Visite specialistiche o esami medici, il Ds non può imporre il permesso retribuito

Alla richiesta di una docente di assentarsi dal servizio per un’intera giornata per visita specialistica, il dirigente impone, illegittimamente, il giorno di permesso retribuito.

Illegittimo il comportamento del Dirigente scolastico

Il comportamento del Ds che ha rifiutato la possibilità di dare una giornata di malattia alla docente che doveva recarsi in una struttura privata per una visita specialistica, imponendole di chiedere un permesso retribuito per motivo personale, è del tutto illegittimo.

Infatti il docente è libero di scegliere, se prendere una giornata di malattia oppure un permesso retribuito ai sensi del comma 2 art.15 del CCNL scuola.

Sentenza chiarificatrice del TAR Lazio 

Questa libertà è stata pienamente restituita ai docenti dopo la sentenza del TAR 5714 del 17 aprile 2015 in cui si definiscono illegittime le disposizioni unilaterali sulla materia delle assenze per visite specialistiche, introdotte dalla circolare n.2/2014 della Funzione Pubblica, e riconduce la questione alle normali regole contrattuali… Leggi tutto “Visite specialistiche o esami medici, il Ds non può imporre il permesso retribuito”

Di mamma ce n’è una prof

In un liceo del Centro Italia i commissari d’esame hanno sorpreso uno studente a copiare dal telefonino la prova di matematica fornitagli con ogni probabilità dalla madre, che insegna la stessa materia nella stessa scuola. Il ragazzo è stato bocciato, ma ha presentato un ricorso che di sicuro qualche Tar accetterà, consentendogli di replicare la Maturità a Ferragosto, seduto sulle ginocchia dell’algebrica genitrice, così da evitarsi la seccatura di scaricare la batteria dello smartphone…

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Fermare il cyberbullismo con una comunità competente

a cura di Sandra Troia I.C. Vittorio Alfieri – Taranto

Essere competenti per essere sicuri online

“Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi”  è il percorso formativo con cui l’I.C. Vittorio Alfieri di Taranto ha messo in campo la propria strategia “Fermare il cyberbullismo con una comunità competente”.

Il corso è stato rivolto ai genitori degli allievi dell’Istituto scolastico e finanziato dal Piano Operativo Nazionale come modulo del progetto “DIVERSAMENTE A SCUOLA: insieme si può fare! ”(1).

L’intervento, della durata di 30 ore, ha informato/formato i genitori su come essere “guide competenti” dei propri figli nell’uso degli strumenti ed ambienti digitali seguendo un format utilizzato anche in altre scuole(2).

Scuola e famiglia, nell’esperienza d’apprendimento, si sono coordinate per tracciare una strategia condivisa di educazione alla cittadinanza digitale dei minori.

L’idea chiave su cui è stata sviluppata l’esperienza è che la sicurezza online dei nuovi cittadini è strettamente legata al loro livello di competenza digitale. Non si può contrastare il cyberbullismo se non si offre ai giovani studenti il supporto congiunto di scuola e famiglia per:

  • “far crescere” lo spirito critico
  • consolidare l’autonomia
  • allenare la capacità di affrontare situazioni problematiche.

L’attività è stata strutturata partendo dall’analisi dell’esperienza quotidiana vissuta dai genitori e dai minori valorizzando le testimonianze raccolte durante il corso e nel percorso di approfondimento “Nuovi cittadini competenti digitali”(3) che vede gli studenti protagonisti di azioni didattiche sul tema della cittadinanza digitale (e della sicurezza online).

“Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi”(4 ) rientra, inoltre, in un progetto di educazione digitale più ampio realizzato dall’Istituto scolastico presentato nell’ambito dell’edizione 2018 di Didamatica (5) nel paper scientifico “DigComp 2.1, DigCompOrg e DigCompEdu nella Scuola. Esperienze di apprendimento per studenti, famiglie, personale scolastico”(6).

Cittadini e genitori

Qual è stato il ruoIo della mamma o del papà che hanno frequentato il percorso formativo?

I genitori sono stati formati nel duplice ruolo di cittadini e responsabili dell’educazione digitale dei propri figli e sono stati coinvolti attivamente nel percorso attraverso l’uso di strumenti digitali e ambienti online. Per il progetto è stato creato un ambiente digitale dedicato (http://www.cittadinanzadigitale.eu/cyberbullismo/).

I corsisti, in fase di accoglienza, sono stati guidati a realizzare una prima auto-valutazione della propria competenza digitale utilizzando il tool Europass (7) e, successivamente, a confrontarsi con il modello DigComp a cura del Centro comune di della Commissione europea(8).

Il modello DigComp è un quadro comune per le competenze digitali, costituisce un punto di riferimento per le iniziative degli stati membri volte a sviluppare e migliorare le competenze digitali di tutti i cittadini. Individua e descrive le competenze digitali in termini di conoscenze, abilità e atteggiamenti, fornisce una definizione dinamica della competenza digitale che non guarda all’uso di strumenti specifici, ma ai bisogni di cui ogni cittadino della società dell’informazione e comunicazione è portatore:

  • bisogno di essere informato,
  • bisogno di interagire,
  • bisogno di esprimersi,
  • bisogno di sicurezza,
  • bisogno di gestire situazioni problematiche connesse agli strumenti tecnologici ed ambienti digitali (9).

La competenza digitale, una delle 8 competenze chiave europee (10) a cui l’offerta formativa della scuola italiana fa riferimento, come indicato nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012 (11) , si declina anche come “competenza in sicurezza” (protezione della privacy, dei dati, degli strumenti, della reputazione online, ecc.).

 

  • 2.6 Gestire l’identità digitale

 

Il percorso ha fornito ai genitori riferimenti e indicazioni concreti per la tutela della sicurezza online dei minori e si è focalizzato sulla stretta connessione tra la dimensione analogica e quella digitale nella vita dei cittadini di ogni età.

Tra le 21 competenze digitali indicate nel DigComp (2.0/2.1) sono state selezionate:

 

  • 2.5 Netiquette

 

Essere consapevoli delle norme di comportamento e know-how mentre si utilizzano tecnologie digitali e si interagisce in ambienti digitali. Adattare le strategie di comunicazione ad un pubblico specifico ed essere consapevoli di diversità culturali e generazionali negli ambienti digitali.  Creare e gestire una o più identità digitali, essere in grado di proteggere la propria reputazione, occuparsi dei dati prodotti mediante l’uso di diversi strumenti digitali, ambienti e servizi.

 

  • 4.2 Proteggere i dati personali e la privacy

 

Proteggere i dati personali e la privacy in ambienti digitali. Sapere in che modo utilizzare e condividere dati personali proteggendo se stessi e gli altri da eventuali danni. Essere a conoscenza che i servizi digitali utilizzano una “Privacy policy” per informare su come i dati personali sono utilizzati.

 

  • 4.3 Tutelare la salute e il benessere

 

Saper evitare rischi e minacce al benessere fisico e psicologico durante l’utilizzo di tecnologie digitali. Essere in grado di proteggere se stessi e altri da possibili pericoli in ambienti digitali (ad esempio cyber bullismo). Essere a conoscenza delle tecnologie digitali per il benessere e l’inclusione sociale.

 

e intorno a queste si è sviluppata l’esperienza formativa che è stata articolata in 4 fasi (dedicate all’ascolto dei bisogni, all’informazione/formazione, alla sperimentazione di strumenti ed ambienti  e alla valutazione).

 

L’attività è stata condotta utilizzando risorse ed ambienti digitali che i corsisti hanno fruito ed “abitato” utilizzando i loro device, con l’obiettivo di consentire loro di sperimentare in modo diretto quanto previsto dall’azione #6 del Piano Nazionale Scuola Digitale (Bring Your Own Device).

 

Tra le attività è stata effettuata la navigazione guidata delle diverse sezioni del sito del Safer Internet Centre Italia (http://www.generazioniconnesse.it ) che è servita da stimolo per il dibattito, la comprensione di espressioni e fenomeni (sexting, grooming, hate speech, ..), l’apprendimento

 

tra pari e la produzione collaborativa di output che hanno richiesto anche il contributo degli studenti12.

 

Strumentale all’individuazione di comportamenti scorretti che mettono a rischio la sicurezza e il benessere del minore è stata la consultazione dei termini d’uso di Facebook, YouTube, Instagram, WhatsApp,… È stata, purtroppo, confermata13 la tendenza a non rispettare le indicazioni in merito all’età richiesta per l’accesso ed uso dei servizi anche per una sottovalutazione dei possibili pericoli da parte dei genitori e/o per evitare l’esclusione dal gruppo dei pari.

 

Notevole interesse è stato registrato in merito:

    • alle indicazioni fornite per impostare il “parental control
    • al Pan European Game Information (PEGI), il metodo di classificazione dei videogiochi attraverso categorie di età e otto descrizioni di contenuto,
    • all’analisi della Legge del 29 maggio 2017, n. 71 – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

 

Tra i prodotti realizzati nell’ambito dell’esperienza di apprendimento, e resi accessibili attraverso l’ambiente web del progetto, si segnalano:

    • “La scuola laboratorio di innovazione” (carte per stimolare il dibattito tra il personale della scuola)14,

“Sei un genitore? Mettiti alla prova!” (test delle competenze digitali dei genitori di nuovi cittadini)15.

 

 

1 “DIVERSAMENTE A SCUOLA: insieme si può fare!”- codice identificativo progetto 10.1.1A-FSEPON-PU-2017- 140 – CUP H54C17000010007 – Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi

2 Percorso formativo progettato e condotto dalla prof.ssa Sandra Troia.

3 http://www.cittadinanzadigitale.eu/smart/83-2/

4 “DIVERSAMENTE A SCUOLA: insieme si può fare!”- codice identificativo progetto 10.1.1A-FSEPON-PU-2017- 140 – CUP H54C17000010007 – Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi

5 http://www.cittadinanzadigitale.eu/blog/2018/04/20/didamatica18-digcomp-competenze-digitali-tutti- cittadini/

6 http://www.aicanet.it/documents/10776/2101882/didamatica2018_paper_45.pdf/c3117f8e-67dd-49b2- 92fb-4cd6d805bca1

7 https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/curriculum-vitae

8 https://ec.europa.eu/jrc/en/digcomp

  1. http://www.cittadinanzadigitale.eu/wp-content/uploads/2015/09/digcomp_Ferrari_Troia1.pdf
  2. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex:32006H0962
  3. http://www.indicazioninazionali.it/J/

Umberto Eco: “A che serve il professore?”

Nella valanga di articoli sul bullismo nelle scuole ho letto di un episodio che proprio di bullismo non definirei ma al massimo d’impertinenza – e tuttavia si tratta di una impertinenza significativa. Dunque, si diceva che uno studente, per provocare un professore, gli avrebbe chiesto: “Scusi, ma nell’epoca d’Internet, Lei che cosa ci sta a fare?”.

Lo studente diceva una mezza verità, che tra l’altro persino i professori dicono da almeno vent’anni, e cioè che una volta la scuola doveva trasmettere certamente formazione ma anzitutto nozioni, dalle tabelline nelle elementari, alle notizie sulla capitale del Madagascar nelle medie, sino alla data della guerra dei trent’anni nel liceo.  Con l’avvento, non dico di Internet, ma della televisione e persino della radio, e magari già con l’avvento del cinema, gran parte di queste nozioni venivano assorbite da ragazzi nel corso della vita extrascolastica…

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Il latino? Parliamolo

Latine loqui corrumpit ipsam latinitatem, tuonava Francisco Sánchez de Brozas nell’anno del Signore 1600, denunciando il rischio che i suoi contemporanei umanisti si servissero di un latino grossus, corrotto proprio dal suo abuso nel parlato. Fino al XIX secolo, infatti, il latino si imparava parlandolo e lo si usava nella comunicazione scritta, giacché era una lingua veicolare e viva. Lo strumento didattico principale erano, anche per il greco antico, i colloquia, ossia dialoghi inventati ad arte (celeberrimi quelli di Erasmo da Rotterdam), del tutto affini a quelli utilizzati oggi per l’apprendimento delle lingue moderne: in un sapiente gioco di domande e risposte, inserite in contesti specifici e attinenti tutti gli aspetti della vita quotidiana, gli allievi apprendevano dai maestri le strutture della lingua e il lessico…

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Perché un obiettivo è alla portata se si possiede intelligenza emotiva?

Come si chiama un secchione vent’anni dopo? Capo! Questa battuta non la trovi in un libro di barzellette. La cita Daniel Goleman per spiegare come, oggi, sia preferibile aver a che fare con persone che sanno il giusto e hanno maniere vincenti di trattare gli altri, piuttosto che con persone dalle grandi conoscenze ma senza competenze empatiche e modi persuasivi. Soprattuto, la usa per spiegare come questo modello di leadership oggi sia superato, senza capacità efficaci di intrattenere relazioni. I link consigliati ti guideranno in approfondimenti tematici all’interno di questo sito.

Che l’intelligenza logico-matematica non sia la sola attitudine che contraddistingue le persone capaci e quelle di successo è un dato acquisito. Ma altrettanto vero è che, pur sapendo di possedere in potenza molte altre risorse, è sempre su quella che ci ostiniamo a puntare tutte le nostre chances. Studiamo, ci formiamo, ci diplomiamo, ci laureiamo, facciamo un master, infine ci abilitiamo. Ma trascuriamo il fatto che, per tutto il resto della nostra vita, saranno le competenze basse a guidare le nostre scelte, non quelle sempre più alte che maturiamo. Proprio così: le emozioni…

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Caro Sig. Galimberti

Umberto Galimberti, filosofo e professore universitario, non ha potuto esimersi nel suo parlare, nel giudicare noi insegnanti. Si sa, è di gran moda oggigiorno, portare la verità a noi poveri docenti evidentemente non abbastanza carismatici e adeguati come i tanti dotti d’Italia. Galimberti, un decano dell’Università, scrittore, conferenziere, ospite fisso in una vita già vissuta al “Maurizio Costanzo show”, ora lo si può trovare facilmente in tutte le trasmissioni “pro”. “Pro” riforma costituzionale, “pro” PdR e comunque “pro”. Non è “pro” con noi, poveri e umili lavoratori che, secondo lui, non fanno funzionare la Scuola e siamo inadeguati alla nostra professione…

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Il prof in pensione spiega la matematica su YouTube

«Guarda chi c’è lì, quello è il prof di YouTube», bisbigliano due studenti sulla metro. Testa pelata, occhiali sulla fronte legati da un cordino: è indubbiamente lui. Il professore che fa incetta di seguaci nel web svelando i segreti di matematica e fisica dalla lavagna di casa sua. Ma soprattutto, il pensionato che ha trasformato il suo riposo in un nuovo modo di riempire il tempo. E volendo anche le tasche.

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Morgan e l’empatia: l’arena di Amici 2017 come specchio dei tempi

Perché ostinarsi a cercar di cavare del sangue dalle rape? Voglio dire che quando una causa è persa in partenza, meglio non insistere e lasciare le cose così come sono. Anche quando sono imperfette. In psicologia si chiama capacità negativa. Bion la usava per riferirsi allo stato mentale che il conduttore di un gruppo dovrebbe ammettere per entrare in contatto con una verità emotiva al momento sconosciuta, imprevista o incontrollabile. Della leadership di Morgan, che personalmente condivido, mi sono già occupato in un articolo di circa dieci giorni fa (leggi di più in Tempi duri per i leader). Sono anche tornato sull’argomento, evidenziando vantaggi auspicabili e limiti di una leadership più attuale, democratica e condivisibile: l’ho definita la leadership ideale ma, di fatto, impossibile da realizzarsi nella società deintellettualizzata della post modernità…

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Il flop dei libri digitali a scuola, che cosa è andato storto

Era il 2009, l’introduzione della lavagna interattiva multimediale (LIM) in classe utilizzata per amplificare l’azione didattica, per condividere i contenuti e lavorare con una metodologia interattiva avrebbe cambiato e innovato la scuola italiana, avrebbe anche portato all’incremento delle competenze digitali di noi insegnanti.

L’uso della lavagna interattiva multimediale doveva diventare fondamentale per la condivisione delle lezioni tra gli insegnanti, ma anche, soprattutto, per la realizzazione cooperativa dei contenuti didattici, consentendo agli alunni di accostarsi alla cooperazione in modo specifico e legato alle proprie possibilità, e partecipando al risultato finale…

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Bari, il cielo in una stanza: le aule decorate dai genitori

La prima ‘E’ ha una terrazza sul mare. Nella seconda ‘D’ è primavera tutto l’anno. La seconda ‘A’ è la stanza dedicata all’amicizia: una coppia volteggia sulle note di un grammofono. Ci hanno messo fantasia, impegno e olio di gomito, i genitori dell’istituto comprensivo Duse di San Girolamo, a Bari. Nel 2015 hanno cominciato a verniciare e decorare le aule della scuola: ora l’operazione è praticamente terminata, con almeno una ventina di classi decorate grazie all’autofinanziamento delle mamme e dei papà. “Un risultato straordinario – gioisce il dirigente scolastico Gerardo Marchitelli – visto che il Comune può rifarci quattro aule all’anno e noi ne abbiamo 57”. L’ultima arrivata è la parete con la terrazza sul mare…

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A Brindisi docenti a “lezione di coding” dagli studenti

Per una volta sono i professori a lezione dagli studenti. Sì, succede a Brindisi presso l’Istituto Ettore Majorana. Così come riporta Skuola.net, il preside ha voluto sperimentare durante un corso di formazione rivolto ai docenti, riguardante il coding (il linguaggio di programmazione informatica). Ad ognuno dei professori iscritti, il preside ha voluto affiancare uno studente. Una vera e propria inversione dei ruoli che ha riscosso l’entusiasmo sia degli insegnanti, per una volta a vestire i panni degli alunni, sia dei ragazzi, che hanno verificato per un giorno cosa vuol dire essere docenti…

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L’autismo, la famiglia e l’efficacia del metodo Aba

Il punto di partenza sul vasto argomento dell’autismo non risiede tanto negli approcci teorici o aggiornamenti scientifici, bensì nelle domande più ricorrenti dei genitori. Domande che non sempre trovano spazio in convegni e conferenze su questa tematica. Il trattamento precoce ed intensivo è fondamentale per ottenere buoni esiti, e questo permette anche ai genitori di trovare un’ancora alla quale aggrapparsi per affrontare la sensazione di impotenza e frustrazione pervasiva.

Una metodologia che ha avuto successo fin dai primi esperimenti è l’Aba (Applied Behavioral Analysis), un ramo applicativo dell’Analisi del Comportamento…

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CARI PROFESSORI…

Cari Professori, chi vi scrive è una psicologa che spesso e volentieri si trova a lavorare con i vostri studenti. Non tutti. In particolare quelli che per scelta o per merito affiancano all’attività scolastica la pratica sportiva, anche a livello agonistico. Quelli che al lunedì, dopo un week end di gare, vi pregano di non interrogarli ma di rimandare la verifica al martedì. Quelli a cui alcuni di voi negano questa possibilità, assumendosi il rischio di apparire un tantino sadici.
Mi rendo conto che il nostro sistema scolastico non è costruito per dare spazio a una sostenibile e codificata convivenza tra agonismo e formazione, ma la svalutazione e, in alcuni casi la demonizzazione, dell’attività agonistica la facciamo noi…

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Non sottovalutiamo quanto potremmo imparare dal greco antico e dal suo insegnamento

«È al greco che torniamo quando siamo stanchi della vaghezza, della confusione, e della nostra epoca», diceva Virgina Woolf. Ed è questa la lezione che Andrea Marcolongo, autrice di La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco edito da Laterza, ha voluto portare nel suo libro che è stato a lungo primo in classifica a fine dell’anno scorso.

L’autrice, ex studentessa non brillante del classico per sua stessa ammissione, ha cercato di descrivere perché una lingua come il greco antico, che chiamarla morta è quasi un eufemismo, possa essere una delle più grandi fonti di ricchezza per un essere umano: non solo per la propria cultura, ma anche per capire quanto una semplice lingua, con le sue parole e le sue strutture, possa nascondere un vero e proprio mondo tutto suo…

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Diplomati magistrale con ricorso 2015 e 2016: Consiglio di Stato dice sì all’inserimento in graduatoria ad esaurimento

Anief – Il Consiglio di Stato continua a dare ragione ai diplomati magistrale e alle tesi da sempre sostenute dall’Anief.

Anche i docenti in possesso di diploma magistrale abilitante conseguito entro l’a.s. 2001/2002 che hanno proposto ricorso al TAR Lazio nel 2015 e nel 2016 hanno diritto a rivendicare l’inserimento in GaE, questo quanto chiarito dall’Ordinanza cautelare n. 1281 emanata oggi dal Consiglio di Stato su ricorso patrocinato dagli Avvocati Tommaso De Grandis e Nicola Zampieri…

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