L’Italia sommersa… emergenza rifiuti!


Il mio nome è Mariarita Schiavone, sono una cittadina italiana, docente di scuola primaria presso I.C. “Parente” di Aversa (CE) in Campania, di cui sono referente per il Polo Salute – Ambiente.

E come tale ho partecipato ad incontri formativi organizzati sul territorio dove il focus è stato centrato sui fattori di rischio dell’inquinamento per la salute e ci si è concentrati su una realizzazione d’intenti per una didattica di supporto allo sviluppo delle competenze chiave europee, affinché si promuovessero degli stili di vita sostenibili, i diritti umani (…), la cittadinanza globale.

Con l’insediamento del Parlamento studentesco territoriale “A Piccoli Passi” il 19 febbraio 2019 presso il Real Sito di Carditello si è levato un solo grido di speranza per il futuro “E’ la nostra terra… sia Terra di pace”. Ed io aggiungo che, come testimoni oculari dello scempio ambientale, offriamo il nostro tempo, il lavoro volontario a costo zero per spronare le autorità a fare il proprio dovere.

Il mio forte interesse per una cittadinanza attiva è motivato dall’essere residente in Aversa nell’area definita “Terra dei fuochi” che si estende a cavallo tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. L’espressione “Terra dei fuochi” si riferisce all’interramento di rifiuti tossici, a quelli speciali e ai roghi appiccati in prossimità di centri abitati.

È questo uno dei peggiori crimini ambientali per le conseguenze disastrose causate all’ambiente, all’ecosistema e alla salute di coloro che risiedono nella zona.

L’Organizzazione mondiale della sanità dice che il 90% dell’aumento delle patologie oncologiche è dovuto all’impatto ambientale.

Anch’io sono una delle vittime della mia terra; anch’io, come tanti, sono stata visitata dall’alieno (così chiamo il cancro) che ha tentato di impossessarsi del mio corpo. Un alieno che atterrisce e sconvolge non solo la tua vita, ma quello di un’intera famiglia.

Il mio alieno mi ha portato via le forze, ma mi sono rialzata più combattiva di prima, più risoluta contro coloro che ci fanno annegare in un mare di spazzatura.

Pertanto, mi chiedo come si possa rimanere inerti mentre le vite si frantumano e i corpi si consumano.

La nostra bella Terra stravolta dall’inquinamento, avvelenata, annientata, calpestata vilmente da gente malavitosa al solo scopo di lucro.

Un giorno ti svegli e scopri di essere “malata” e ti chiedi come sia potuto accadere e ti colpevolizzi, cerchi fattori ereditari che magari non esistono.

Ti giri intorno e sei gomito a gomito con altri come te che perdono la propria identità e diventano un numero nelle sale d’aspetto di nosocomi.

Così ti informi, leggi, ascolti, indaghi e scopri che da anni mangi cibo avvelenato, bevi acqua inquinata e respiri aria irrespirabile. E la tua vita cambia: lotti per non morire!

Oggi la mia voce vuole unirsi al coro delle proteste che si leva nella mia terra: “voglio vivere”, ma per farlo è necessario che tutti amino il proprio Pianeta!

Insistere oggi su un territorio come il mio, combattere per salvarlo e salvaguardarlo, per me é un grosso atto di coraggio.

Attualmente  la nostra Italia presenta un panorama fatto di città paralizzate, sommerse da ingenti quantità di rifiuti riciclati, non assorbiti e impianti di smaltimento bloccati. È un’Italia composta ormai da cittadini stanchi, avviliti dalla TARI perché non trovano alcun beneficio per se stessi, per l’ambiente e per la salute.

È dunque il sistema nazionale di smaltimento che non funziona. Basti pensare che l’indifferenziata rappresenta il 48% dell’immondizia raccolta. Specificando meglio, si attesta che il 40% è usato come combustibile negli inceneritori che recuperano energia; il 60% finisce in discarica e non potrebbe, in quanto è un’infrazione sanzionata dall’UE.

In Italia, il problema si pone per i pochi impianti adeguati, per le proteste che bloccano quelli nuovi e, di conseguenza, si assiste ai continui roghi dei rifiuti per corse al profitto di un’economia senza scrupoli.

Siamo in una situazione di stallo perché non si tratta solo di “un’emergenza rifiuti” per i cassonetti stracolmi in alcune città, ma dell’immondizia che non si vede, quella sommersa che avvelena le nostre terre, i suoi prodotti e le falde acquifere.

Ma forse credete che solo il Sud sia malato?

In Italia esistono tante “Terre dei fuochi”. Anche il Nord è rovinato sin dal 1987, secondo le dichiarazioni choc dei pentiti di camorra.

I rifiuti tossici sono stati sversati al Sud solo perché il Nord era tutto pieno.

La Lombardia, ad esempio, è una delle regioni più inquinate d’Europa, sintomo di un polo industriale che non funziona.

In Trentino Alto Adige, che sembra un paradiso, arrivano i camion che versano i rifiuti nelle cave e così anche in Toscana.

Purtroppo per bonificare i nostri territori ci vorranno decenni, ma una cosa è certa, ognuno di noi dovrà fare la sua parte per poter lasciare ai propri figli un Pianeta sano.

A noi servono proposte concrete e con risvolti positivi sul piano economico. Legambiente ha provato ad indicare la strada per migliorare la gestione dei rifiuti, partendo dalle buone pratiche da replicare e le modifiche normative necessarie per il recepimento della direttiva europea.

Intanto, tutto ciò risuona come un’utopia. La vera soluzione è mantenere lo sguardo aperto verso il pianeta, verso la globalità, arricchendo tale ampiezza prospettica con il richiamo concreto all’idea di cittadinanza intesa come dimensione etica che ci rende cittadini del mondo con responsabilità e doveri di impegno attivo e partecipativo per la salvezza del nostro Pianeta.

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