di quest’idea avveniristica, talmente all’avanguardia che se ne discute da anni, abbiano messo piede in una scuola, l’ultima volta, ai tempi del ritiro del diploma (sempre che non ci abbiano mandato i genitori)… Leggi tutto “Scuole aperte, anche d’estate. Parola di chi non conosce la scuola italiana”

Alessandro D’Avenia: “Se la mafia teme la scuola”

15 settembre 1993. Il giorno in cui lo hanno ucciso, don Pino Puglisi era andato a bussare alle porte del Comune per chiedere l’ennesimo permesso per utilizzare i locali sotterranei dei palazzoni di via Hazon per qualcosa che assomigliasse a una scuola: nel quartiere di Brancaccio mancava la scuola media. E in quei locali la mafia controllava spaccio, prostituzione minorile e combattimenti di cani.

Padre Puglisi sapeva che senza una scuola la vita dei ragazzini delle elementari se la sarebbe presa la strada, unica scuola, i cui maestri erano i picciotti dell’esercito mafioso dei Graviano. Don Pino sapeva che, solo grazie alla cultura, a quei bambini poteva essere prospettata una vita diversa. Per questo costituì il centro Padre Nostro proprio come scuola alternativa, luogo in cui potevano giocare e studiare. La scuola non si sarebbe mai fatta (è stata aperta solo nel 2000) perché i politici del quartiere erano conniventi con i boss locali e le richieste venivano colpevolmente ignorate. Proprio per questo don Pino fu ucciso: «Si portava i picciriddi cu iddu» («Si portava i bambini con lui»). Questa la motivazione addotta dal suo sicario, Salvatore Grigoli, detto il Cacciatore…

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Vaccini obbligatori anche per gli insegnanti, è ufficiale: cosa cambia?

Vaccini obbligatori a scuola? Anche per gli insegnanti e il personale ATA è arrivata l’ufficialità.

La Commissione Sanità del Senato, infatti, ha appena approvato l’emendamento Manassero (Pd) che estende anche agli insegnanti e al personale ATA l’obbligatorietà delle vaccinazioni. Non solo, perché questo obbligo riguarda anche gli operatori socio-sanitari, come medici e infermieri.

A quanto pare, l’emendamento in questione sarebbe stato approvato senza alcun parere da parte della Commissione Bilancio e la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato…

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