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Creatività e intelligenza emotiva per costruire relazioni felici


Nella continua asimmetria delle relazioni, che appartiene a tutti, la competenza sociale, basata sull’intelligenza emotiva e sull’empatia, aiuta la buona comunicazione e rende efficaci le relazioni interpersonali. Il rapporto tra la propria individuale conoscenza di con quella dell’altro racchiude il senso della competenza sociale, di cui ciascuno abbisogna per avvalorare la chiave di lettura dell’autoconoscenza e per conoscere gli altri. Questa particolare propensione alla consapevolezza di sé rende molto più semplice il concetto di interazione con gli altri secondo la personale capacità di costruire relazioni sane. Ecco come può servire la creatività a questa funzione.

La creatività

Stefan Zweig, scrittore e drammaturgo naturalizzato britannico, scrive che “colui che ha trovato se stesso non può più smarrire nulla in questo mondo. E colui che ha compreso l’uomo che è in sé comprende tutti gli uomini”.

Partendo da questo presupposto, gli studi di carattere antropologico, che ho potuto mettere in pratica nei miei laboratori sul Metodo Autobiografico Creativo, hanno messo bene in evidenza l’importanza della creatività come strumento per “portar fuori” i vissuti personali più profondi. E, dunque, anche le emozioni dolorose con cui, il più delle volte, evitiamo di confrontarci.

L’indagine intorno alla funzione della creatività, allora, permette la riflessione sulle condizioni rilevanti in cui i sistemi aperti (come i circuiti limbici, sede delle emozioni) contagiano le persone che siano esposte a relazioni risonanti ed emotivamente cariche. Così, una storia narrata con il canovaccio della fiaba classica appare lo svelamento del mondo interiore, sommerso e negato, che può essere finalizzato alla dinamicità del personale essere nel mondo e del viaggio verso l’altro.

Il metodo autobiografico creativo

Il Metodo Autobiografico Creativo è, così, uno strumento molto potente, in grado di far comprendere meglio la realtà, la propria, prima di avventurarsi alla scoperta dell’altro. Come confortato dalle più recenti ricerche in materia di epigenetica, peraltro, il dialogo interiore, basato sull’autobiografia e sulla consapevolezza, è in grado di rimaneggiare il DNA nelle sue carenze emotive che vengono ereditate dalla madre.

Nutrire, infatti, il cervello con immagini di conforto, amore, speranza produce lo stesso effetto di un abbraccio, ossia accresce l’aumento del neurotrasmettitore associato alla produzione di ossitocina, l’ormone della fiducia che si sprigiona quando viviamo relazioni intense e gratificanti.

E questo è reso possibile dalla creatività che individua una comoda modalità di espressione e dialogo attraverso la metafora. E’ così che si affronta e si  risolve la conflittualità con le parti buie della personalità. Arriva in questo modo l’autoconoscenza e lo sviluppo del potenziale personale che chiamiamo intelligenza emotiva.

Funzioni della creatività

  • Capire meglio la propria indole,
  • riconoscere e gestire al meglio le proprie risorse e
  • adottare una comunicazione empatica, predisponendo se stessi e gli altri ad un’apertura vantaggiosa per entrambe le parti.
  • Riconoscere, inoltre, ciò che ragionevolmente ciascuno possa aspettarsi da se stessi e dagli altri,
  • prevedere eventuali reazioni e
  • aumentare la competenza sociale, attraverso un rinforzo di autostima e fiducia.

Cosicché, la massima di Ippocrate, “capire meglio il cervello per capire meglio l’uomo”, lascia intendere quanto sia interessante scoprire gli ordini ed i principi che governano la mente per spiegarsi l’agire umano, oltre i processi cognitivi.


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Il ruolo delle emozioni

Ecco che ritorna il tema della centralità delle emozioni che trasmettiamo agli altri e che ci dicono quanto siamo propensi ad accoglierli o rifiutarli. In questo modo, lo schema proposto dal Metodo Autobiografico Creativo è applicabile in azienda, a scuola, in un’associazione.

Sapere preliminarmente, infatti, da quali emozioni siamo, a volte, dominati, può aiutarci a capire che cosa dovremmo fare per dominarle, e non restarne succubi, e da quali stati d’animo sono pervasi anche gli altri. E adeguarci a loro, se il nostro obiettivo è intrattenere relazioni efficaci.

  • Prendiamo una classe. Quanto sarebbe d’aiuto all’insegnante conoscere le proprie emozioni e quelle dei suoi alunni? Questa conoscenza non aiuterebbe una didattica ad personam, piuttosto che una didattica a pioggia? Se è vero, come è vero, che l’apprendimento è un fatto principalmente emotivo, quanto appare utile e fondato l’apprendimento multisensoriale creativo?
  • E in azienda non è forse utile questa consapevolezza per assegnare ad ognuno un ruolo adeguato e introdurre una leadership risonante?

L’intelligenza emotiva

L’utilizzo concreto del metodo autobiografico creativo consente, infatti, di accrescere i livelli di intelligenza emotiva e di equilibrare le relazioni interpersonali in ogni contesto aggregativo. Tant’è che essa rappresenta il presente e il futuro delle competenze richieste dall’apparato “ricerca risorse umane” delle aziende. Ne parla il World Economic Forum che inserisce l’intelligenza emotiva tra le dieci competenze essenziali per i colletti bianchi a partire dal 2020.

Il futuro, dunque, è fatto di persone in grado di capire le persone. Capacità che diventa fondamentale per la giusta collocazione nei ruoli di leader per facilitare l’inserimento delle risorse umane nella mansione più idonea al carattere e all’indole di ognuno.

Grandi persone

Il mondo sta cambiando rapidamente e finalmente ci appare chiaro che per risollevare le sorti economiche dei Paesi non bastano grandi economisti ma servono e serviranno grandi persone. Per questo, sempre di più, esse saranno scelte e formate nei percorsi di consapevolezza, dove si impara a mettere al centro le emozioni e le relazioni.


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