Perché rendicontare a scuola?

Abbiamo voluto dedicare l’ultimo numero della rivista “ArtedoUniversoScuola” alla rendicontazione sociale in quanto “finalmente” tutte le scuole italiane da settembre a dicembre entreranno in questo circuito virtuoso previsto dal DPR 80 del 2013, che permetterà alla scuola italiana di raccontarsi in una forma di “storytelling”, per riconoscersi e farsi riconoscere.

La rendicontazione sociale infatti è prima di tutto una metacognizione che deve partire dal collegio docenti che riflette sugli obiettivi prefissati, sui risultati raggiunti e sui processi attivati per poi passare alla presentazione degli stessi agli stakeholder. Se manca il primo momento “interno”, “intimo”, la rendicontazione sociale rischia di essere una vetrina buona per la pubblicità, ma non per un processo di miglioramento che è poi la “mission” del regolamento della valutazione del sistema scolastico come pensato nel DPR 80.

E anche Artedo è orgoglioso della sua “rendicontazione sociale”. Il prossimo anno scolastico vedrà 200 discentes nel ruolo dirigenziale dopo un percorso appassionato, di studio, di riflessione quotidiana e di capacità di creare comunità virtuali ed umane: è stata la nostra carta vincente, la nostra forza e dal 1° settembre nel nostro ruolo dirigenziale dobbiamo partire proprio da questa nostra esperienza per creare “comunità educanti”, ricche di valori inclusivi e formativi.

La rendicontazione sociale non deve essere vissuta come un adempimento burocratico ma è uno strumento indispensabile ed utile per creare capitale sociale e io invito i dirigenti, sia discentes, sia quanti hanno creduto alle tante proposte editoriali che hanno arricchito il nostro percorso concorsuale, di mettere subito in campo le migliori energie per realizzare momenti “aperti” per raccontare la scuola che si andrà a dirigere: raccontare la memoria storica che ogni scuola ha; valorizzare quanti professionisti hanno lavorato per una scuola efficace e capace di coinvolgere la comunità per una scuola che garantisca il successo scolastico.

Dedicheremo proprio a questo tema una particolare attenzione al nostro meeting “Per una dirigenza di qualità” a Lecce il 22 e 23 agosto in quanto il doversi cimentare subito con la rendicontazione sociale può rappresentare l’occasione propizia per creare l’imprinting giusto per una felice partenza nel lavoro dirigenziale.

La rendicontazione sociale ha valore in sé in quanto connaturata all’autonomia ed all’esigenza di dimostrare, in modo trasparente, il ritorno educativo che la scuola è stata capace di assicurare, valorizzando al meglio le risorse a disposizione: umane, finanziarie e di contesto sociale.

Parafrasando Einstein “Non tutto quello che si può contare conta, e non tutto quello che conta si può contare”, si può affermare che in un documento per il bilancio sociale si devono evincere la cultura educativa della scuola, le sue priorità, i modi e le risorse per realizzarle, la reti tra le scuole e con la realtà locale, i processi e gli esiti relativi a più settori, la sua volontà di chiamare a confronto diversi stakeholder, portatori di nuovi punti di vista. E sarà l’occasione per cominciare a lavorare per una scuola “plurale” e di qualità. Auguri e AD MAIORA!!!

Buone vacanze meritate a tutte e a tutti. Leggi tutto “Perché rendicontare a scuola?”

Intervista al prof. Manni

Un articolo sorprendentemente inaspettato che catturerà l’attenzione di tutti i giovani interessati a conoscere il mondo delle Start Up e dell’innovazione.

Istituto Galilei-Costa di Lecce
Siamo ragazzi dell’Istituto tecnico commerciale Galilei-Costa di Lecce, una scuola che nel corso degli anni ha acquisito una certa popolarità nel campo delle Start Up, grazie al prezioso contributo del docente d’informatica Daniele Manni.

Prof. Daniele Manni

Docente originario del Canada, stimatissimo non solo dagli adulti ma anche dai ragazzi che hanno anche solo avuto modo di parlarci e ancor di più dai ragazzi che lo affiancano nella creazione di progetti e idee innovative e utili per la nostra società, proprio per questo viene definito da tutti noi “portatore di innovazione e cambiamento”.

Inoltre è per noi motivo di vanto la sua nomina, come unico italiano, tra i dodici finalisti al mondo agli “Innovation and entrepreneurship teaching excellence awards”, premio dedicato all’eccellenza didattica in tema di innovazione e imprenditorialità.

E non solo!!!

Nel 2015 fu anche candidato al Nobel per l’insegnamento “Global Teacher Prize”.

Daniele Manni è l’unico docente di scuola superiore, mentre i suoi colleghi provengono da prestigiose università europee, asiatiche, americane e sud americane.

Tantissimi i progetti realizzati dai suoi alunni che hanno imparato a sfruttare la propria creatività e intelligenza a beneficio proprio e  dell’intera collettività.

Ad esempio il progetto arrivato sul palco di Sanremo nel 2017, chiamato “MaBasta” (movimento anti-bullismo animato da studenti adolescenti). Esso è una vera e propria Start Up finalizzata ad eliminare il bullismo che nella maggior parte dei casi nasce proprio nelle pareti scolastiche, un movimento che ha riscosso un notevole successo proprio perché creato dagli stessi ragazzi che vivono quotidianamente queste problematiche.

Un altro esempio può essere l’obiettivo di noi studenti, eredi e animatori del movimento “Repubblica Salentina“, che abbiamo deciso di puntare sulla bellezza per il nostro futuro lavorativo sul territorio, fondando “Salento X”.

Si tratta di un progetto per la creazione di Start Up economiche e sociali di modo che al momento del diploma gli studenti possano restare in Puglia con un lavoro già avviato durante il periodo degli studi. Salento X si suddivide in varie aree tematiche atte ad incentivare il turismo destagionalizzato, valorizzare l’agroalimentare, l’enogastronomia e la cultura, attraverso azioni ed iniziative originali, ideate con creatività, volontà e dedizione, alcune delle quali già promosse in passato attraverso Repubblica Salentina, il progetto promosso da una classe di 24 studenti della scuola leccese il 1° gennaio 2007.

Sarebbero tanti i progetti che meritano anche solo un accenno.

Res Publica SalentinaClasse scolasticaMaBasta!Progetto cheticosta
A questo riguardo noi studenti del quarto anno, Ilaria De Carlo, Leonardo De Cesare, De Lorenzis Mattia e Carlà Mattia, in merito alla nostra fantastica e costruttiva esperienza in alternanza presso la casa editrice “Artedo Network”, abbiamo deciso di valorizzare con questo articolo “l’ultima” denominazione data alla nostra scuola: “Changemaker”.

Artedo Network

Abbiamo intervistato, a tal proposito, il prof. Daniele Manni, ideatore di molte di queste iniziative.

Domanda:

“Crede che il Costa meriti il titolo di scuola “Changemaker?”

Prof. Manni:

Se abbiamo faticato tanti anni per ottenerlo è ovvio che credo che la nostra scuola lo meriti, tanto più dopo il 30 maggio quando “Ashoka”, progetto di alcuni startupper, ha decretato che la nostra scuola è tra le 6 “Changemaker” d’Italia. Meritiamo ciò, perché in questa scuola da tempo portiamo avanti una didattica innovativa che nei primi anni non veniva compresa e apprezzata ma bensì giudicata; successivamente però con un po’ di influenza da parte di paesi stranieri e delle loro concezioni sull’imprenditorialità e sul miglioramento della società, la nostra scuola ha fatto ricredere anche il nostro ministero che da due/tre anni sta invitando le scuole ad introdurre queste novità.

Data l’opportunità, ne abbiamo approfittato anche per porre alcune domande relative al periodo di alternanza scuola-lavoro, anch’essa considerata un’innovazione per la scuola.

Prima domanda:

Ritiene opportuna l’esperienza di alternanza scuola-lavoro?

Prof. Manni:

Sicuramente chi ci conosce dà quasi per scontato che noi non facciamo alternanza, date le nostre imprese interne, invece siamo sempre stati d’accordo con l’alternanza fatta fuori dalla scuola, infatti per chi inventa una propria impresa è importante poter vivere l’esperienza di un’altra e di vederne il contesto, il modo in cui si comporta, l’imprenditore e i reali problemi.

Non solo è opportuno farla, ma è opportuno farla bene; i ragazzi non devono essere parcheggiati nelle aziende ma devono essere parti attive, inoltre proprio per questo sostengo la nostra scelta di fare alternanza in periodi compatti e tutti contemporaneamente.

Seconda domanda:

Pensa che tutto ciò possa favorire l’apprendimento delle materie d’indirizzo?

Prof Manni:

A mio parere, solo in alcune materie; se si mette su una piccola startup economica che debba, ad esempio, stampare delle t-shirt, è ovvio che alcuni degli argomenti trattati in economia aziendale i ragazzi se li vedono cuciti addosso e non restano fini a se stessi, stampati su una lavagna ma ognuno li vede riversati nella propria attività; il termine clienti non è più soltanto una parola di 6 lettere ma sono veri clienti creati dall’azienda.

Stessa cosa si può dire in altre discipline che vengono contestualizzate nella realtà.

Al contrario invece insegnare imprenditorialità porta altri benefici che esulano dalla specifica materia scolastica, le cosiddette “soft skills” (competenze morbide) ossia avere fiducia nelle proprie capacità, perché se i ragazzi scoprono che una loro idea diventa imprenditoriale acquistano fiducia, diventano più resilienti ed imparano a essere più adattabili ai cambiamenti del mercato (perché chi porta avanti una piccola impresa deve essere pronto ai cambiamenti, un giorno potrà andare bene, un giorno male)”.

A nostro parere l’alternanza è un’occasione per arricchire il bagaglio culturale di ogni studente e per vivere concretamente quello che si studia.

Siamo fieri di essere considerati “Changemaker” e speriamo di poter realizzare non solo i nostri obiettivi e progetti ma crediamo anche in un forte cambiamento e miglioramento del futuro di tutti.

Noi siamo i ragazzi della nuova generazione che ha in mano, ogni giorno, il futuro non solo proprio ma della nostra società.

Articolo a cura di Ilaria De Carlo, Leonardo De Cesare, De Lorenzis Mattia e Carlà Mattia Leggi tutto “Intervista al prof. Manni”

Una nuova dirigenza per la cittadinanza

Una dirigenza di qualità

La pubblicazione della nostra Rivista coincide con i brillanti risultati  e le spettacolari performance professionali delle nostre e nostri Discentes che stanno onorando gli studi, la  passione, l’impegno profusi per coronare non solo una propria aspirazione, ma per sentirsi protagonisti e responsabili, dal prossimo primo settembre, della conduzione di comunità scolastiche, che vorranno fare dell’educazione alla cittadinanza una “mission” che caratterizzi i PTOF.

Abbiamo voluto dedicare questo 11° numero della Rivista “ArtedoUniversoScuola”, proprio al rilancio dell’educazione alla cittadinanza, sia per onorare la ricorrenza della Festa della Repubblica, che ha nei principi Costituzionali la sua mission, sia per un confronto con la scuola reale sulle tematiche dell’educazione civica di cui si sta parlando in Parlamento con un rilancio “nostalgico” dell’educazione civica.

A mio modesto parere la competenza di cittadinanza, che è stata anche rilanciata dalla recente Raccomandazione Europea del 22 maggio del 2018 come “capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, in base alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici oltre che dell’evoluzione a livello globale e della sostenibilità”, non necessita di una nuova legge, ma di un ripensamento sulle esperienze formative realizzate in questi ultimi dieci anni dopo l’emanazione della legge 169 del 2008 che aveva, nel suo primo articolo, rilanciato l’acquisizione delle competenze di “Cittadinanza e Costituzione”.

Sarebbe opportuno discutere perché le competenze di Cittadinanza, nella stessa legge, sono state poi contraddette dagli articoli successivi con i quali si ritornava al voto sommativo espresso in decimi e si ripristinava il voto in “comportamento”. Sarebbe stato opportuno, invece, discutere quanta formazione è stata svolta per migliorare un nuovo approccio didattico per le competenze di cittadinanza. Cosa si è fatto per valorizzare le best practice delle tante esperienze formative condotte dalle scuole; penso ai progetti “Le(g)ali al Sud” sui gemellaggi tra le scuole del Sud e le scuole del Nord.  Sarebbe stato opportuno discutere sul curricolo implicito e sul nostro essere comunità scolastica e “palestra di cittadinanza”.

E ho molto apprezzato l’articolo, inviato alla nostra rivista, dall’ispettore Franco De Anna, che ringrazio per l’onore assegnatoci, in cui ci invita a riflettere sul rapporto che ci deve essere tra “città”  e “cittadinanza”, e sulla “cittadinanza” che non è una “appartenenza”, ma è una “militanza”.

Invece, l’aspirazione a diventare cittadini consapevoli, responsabili, partecipi, creativi si è scontrata con una valutazione semplicemente numerica, sommativa e  in questi giorni di cronaca scolastica si è registrata, addirittura, la gravissima sospensione di una professoressa “per non aver vigilato sulla produzione culturale dei suoi studenti”, lanciando messaggi subliminali contro la libertà d’insegnamento e di pensiero, che sono alla base dell’educazione civica e dell’educazione alla cittadinanza consapevole.

La scuola non si sottrarrà ai nuovi impegni e a fare al meglio il suo dovere di far apprendere alle nuove generazioni le competenze di cittadinanza, creando comunità che sollecitino l’importanza dei valori consapevoli dell’appartenenza, della partecipazione, della solidarietà, della cooperazione anche come antidoto ad una società sempre più schiacciata sull’individualismo, sulle divisioni, sull’odio.

Ai nuovi Dirigenti e saranno tantissimi, ma soprattutto a quanti ho avuto il piacere di conoscere in questo bellissimo viaggio formativo che si concluderà a Lecce il 22 e 23 Agosto con il Convegno “Una Dirigenza di Qualità”, auguro non solo che siano adeguati alle nuove sfide, ma che siano orgogliosi di affrontarle.

AD  MAIORA!!! Leggi tutto “Una nuova dirigenza per la cittadinanza”

Grazie Greta

Greta Thunberg

Grazie Greta per aver avuto non solo il coraggio di dire ai potenti del mondo le loro grandi colpe per il danno che stanno provocando all’intero Pianeta, ma per aver saputo sollecitare le migliori forze e speranze giovanili a lottare, a credere in un mondo più pulito e migliore, a rendersi protagonisti. Hai avuto il coraggio di presentarti al World Economic Forum a Cracovia e con pacatezza e determinazione hai illuminato con i tuoi pensieri e le tue riflessioni le loro e le nostre menti. Sei diventato il simbolo, quindi, di chi non vuole arrendersi, di chi ritiene opportuno rimboccarsi le maniche e fare il proprio dovere e non aspettare che siano gli altri a dover e voler sbrogliare la matassa.

Qualcuno ha voluto sminuire i tuoi messaggi scrivendo che i tuoi pensieri non sono originali perché tutti i “grandi” ne parlano. Ed è in parte vero perché già il Papa nella sua Enciclica “Laudato sii” aveva sollevato i problemi della sostenibilità del nostro Pianeta “che non ci è stato dato in eredità dai nostri avi, ma in prestito dai nostri nipoti a cui dobbiamo riconsegnarlo meglio di come lo abbiamo ricevuto”. Lo stesso Edgar Morin ti aveva anticipata sulla cittadinanza terrestre rivendicando per l’umanità la necessità ed il compito, tramite la scuola, di far crescere una “coscienza ecologica” ed una “coscienza antropologica” che ci salvaguardino dai rischi dell’inquinamento dell’aria e dal rischio dell’individualismo e dell’indifferenza che inquinano le nostre menti.

Il candore e l’innocenza della tua voce sono riuscite a svegliare animi silenti e a svelare la gravità della situazione e i tuoi alleati migliori sono diventati subito i tuoi coetanei creativi, che hanno saputo cogliere l’essenzialità e l’importanza del tuo messaggio.

Il mondo della scuola deve esserti grato; in questi anni stiamo cercando di rendere tangibile le nuove competenze di cittadinanza e tu ne sei il simbolo e la dimostrazione di cosa significa acquisire competenze per una cittadinanza attiva. In questi anni stiamo cercando di “dare senso” all’esperienza della scuola e della vita alle nuove generazioni e tu sei riuscita a svelare per quali motivi è interessante vivere ed impegnarsi in prima persona.

Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare il numero di maggio della nostra rivista all’educazione alla pace, alla sostenibilità. In tuo onore e per contribuire alla necessità di dare gambe e forza giovanile alle tue idee e alle tue battaglie.

Grazie Greta!!! Leggi tutto “Grazie Greta”

Dirigenti per l’Europa

Scrivo questo editoriale sotto l’emozione ed il piacere del brillante risultato ottenuto dai Discentes in tutta Italia che hanno superato brillantemente la tappa della prova scritta del concorso per Dirigenti scolastici e si accingono a sostenere la prova orale nel prossimo mese di maggio e, dal primo settembre, a dirigere un terzo delle scuole italiane di primo e secondo ciclo.

A tutti loro voglio suggerire di tenere alta la bandiera dell’Europa, quando dovranno andare a definire la mission dei Piani Triennali dell’Offerta Formativa, quando dovranno progettare per i loro studenti percorsi formativi che permettano loro di avere e acquisire quella cittadinanza terrestre che gli adolescenti  guidati da Greta Thunberg stanno rivendicando con forza, coraggio e consapevolezza.

La mia gioia è in parte attutita e affievolita per l’uscita dalla scena concorsuale di molte e tanti Discentes che avevano altrettanta passione, dedizione con percorsi formativi impegnativi e che non hanno avuto riconosciuto la loro preparazione a causa, a mio parere, dei tempi ristrettissimi assegnati, solo 150 minuti, per 7 prove. A tutte e a tutti rivolgo un pensiero e un abbraccio, dicendo loro che i voti delle commissioni non devono essere percepiti come giudizi inappellabili, ma come atti umani soggettivi e limitati.

Quanti avranno il piacere di continuare a “Pedalare verso l’orale”, devono sapere che tutti potranno avere opportunità di diventare dirigenti scolastici dopo la prova orale, in quanto il numero degli ammessi è inferiore al fabbisogno di dirigenti nei prossimi due anni.

La funzione dirigenziale deve essere vissuta con spirito aperto, innovativo, sapendo che le nuove generazioni porranno sempre obiettivi ambiziosi che devono stimolare la creatività dei colleghi docenti e dei Dirigenti che con la Legge 107 del 2015 hanno assunto un ruolo decisivo e grandi responsabilità per far crescere ed orientare i giovani verso mete e traguardi per i quali essere fieri come cittadini e come Istituzioni.

        Ad Maiora !!!!!

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Europa per la scuola

Seconda puntata della nostra Rivista dedicata all’Europa, con una panoramica sulle esperienze positive che la progettazione Erasmus sta permettendo alle nostre scuole, ai nostri docenti ma soprattutto ai nostri studenti. Il confronto con la cultura e le tradizioni degli altri popoli, con i colleghi delle scuole coinvolte nei partenariati, sono, per stessa ammissione dei partecipanti, occasioni di crescita professionale, di stimolo a migliorare. Gli studenti che prima e dopo le visite di studio continuano negli anni a mantenere rapporti di amicizia e scambi di inviti sono la dimostrazione di quanto siano stretti alle nuove generazioni tutte le barriere e i muri che gli “adulti” cercano di creare. Muri non fisici e impossibili ed inesistenti nel mondo globale ma “muri”, separatezze culturali per iniettare odio e trovare capri espiatori per sviare dai veri problemi della nostra società che necessita di slanci culturali che solo dai giovani, dalla ricerca, dalle start up possono venire. “Muri” di odio che entrano anche nelle nostre aule e spingono un sedicente maestro di Foligno a sbeffeggiare uno studente per il suo colore della pelle.

Ho partecipato per 17 anni alla progettualità di Socrates, Comenius, LLP, Arion, Erasmus plus, E twinning, Comenius Regio e tutti i meeting e i progetti elaborati sono stati una grande occasione di crescita professionale, culturale ed umana per i miei studenti, docenti e per le comunità coinvolte. L’amicizia e l’affetto nati in brevi ma intensi incontri tra gli studenti partecipanti, tra studenti e famiglie ospitanti dimostrano quanto sia utile e necessario aprirsi all’altro, confrontarsi, non avere “paura”.

La scuola italiana deve essere grata all’Europa per aver offerto questa possibilità, questa opportunità e dobbiamo solo augurarci che possa esserci a breve, anche in occasione del rinnovo del Parlamento Europeo, una “Primavera dell’Europa”, per ripartire e costruire l’Europa dei popoli, l’Europa dei cittadini operosi e studiosi, capaci di ridare slancio all’idea fondante della Costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Sarebbe opportuno riprendere la riscrittura della Costituzione dell’Europa proprio in un periodo in cui falsi e illusori sovranismi e cavalcanti populismi rischiano di minare le fondamenta di un progetto nato per crescere “uniti nella diversità”. Leggi tutto “Europa per la scuola”

Europa, Europa!!!

Abbiamo voluto dedicare il presente e i prossimi due numeri di #ArtedoUniversoScuola alle tematiche della nostra cara Europa, per l’importanza che essa riveste da decenni nella vita sociale, culturale di tutti noi e far partire dalla scuola un messaggio che riporti alle radici e ai valori fondativi dell’essere “diversi ma uniti” nell’Europa.

L’idea di un’Europa dei Popoli nasce, negli anni tristi che prefiguravano lo scoppio della seconda guerra mondiale, a Ventotene per intuizione di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, confinati nell’isola, e anch’essi così “diversi” politicamente, ma “uniti” nell’idea della necessità di ripensare alla pace, alla convivenza pacifica delle nazioni che si erano dilaniate in guerre fratricide per millenni.

Spinelli e Rossi danno vita al «Manifesto per un’Europa libera e unita» dove viene elaborata «la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in Stati nazionali e sovrani» per dar vita e «creare un solido Stato internazionale».

Il risultato più suggestivo di questa idea è diventato vita reale, sociale, culturali della “generazione Erasmus” (acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students) che ha coinvolto, in questi ultimi trenta anni, la partecipazione di ben 12 milioni di giovani, studenti, docenti e volontari e di un milione dei bambini nati dagli “erasmiani”, coppie formatesi tra cittadini di diverse nazioni dell’Europa.

La scuola ha avuto ed ha un ruolo molto importante nella creazione dell’Europa dei Cittadini e i dati sull’attività eTwinning vedono la nostra scuola e il nostro Paese tra i più attivi in Europa in termini di partecipazione, risultati e riconoscimenti all’interno della community per i gemellaggi elettronici tra scuole. L’Italia è il secondo Paese sui 36 aderenti all’azione per numero di insegnanti iscritti, con un totale di circa 70.000 registrati sui circa 650.000 del resto d’Europa. Le statistiche italiane riferite al 2018 fanno segnare un vero e proprio record annuale nei nuovi progetti attivati dai nostri docenti: ben 5.275 facendo segnare il 60% in più rispetto al record del 2017 elevando al totale di 31.000 progetti presentati a partire dal 2005 e posizionandosi quale terzo Paese dopo Turchia e Polonia per il volume dei progetti realizzati.

Progetti ed eventi Socrates, Comenius, Erasmus sono esperienza viva per tante studentesse e studenti, per tanti docenti e anche per alunne ed alunni di scuola primaria, che facendo tesoro delle nuove tecnologie sono riusciti a mantenere vivi contatti ed amicizie con scambi che poi hanno coinvolto anche le famiglie.

Queste grandi e significative esperienze di crescita culturale rischiano di essere strozzate e mortificate dalla cultura “diversi e quindi separati” che sta prevalendo in molti Paesi Europei che stanno distruggendo “ponti” per elevare “muri” dell’indifferenza, dell’odio e dell’incomprensione.

Tocca alla scuola, ai docenti, ai giovani, agli studenti  abbracciare il manifesto di Ventotene e “farlo volare sui cieli d’Europa”.

A scuola di Intelligenza Emotiva - Camera dei Deputati

Anno 2019 si riparte!

Anno nuovo, vita nuova!!!”, per ripartire, per rimotivarsi e affrontare le vivacità delle nostre comunità studentesche, le novità normative continue che si ritiene opportuno inserire per governare il sistema complesso dell’Istruzione nel nostro Paese.

E allora, Auguri a tutte e a tutti i Discentes della nostra Rivista,  cui auguriamo un 2019 che permetta loro di veder realizzati tutti i loro sogni professionali e personali, a tutti i collaboratori e redattori, ai nostri lettori,  a tutti i docenti e operatori della scuola e agli studenti.

Oltre agli Auguri, un ringraziamento alla Prof.ssa Rosalia Rossi che ha accolto l’invito a collaborare e coordinare insieme a me la pubblicazione della nostra Rivista.

Abbiamo scelto, per questo primo numero del secondo anno della rivista, la metafora dell’anno nuovo per raccontare il tema “La scuola che vorrei”, per dare voce ai docenti, agli studenti che colorano le nostre scuole di creatività, di passione, di impegno necessari per proiettarci insieme e con consapevolezza verso traguardi sempre più avanzati, più impegnativi, più suggestivi, se riusciamo a viverli come sfida verso il futuro.

E’ stato un piacere quindi leggere i contributi arrivati da tutta Italia e abbiamo dato la precedenza a una lettera di un’alunna che chiede a Babbo Natale di poter continuare a studiare con la sua maestra e all’intervista di uno studente al gruppo di  Lecce “MaBasta”, per far conoscere le brillanti iniziative degli studenti del Costa Galilei contro il cyberbullismo. Non potevamo non dedicare un ricordo al giornalista- studente Antonio Megalizzi che ha inseguito il sogno di Adenauer e Spinelli per un’Europa capace raggiungere l’obiettivo di tenere i Popoli  Uniti nella Diversità”.

La scuola che vorrei” non necessita di nuove leggi, di nuove norme, come spesso ci si affanna da anni a livello istituzionale, ma della deontologia e la passione dei docenti, che non manca in tantissimi e moltissimi e dell’impegno degli studenti che devono cogliere la centralità del loro ruolo e l’importanza del loro studio e del loro impegno per proiettarsi con competenza verso traguardi sempre più ambiziosi ed esaltanti se vissuti con entusiasmo, consapevolezza, intelligenza e creatività.

La scuola che vorrei necessita di cooperazione tra docenti e di una didattica cooperativa, necessita di progettualità capace di dare “senso all’esperienza”, attraverso “un’esperienza di senso”, per fare acquisire l’importanza dell’essere scuola e comunità e comunità aperta ai valori e non chiusa nelle sue paure.

Artedo ed il suo Presidente Dott. Stefano Centonze, che ringrazio anche come editore della nostra Rivista, da anni si battono perché si dia maggior peso e significatività all’educazione delle emozioni e allo sviluppo dell’intelligenza emotiva e lo scorso 20 dicembre presso la Camera dei Deputati è stato presentato il suo libro “A scuola di intelligenza emotiva” e sollecitato una proposta di legge per l’introduzione nel curricolo obbligatorio di un’ora da dedicare allo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Ne abbiamo tutti grande bisogno per arricchire le nostre Comunità di sorrisi, di ambizioni, di consapevolezze e di traguardi.

Auguri e Felice 2019 !

AAA… Dirigenza cercasi!!!

Il sistema scolastico italiano è composto da circa 8000 Istituzioni scolastiche autonome, di cui 3000 circa senza un Dirigente Scolastico titolare e circa 2400 scuole senza Direttori dei Servizi Generali Amministrativi titolari. Da decenni, inoltre, il complesso mondo delle scuole è privo di 600 Dirigenti Tecnici.

Abbiamo voluto quindi dedicare il quinto numero della nostra Rivista alla Dirigenza scolastica e alla Dirigenza Tecnica. Abbiamo ospitato, quindi, i commenti e le riflessioni di quanti sono stati in “trincea” nei fatidici  150 minuti del 18 ottobre scorso, durante i quali dei professionisti preparati, motivati, con anni di esperienza e di studio  non hanno avuto il tempo, il gusto ed il piacere di descrivere come prefiguravano una funzione dirigenziale strategica nella scuola dell’autonomia, nel terzo millennio, nella società complessa, tra innovazioni necessarie  per rispondere a nuove esigenze culturali e sociali e dimostrare di essere pronti ad assumere il timone di questa “Vela d’altura”. Le modalità con cui si è operato da parte del MIUR hanno fatto diventare il tanto atteso “concorso” una “scommessa”.

Le vicende concorsuali per la Dirigenza scolastica pensate e definite dal MIUR sono ancora più inverosimili e stridenti se confrontate ai concorsi paralleli e analoghi  nelle Province di Bolzano e Trento dove nella massima professionalità e con modalità innovative (pensate al portfolio per il bilancio delle competenze) stanno selezionando la loro dirigenza scolastica per un investimento sicuro per il futuro delle loro generazioni giovanili.

Un sistema autonomistico complesso come quello della scuola italiana necessita anche di una forte e qualificata Dirigenza Tecnica. Nel DPR 80 del 2013 si prefigurava già un corpo ispettivo che insieme ad Indire e Invalsi presidiasse i processi di miglioramento del sistema scolastico. I numerosi nuclei di valutazione esterna (NEV) coordinati dai Dirigenti Tecnici avrebbero dovuto visitare 2400 scuole entro l’anno scolastico 2017/2018, mentre ora sono solo 700 le scuole appena visitate, facendo presagire che solo nel 2034 tutte le scuole avranno il piacere di potersi confrontare con i nuclei di valutazione dell’Invalsi, vanificando in questo modo la bontà e i risultati sperati. Nessuna organizzazione seria può pensare di attivare un efficace processo di miglioramento con un ciclo di 20 anni.

Inoltre, il Decreto Legislativo 66 del 2017 prefigura, a partire dal primo gennaio del 2019, la costituzione dei GIT (Gruppi di Inclusione Territoriali) che dovrebbero essere presieduti da un Dirigente Tecnico. Ai GIT (circa 400 in tutta Italia) spetta la gestione degli organici degli insegnanti di sostegno e soprattutto l’attivazione di politiche d’inclusione territoriale di area vasta.

Quindi,  AAA… Dirigenza cercasi!!!  perché un organismo così complesso come il sistema scolastico autonomistico italiano non può essere acefalo!!!

In un periodo di grandi riforme a livello mondiale (Agenda 2030) ed europeo (Raccomandazione sulle competenze di cittadinanza del 22 maggio 2018) ed italiano (Legge 107 del 2015 per una scuola intesa come “laboratorio permanente di ricerca”) necessita una dirigenza scolastica e tecnica capace di elaborare strategie educative capaci di gestire la complessità.

Naturalmente è necessario ridefinire ruoli e funzioni di queste dirigenze.

La dirigenza scolastica per avallo della ricerca internazionale ha ripensato il suo ruolo e la proiezione attuale è verso una dirigenza per l’apprendimento e più attenta alla “vision” pedagogica come traspare anche dalle tracce assegnate al concorso, senza trascurare l’importanza dell’efficienza e dell’efficacia della managerialità.

Per la Dirigenza Tecnica è necessario avviare un’adeguata riflessione per scardinarne la funzione (ex ispettiva) incentrata sulle “patologie” e sulle disfunzioni del sistema e più indirizzata, invece, verso le innovazioni e l’implementazione delle riforme. La Raccomandazione europea del 22 maggio 2018, che possiamo ritenere una “guida didattica” per impostare una nuova ed efficace progettazione per competenze, non è stata inserita nell’ordine del giorno dei collegi docenti e non è stata neanche percepita come momento importante di riflessione da parte del MIUR e del corpo ispettivo.

A tal proposito un mio amico ispettore mi confidava “la maggior parte delle giornate le trascorriamo in tribunale”. Pertanto non serve una dirigenza tecnica per le “patologie”; questa funzione può essere delegata benissimo alla dirigenza amministrativa; serve, piuttosto, una Dirigenza Tecnica che si faccia carico della ricerca, dei processi di miglioramento per una scuola di qualità e per fungere da stimolo delle politiche di governance necessarie per un sistema scolastico “sostenibile”.

La marginalità, anche numerica del ruolo ispettivo, rende invece afasica ed asfittica una funzione che potrebbe, invece, dare un orizzonte culturale e di innovazione alla nostra scuola.

Auguri per il nuovo Anno scolastico 2018/19

Oggi inizia un nuovo anno scolastico ed è doveroso augurare a tutti i miei  “discentes”, a tutti gli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti e a tutte le famiglie gli auguri per un Anno scolastico che permetta di ridefinire ruolo, finalità della scuola in una società complessa.

Inizia l’anno scolastico con le imminenti celebrazioni del centenario della fine della prima guerra mondiale  che dovrebbero far riflettere sul coraggio e l’eroismo dei giovani del 1899 per portare una nazione alla vittoria di Vittorio Veneto dopo la disfatta di Caporetto.

Il 2019 sarà la ricorrenza dei 20 anni del regolamento dell’autonomia DPR 275 dell’8 marzo del 1999 e ci si deve augurare che sarà il momento di riflettere su come questa autonomia è stata “percepita” ed “agita” dal mondo della scuola, dirigenti scolastici e collegi docenti, dai decisori politici, dallo stesso Ministero, dalle Organizzazioni sindacali.

L’autonomia spesso è stata interpretata più come possibilità di poter “autodeterminarsi”, che come possibilità offerta per “rideterminarsi” come “ente locale” con “mission nazionale” in funzione di un progetto equo e di qualità al servizio dei cittadini.

Abbiamo voluto dedicare il quarto numero della rivista “Scuola 4 All” ai decreti delegati nati dalla legge 107 del 2015, che ha cercato di ripensare ad una scuola “inclusiva” attraverso i decreti legislativi 62 sulla valutazione e 66  sulle univers-quità.

La 107 ha rilanciato l’arte e la musica e il teatro con il decreto legislativo 60 e la creazione di un sistema integrato dell’infanzia da zero a sei anni con il decreto legislativo 65.  Non ha dimenticato il diritto allo studio e le scuole italiane all’estero e ha voluto ridefinire nuove modalità di reclutamento dei docenti attraverso il decreto lgs 59 prevedendo per la prima volta l’obbligo per chi ritiene di voler fare il docente di inserire nel proprio piano di studi, crediti formativi di riferimento alle metodologie didattiche, agli studi psicologici e ad una formazione didattica.

Abbiamo ritenuto opportuno ed utile per il mondo della scuola questo approfondimento attraverso il contributo degli addetti ai lavori, dei docenti, perché queste tematiche sono state poco conosciute  e spesso raccontate senza averne colto indicazioni e prospettive  alla base della riforma complessa prevista e disegnata dalla legge 107 del 2015, che rischia di essere picconata dalle incomprensioni o per giochi extradidattici.

Voglio concludere questo messaggio augurale facendo mio e rilanciando l’appello del CIDI di Milano alla scuola di “non stare a guardare” di Emma Colonna . Di fronte all’ignoranza sbandierata nei social , di fronte alla mancanza di valori ostentata in tante occasioni  bisogna che “ la scuola sia  un luogo di libertà, il posto in cui ci si sente liberi di essere se stessi e dove si impara ad ascoltare e a ragionare, a interloquire tra pari, a interpretare la realtà”.  

Si riparte!!!

Riparte la 18ª legislatura dopo tentennamenti e perplessità e per le politiche scolastiche ci potrebbe essere una nuova ripartenza, una nuova ridiscussione delle ultime riforme pensate e implementate con la legge 107 del 2015 che è stata ampliamente al centro della discussione nella passata campagna elettorale.

Si riparte con un nuovo Ministro dell’Istruzione, a cui vanno gli auguri di Buon lavoro da parte della rivista “Scuola 4 All” e si apprezza la recente dichiarazione di voler porre fine alle reggenze dando ritmo ai concorsi per Dirigenti Scolastici e per Direttori Servizi Generali ed Amministrativi per permettere a tutte le scuole di poter avere dal 1 settembre 2019 Dirigenti Scolastici e Direttori Amministrativi titolari in tutte le Istituzioni scolastiche che sono diventate organizzazioni complesse che necessitano di dirigenti strategici, capaci, motivati e competenti e di Direttori amministrativi efficienti.

Dedichiamo il terzo numero della rivista alla tematica dell’Inclusione e devo esprimere subito i ringraziamenti a Dario Ianes che ha voluto offrire un suo originale ed elegante ed attuale messaggio innovativo sull’argomento. L’attenzione a tematiche di civiltà come l’inclusione da parte della nostra rivista, nei giorni drammatici della vicenda della nave Aquarius, dimostra come le Istituzioni Scolastiche e gli operatori scolastici rimangano baluardo significativo e forte di civiltà, di cultura, di confronto interculturale per dare valore e dignità alle speranze per una costruzione di un mondo sostenibile, inclusivo ed intelligente.

Negli ultimi 50 anni grazie al contributo di docenti  illuminati e di legislatori buoni interpreti della necessità di costruire “coscienze terrestri”, ricche di una “coscienza ecologica” e di una “coscienza antropologica”, le politiche di inclusione hanno rappresentato un continuo progress culturale che ha provocato una vera rivoluzione copernicana  passando dai “cittadini invisibili”, ai “cittadini segregati” nelle classi differenziali, per poi garantire ai diversamente abili di vivere  e convivere nelle classi normali per socializzare prima ed integrarsi dopo.  E questo incedere “elegante” non poteva non concludersi con l’esaltazione dell’inclusione e della “diversità normale” come sottolineato nell’ultima nota del MIUR del 17 maggio 2018.

Un’altra felice coincidenza della nostra rivista è la pubblicazione alcuni giorni fa da parte della European Agency  for development in Special Need education del Profilo dei docenti inclusivi in cui si esalta come “l’inclusione è un principio, un approccio educativo basato sui diritti, sostenuto da una serie di valori fondamentali: uguaglianza, partecipazione, sviluppo e sostegno delle comunità e rispetto della diversità.

E il successo dell’inclusione dipende dai “valori di cui il docente è portatore”.

E noi di “Scuola 4 All” ci stiamo provando!!!

Valutare per migliorare!

Nella giornata conclusiva delle prove Invalsi esce il nostro secondo numero della Rivista “SCUOLA 4 ALL” che abbiamo voluto dedicare ad un argomento topico della pedagogia e della didattica italiana: la VALUTAZIONE  che finalmente è diventata una valutazione di  SISTEMA, considerato che, dopo il DPR 80 del 2013 e la Legge 107 del 2015, non solo gli apprendimenti degli studenti sono presi in considerazione dai docenti e dall’INVALSI, ma anche gli insegnanti, i dirigenti scolastici e la stessa istituzione scolastica vengono valutati, attraverso il Rapporto di Autovalutazione, il Piano di Miglioramento e la Rendicontazione sociale, che diventano strumenti  per attivare percorsi metacognitivi di miglioramento.

E i docenti dovrebbero essere i primi e i più solleciti a difendere i percorsi attivati in questi ultimi cinque anni, i quali potrebbero dare slancio, vivacità culturale e professionale ad una categoria che spesso mostra disorientamento e affaticamento nell’affrontare le innovazioni.

Il decreto legislativo 62 del 2017 e i successivi e conseguenti decreti ministeriali 741 e 742 del 2017 hanno ridisegnato la funzione ed il ruolo della valutazione per una scuola INCLUSIVA, che significa non una scuola più facile, una scuola permissiva, rinunciataria, ma un’Istituzione  che prende “in cura” lo studente e lo aiuta a realizzare il suo “progetto di vita”, lo orienta e lo accompagna verso le competenze alte che sono richieste oggi da processi di apprendimento personalizzati che spingono il legislatore ad assegnare al dirigente e alla comunità professionale il compito di valorizzare il talento che c’è in ognuno di noi (comma 29 della legge 107 del 2015).

Il D.M. 741 / 2017, nel rimodulare i contenuti degli esami di stato per il primo ciclo per quest’anno e per il secondo ciclo nel prossimo anno ponendo nella sua centralità le competenze di cittadinanza, obbliga e sollecita ad un ripensamento della didattica. Gli sforzi dei collegi, delle comunità di pratiche, dei dipartimenti, delle reti di scopo dovrebbero essere indirizzati non solo a rimodulare gli esami di stato, ma a ripensare i percorsi di apprendimento facendo tesoro anche dell’educazione informale e non formale così pervasiva, preponderante e più coinvolgente di quella formale.

Valutazione che non può limitarsi alle  sue tradizionali dimensioni sommativa, formativa ma che deve arricchirsi anche della valutazione orientativa che partendo dal progetto di vita del ragazzo costruisce un curricolo personalizzato capace di motivare e  di rispondere positivamente  al comma 28 della legge 107 del 2015 che chiede alle Istituzioni scolastiche di tenere nella massima considerazione, nel definire il Piano Triennale dell’offerta formativa, le esigenze di  arricchire il percorso istituzionale con un curricolo opzionale integrativo richiesto dallo studente e funzionale al progetto di vita dello stesso.

Sfide interessanti e avvincenti che possono rilanciare il protagonismo dei docenti, dei collegi e alle quali questa rivista cercherà di dare il proprio modesto contributo.

 

Scuola 4 All: Auguri!

E’ con immenso piacere che annuncio la nascita di una rivista, di cui mi assumo la responsabilità della direzione, dedicata alla scuola, nata dalla  “Comunità di pratiche-Discentes ” che da settembre dialoga appassionatamente sulle tematiche della funzione sociale della scuola dell’autonomia, sul ruolo del Dirigente scolastico, sulla nuova funzione del docente inteso come “regista”, “coach”, “mentore”, capace di orientare e guidare le giovani generazioni verso il loro personale progetto di vita e non più solo con la trasmissione dei saperi disciplinari di cui  gli studenti dispongono nei numerosi database, quali wikypedia, facili da usare e a portata di clic.

Una comunità di pratica di circa 200 professionisti  che ho avuto modo di conoscere e apprezzare nei miei corsi di formazione online ed in presenza in tutta Italia e che ha spinto qualche docente più creativa e intraprendente a porsi e a lanciarsi in una nuova sfida, perché l’educazione è soprattutto una “sfida al futuro”. E sono molto grato sia alla Dott.ssa Cristina Petraroli, che per prima ha lanciato l’idea della creazione di una rivista scritta dai docenti, sia al Presidente di Artedo Dott. Stefano Centonze che ha subito accolto l’idea di mettere a disposizione il portale “Italia4All Scuola”, dedicato interamente alla didattica e alle problematiche scolastiche, per la realizzazione, divulgazione e implementazione di questa magnifica esperienza che sicuramente darà la possibilità ai docenti, ai dirigenti scolastici, agli operatori della scuola di avere una palestra di discussione,  condivisione e dibattito.

Abbiamo voluto intitolare la nostra rivista, che sarà mensile, “SCUOLA 4 ALL” per dare subito l’idea di uno strumento per tutti, con tutti e soprattutto di tutti. Vogliamo che la rivista sia uno stimolo per lo sviluppo professionale di tanti operatori  della scuola, per dare voce alla progettualità delle istituzioni scolastiche, per valorizzare le competenze diffuse e per venire incontro ai tanti docenti che non trovano la spinta, il coraggio, la motivazione a scrivere e l’occasione per  raccontarsi.

Non sarà una rivista di esperti, dalle biografie che potete leggere nel portale lo si evince, ma di appassionati del proprio lavoro, di professionisti convinti assertori dell’importante ruolo della scuola, di responsabili del contributo valoriale che necessita alle nuove generazioni, in un’epoca e in una società che stanno rinunciando ai valori e alle idealità, immiserendosi in individualismi  ed egoismi.

Un grazie ai redattori tutti e ai collaboratori, tanti, che hanno accolto subito l’invito a  rendersi protagonisti di un’esperienza formativa, certi che la socializzazione di riflessioni e di esperienze professionali e didattiche possano aiutare a crescere e a riconoscersi nella scuola dell’autonomia.

Il contributo di questa rivista sarà rivolto per sollecitare istituzioni scolastiche capaci di progettualità partecipata adeguata ad affrontare le tante sfide di una scuola innovativa che si rinnova in funzione di una società in continua evoluzione che ci offrirà scenari sempre più imprevedibili che avranno bisogno di nuove start up, di tanta creatività, di tanta sensibilità e di tanta e nuova qualità. Solo la scuola e i suoi docenti possono avere nella loro “mission” il gusto di rispondere a sfide così complesse, ma fascinose che potranno essere vinte con la collaborazione e partecipazione di tutti .

E  credo che sia proprio adatto e necessario augurarci tutti: AD  MAIORA !!!

Fermare il cyberbullismo con una comunità competente

a cura di Sandra Troia I.C. Vittorio Alfieri – Taranto

Essere competenti per essere sicuri online

“Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi”  è il percorso formativo con cui l’I.C. Vittorio Alfieri di Taranto ha messo in campo la propria strategia “Fermare il cyberbullismo con una comunità competente”.

Il corso è stato rivolto ai genitori degli allievi dell’Istituto scolastico e finanziato dal Piano Operativo Nazionale come modulo del progetto “DIVERSAMENTE A SCUOLA: insieme si può fare! ”(1).

L’intervento, della durata di 30 ore, ha informato/formato i genitori su come essere “guide competenti” dei propri figli nell’uso degli strumenti ed ambienti digitali seguendo un format utilizzato anche in altre scuole(2).

Scuola e famiglia, nell’esperienza d’apprendimento, si sono coordinate per tracciare una strategia condivisa di educazione alla cittadinanza digitale dei minori.

L’idea chiave su cui è stata sviluppata l’esperienza è che la sicurezza online dei nuovi cittadini è strettamente legata al loro livello di competenza digitale. Non si può contrastare il cyberbullismo se non si offre ai giovani studenti il supporto congiunto di scuola e famiglia per:

  • “far crescere” lo spirito critico
  • consolidare l’autonomia
  • allenare la capacità di affrontare situazioni problematiche.

L’attività è stata strutturata partendo dall’analisi dell’esperienza quotidiana vissuta dai genitori e dai minori valorizzando le testimonianze raccolte durante il corso e nel percorso di approfondimento “Nuovi cittadini competenti digitali”(3) che vede gli studenti protagonisti di azioni didattiche sul tema della cittadinanza digitale (e della sicurezza online).

“Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi”(4 ) rientra, inoltre, in un progetto di educazione digitale più ampio realizzato dall’Istituto scolastico presentato nell’ambito dell’edizione 2018 di Didamatica (5) nel paper scientifico “DigComp 2.1, DigCompOrg e DigCompEdu nella Scuola. Esperienze di apprendimento per studenti, famiglie, personale scolastico”(6).

Cittadini e genitori

Qual è stato il ruoIo della mamma o del papà che hanno frequentato il percorso formativo?

I genitori sono stati formati nel duplice ruolo di cittadini e responsabili dell’educazione digitale dei propri figli e sono stati coinvolti attivamente nel percorso attraverso l’uso di strumenti digitali e ambienti online. Per il progetto è stato creato un ambiente digitale dedicato (http://www.cittadinanzadigitale.eu/cyberbullismo/).

I corsisti, in fase di accoglienza, sono stati guidati a realizzare una prima auto-valutazione della propria competenza digitale utilizzando il tool Europass (7) e, successivamente, a confrontarsi con il modello DigComp a cura del Centro comune di della Commissione europea(8).

Il modello DigComp è un quadro comune per le competenze digitali, costituisce un punto di riferimento per le iniziative degli stati membri volte a sviluppare e migliorare le competenze digitali di tutti i cittadini. Individua e descrive le competenze digitali in termini di conoscenze, abilità e atteggiamenti, fornisce una definizione dinamica della competenza digitale che non guarda all’uso di strumenti specifici, ma ai bisogni di cui ogni cittadino della società dell’informazione e comunicazione è portatore:

  • bisogno di essere informato,
  • bisogno di interagire,
  • bisogno di esprimersi,
  • bisogno di sicurezza,
  • bisogno di gestire situazioni problematiche connesse agli strumenti tecnologici ed ambienti digitali (9).

La competenza digitale, una delle 8 competenze chiave europee (10) a cui l’offerta formativa della scuola italiana fa riferimento, come indicato nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012 (11) , si declina anche come “competenza in sicurezza” (protezione della privacy, dei dati, degli strumenti, della reputazione online, ecc.).

 

  • 2.6 Gestire l’identità digitale

 

Il percorso ha fornito ai genitori riferimenti e indicazioni concreti per la tutela della sicurezza online dei minori e si è focalizzato sulla stretta connessione tra la dimensione analogica e quella digitale nella vita dei cittadini di ogni età.

Tra le 21 competenze digitali indicate nel DigComp (2.0/2.1) sono state selezionate:

 

  • 2.5 Netiquette

 

Essere consapevoli delle norme di comportamento e know-how mentre si utilizzano tecnologie digitali e si interagisce in ambienti digitali. Adattare le strategie di comunicazione ad un pubblico specifico ed essere consapevoli di diversità culturali e generazionali negli ambienti digitali.  Creare e gestire una o più identità digitali, essere in grado di proteggere la propria reputazione, occuparsi dei dati prodotti mediante l’uso di diversi strumenti digitali, ambienti e servizi.

 

  • 4.2 Proteggere i dati personali e la privacy

 

Proteggere i dati personali e la privacy in ambienti digitali. Sapere in che modo utilizzare e condividere dati personali proteggendo se stessi e gli altri da eventuali danni. Essere a conoscenza che i servizi digitali utilizzano una “Privacy policy” per informare su come i dati personali sono utilizzati.

 

  • 4.3 Tutelare la salute e il benessere

 

Saper evitare rischi e minacce al benessere fisico e psicologico durante l’utilizzo di tecnologie digitali. Essere in grado di proteggere se stessi e altri da possibili pericoli in ambienti digitali (ad esempio cyber bullismo). Essere a conoscenza delle tecnologie digitali per il benessere e l’inclusione sociale.

 

e intorno a queste si è sviluppata l’esperienza formativa che è stata articolata in 4 fasi (dedicate all’ascolto dei bisogni, all’informazione/formazione, alla sperimentazione di strumenti ed ambienti  e alla valutazione).

 

L’attività è stata condotta utilizzando risorse ed ambienti digitali che i corsisti hanno fruito ed “abitato” utilizzando i loro device, con l’obiettivo di consentire loro di sperimentare in modo diretto quanto previsto dall’azione #6 del Piano Nazionale Scuola Digitale (Bring Your Own Device).

 

Tra le attività è stata effettuata la navigazione guidata delle diverse sezioni del sito del Safer Internet Centre Italia (http://www.generazioniconnesse.it ) che è servita da stimolo per il dibattito, la comprensione di espressioni e fenomeni (sexting, grooming, hate speech, ..), l’apprendimento

 

tra pari e la produzione collaborativa di output che hanno richiesto anche il contributo degli studenti12.

 

Strumentale all’individuazione di comportamenti scorretti che mettono a rischio la sicurezza e il benessere del minore è stata la consultazione dei termini d’uso di Facebook, YouTube, Instagram, WhatsApp,… È stata, purtroppo, confermata13 la tendenza a non rispettare le indicazioni in merito all’età richiesta per l’accesso ed uso dei servizi anche per una sottovalutazione dei possibili pericoli da parte dei genitori e/o per evitare l’esclusione dal gruppo dei pari.

 

Notevole interesse è stato registrato in merito:

    • alle indicazioni fornite per impostare il “parental control
    • al Pan European Game Information (PEGI), il metodo di classificazione dei videogiochi attraverso categorie di età e otto descrizioni di contenuto,
    • all’analisi della Legge del 29 maggio 2017, n. 71 – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

 

Tra i prodotti realizzati nell’ambito dell’esperienza di apprendimento, e resi accessibili attraverso l’ambiente web del progetto, si segnalano:

    • “La scuola laboratorio di innovazione” (carte per stimolare il dibattito tra il personale della scuola)14,

“Sei un genitore? Mettiti alla prova!” (test delle competenze digitali dei genitori di nuovi cittadini)15.

 

 

1 “DIVERSAMENTE A SCUOLA: insieme si può fare!”- codice identificativo progetto 10.1.1A-FSEPON-PU-2017- 140 – CUP H54C17000010007 – Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi

2 Percorso formativo progettato e condotto dalla prof.ssa Sandra Troia.

3 http://www.cittadinanzadigitale.eu/smart/83-2/

4 “DIVERSAMENTE A SCUOLA: insieme si può fare!”- codice identificativo progetto 10.1.1A-FSEPON-PU-2017- 140 – CUP H54C17000010007 – Cyberbullismo: minacce digitali e rischi connessi

5 http://www.cittadinanzadigitale.eu/blog/2018/04/20/didamatica18-digcomp-competenze-digitali-tutti- cittadini/

6 http://www.aicanet.it/documents/10776/2101882/didamatica2018_paper_45.pdf/c3117f8e-67dd-49b2- 92fb-4cd6d805bca1

7 https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/curriculum-vitae

8 https://ec.europa.eu/jrc/en/digcomp

  1. http://www.cittadinanzadigitale.eu/wp-content/uploads/2015/09/digcomp_Ferrari_Troia1.pdf
  2. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex:32006H0962
  3. http://www.indicazioninazionali.it/J/