Pratiche laboratoriali: l’archeologia nei Licei

Oggi più che mai la ricerca e la sperimentazione sono attività fondanti della progettualità messa in atto da ogni singola scuola, che aperta a scenari sempre più complessi diventa non solo lo spazio fisico in cui si muovono i vari attori, ma anche lo spazio fluido delle interazioni sociali, in grado di favorire nello studente un apprendimento attivo e partecipato.

In questa prospettiva risulta strategico il ruolo rivestito dal dirigente scolastico, che, in quanto leader per l’apprendimento volto all’innovazione e al miglioramento, dovrà favorire pratiche di organizzazione della didattica, di cooperazione e collaborazione, dovrà sostenere lo sviluppo del capitale umano e promuovere tutte le esperienze che portano gli studenti allo sviluppo del pensiero critico e all’acquisizione di competenze spendibili in tutti gli ambiti della vita, avvalendosi in questo dei rapporti con enti esterni, esperti e specialisti del mondo del lavoro.

Le istituzioni scolastiche, alla luce  del Decreto Legislativo n. 60 del 2017, attuativo della Legge n. 107 del 2015, sono chiamate a valorizzare l’esperienza diretta e i saperi degli studenti, attraverso la promozione della cultura umanistica, la valorizzazione del patrimonio e delle promozioni culturali ed il sostegno della creatività, secondo modalità di tipo laboratoriale ed operative.

Un progetto che ha visto gli studenti impegnati in esperienze di scavo archeologico sul campo è stato attivato dal  Liceo Classico “G. Piazzi – C. Lena Perpenti” di Sondrio. Gli studenti impegnati in questo progetto triennale ed europeo hanno coniugato lo studio delle lingue classiche, greco e latino, della lingua straniera, della grammatica comparata, della storia e della geografia, della storia dell’arte con lo studio delle discipline scientifiche e con attività pratiche in un ambiente di apprendimento strutturato ad hoc. L’esperienza è stata molto significativa e coinvolgente per gli studenti che confrontandosi con esperti, specialisti, archeologi, paleo-antropologi, biologi e genetisti, docenti universitari, hanno mobilitato gli apprendimenti anteriori, arrivando alla risoluzione di problemi di natura sempre più complessa, e hanno sviluppato le competenze necessarie per muoversi con disinvoltura nel mondo della complessità.

Attraverso l’esperienza di laboratorio archeologico gli studenti, rafforzando la coscienza della loro radice, diventano protagonisti consapevoli di una storia capace di legare passato e futuro, certezze e ambivalenze, arrivando così alla costruzione di una vera identità di cittadini europei, che li proietta in una dimensione globale.