Banzi: una scuola aperta al mondo

Al Banzi in aumento il numero di studenti in mobilità individuale

Incoraggiare, accompagnare e valorizzare le esperienze di studio all’estero

Maddalena, Michela, Ludovico, Carlo, Riccardo, Maria Cristina, Ludovica, Chiara, Enrico, Pantaleo, Francesca, Viola… e tanti altri nomi a cui corrispondono tanti giovani studenti che in venti anni ho visto partire dal Liceo Scientifico Banzi Bazoli  per fare un’esperienza di studio all’estero. Molti di loro brillanti e determinati: la decisione  è stata coerente con la loro voglia di conoscere che già a scuola manifestavano; altri, invece, hanno stupito tutti con una scelta di percorrere sentieri nuovi, maturata in un’adolescenza molto tranquilla e protetta dalla consuetudine quotidiana. Eppure tutti sono tornati uomini e donne, a cui la vita aveva insegnato tanto nel periodo trascorso lontano dalla propria casa e dalla propria scuola.

Queste esperienze di mobilità, che nei primi anni coinvolgevano pochissimi studenti, nel tempo sono diventate sempre più diffuse, fino ad arrivare, oggi, ad un numero molto elevato: nel prossimo anno scolastico quattordici studenti, di cui nove per un intero anno, seguiranno un percorso di formazione all’estero. Sono numeri significativi che si spiegano non solo alla luce della nota MIUR del 10 aprile 2013, intitolata “Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale”, con la quale il Ministero sostiene le esperienze di mobilità internazionale degli studenti e regolamenta il riconoscimento degli studi effettuati all’estero ai fini della riammissione nella scuola italiana; così come invita a “valorizzare la presenza di studenti stranieri all’interno delle classi per favorire una crescita partecipata di tutte le componenti scolastiche stimolando l’interesse e la curiosità per culture diverse dalla propria”.

E’ certamente innegabile l’impatto su larga scala che essa ha avuto, dal momento che ha spinto le scuole a sciogliere dubbi, ad interrogarsi sull’internazionalizzazione della propria offerta formativa, a fare rete per mettere a sistema quanto di positivo già realizzato, tuttavia ciò che incentiva queste esperienze è la qualità delle stesse, a cui la scuola di provenienza contribuisce in maniera determinante. Il Liceo Banzi, già da decenni, grazie alla collaborazione con AFS Intercultura onlus, opera nella direzione indicata dal MIUR nel 2013.

La passione, la lungimiranza, l’intelligenza dei docenti e dei dirigenti che in questi anni si sono succeduti, insieme alla collaborazione con i volontari di Intercultura hanno reso possibile una scuola aperta al mondo, che incoraggia, accompagna e valorizza le esperienze di mobilità. Tutto ciò spiega lo slancio verso esperienze formative all’estero di studenti e famiglie, che consentono di realizzare iniziative di educazione interculturale di vario tipo, come gli scambi-classe e la Settimana Interculturale Salentina, giunta ormai alla sua undicesima edizione. E’ un circolo virtuoso che coinvolge attori diversi, ma che vede la scuola protagonista di un cambiamento nel modo di intendere la formazione dei giovani. Ogni studente che parte e ogni studente che arriva da un altro paese invitano a ragionare sugli assi portanti delle discipline, a riflettere sulla didattica, a coltivare aspettative alte sul successo scolastico dei propri alunni.

Sicuramente la didattica tradizionale, fondata sulla lezione frontale, non favorisce queste esperienze, ma oggi sono sempre più condivise metodologie didattiche di tipo inclusivo, come la flipped classroom. La riduzione della lezione frontale a vantaggio di una didattica laboratoriale facilita le esperienze di studio all’estero degli studenti italiani e l’inserimento degli studenti esteri nella scuola italiana con una ricaduta positiva su tutto il gruppo classe, coinvolto in attività di lavoro di gruppo e di peer education. La mobilità studentesca, pertanto, è anche un volano che spinge la scuola a sprovincializzarsi, a confrontarsi con altri modi di fare scuola, a sperimentare una didattica idonea all’età che viviamo. L’obiettivo è formare giovani che sentano l’appartenenza ad una comunità locale e globale e che siano capaci di impegnarsi attivamente  per costruire un mondo più giusto e sostenibile.