Il Parlamento Europeo


Il Parlamento Europeo

Dal 23 al 26 maggio 2019 si svolgeranno negli stati membri dell’Unione Europea le votazioni per eleggere, a suffragio universale, i nuovi deputati che faranno parte del Parlamento Europeo, ma la maggioranza dei cittadini ha compreso pienamente l’importanza e la valenza di tale evento? E’ fondamentale non solo andare a votare ma, anche, ponderare con attenzione a chi dare il proprio voto poiché l’UE costituisce sicuramente un’opportunità da svariati punti di vista, ma soltanto se i nostri deputati sono in grado di promuovere iniziative valide, di dialogare, comprendere, mediare, superare egoismi nazionalistici ed interessi privati meramente economici, a favore, invece, del progresso collettivo, dell’ecosostenibilità, della solidarietà.

Il Parlamento Europeo è l’organo legislativo dell’UE, eletto ogni 5 anni direttamente dai cittadini dell’Unione, composto da 751 deputati (750 più il presidente), organizzati in base allo schieramento politico e non alla nazionalità. Il numero di eurodeputati per ogni paese è pressoché proporzionale alla popolazione di ciascuno Stato, secondo criteri di proporzionalità degressiva: un paese non può avere meno di 6 o più di 96 eurodeputati.

Il Parlamento Europeo, istituito nel 1952 quale Assemblea comune della Comunità Economica Europea del carbone e dell’acciaio, assume la denominazione attuale nel 1962, con elezioni dirette a partire dal 1979. Esso ha tre sedi, Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo, e tre funzioni principali:

  • legislazione – insieme al Consiglio dell’UE, il Parlamento, su proposta della Commissione Europea, adotta la legislazione dell’Unione, decide sugli accordi internazionali e in merito agli allargamenti, chiede alla Commissione di presentare proposte legislative;
  • supervisione – controlla tutte le istituzioni dell’UE, elegge il presidente della Commissione e può obbligare la stessa a dimettersi, concede il discarico (cioè approva il modo in cui sono stati spesi i bilanci dell’UE), esamina le petizioni dei cittadini e avvia indagini, discute la politica monetaria con la BCE, rivolge interrogazioni alla Commissione e al Consiglio, effettua il monitoraggio elettorale;
  • bilancio – elabora il bilancio dell’UE (insieme al Consiglio), approva il “quadro finanziario pluriennale” (bilancio di lungo periodo).

Il lavoro del Parlamento europeo si articola in due fasi principali:

le commissioni (20 commissioni e 2 sottocommissioni, ognuna delle quali si occupa di un determinato settore) che preparano ed esaminano le proposte legislative. Gli eurodeputati e i gruppi politici possono presentare emendamenti o respingerli;

le sessioni plenarie che adottano la legislazione. In questa fase gli eurodeputati si riuniscono per esprimere un voto finale sulla proposta legislativa e gli emendamenti presentati.

Per chiedere al Parlamento di agire su una determinata questione, qualsiasi cittadino o residente di uno Stato membro può presentare una petizione, che può riguardare qualsiasi tema rientri fra le competenze dell’UE. Anche società o altre organizzazioni possono farlo purché abbiano sede nell’UE. È, inoltre, possibile contattare il Parlamento Europeo mediante l’eurodeputato della propria circoscrizione o del proprio paese.

Le sedute del Parlamento Europeo sono aperte al pubblico e le sue risoluzioni e discussioni sono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’UE. I deputati europei si riuniscono in seduta plenaria una settimana al mese presso la sede di Strasburgo, mentre altre udienze supplementari di due giorni si svolgono a Bruxelles. Il Parlamento ha il potere di riunirsi senza essere convocato da un’altra autorità, infatti le sue riunioni (che in parte sono regolate dai trattati) si svolgono secondo quanto stabilito dal Parlamento, mediante un proprio regolamento interno. Due settimane al mese, invece, sono riservate alle riunioni delle commissioni parlamentari che si tengono sempre a Bruxelles. La settimana restante è dedicata alle riunioni dei singoli gruppi politici.

Le votazioni, generalmente, sono condotte per alzata di mano, ma può essere richiesta una verifica tramite votazione elettronica. In alcuni casi (ad esempio, quando viene eletto il presidente) è previsto il ballottaggio segreto.

I membri sono disposti in un emiciclo in base ai loro gruppi politici, ordinati principalmente da sinistra a destra, mentre alcuni gruppi più piccoli sono posizionati nell’anello esterno del Parlamento. La restante metà della camera circolare è composta essenzialmente da una zona rialzata dove si siedono il Presidente e lo staff; tra questa zona e gli eurodeputati, all’estrema sinistra sta il Consiglio mentre a destra la Commissione.

Le funzioni del Parlamento Europeo, come si evince da questa breve esposizione, sono molto importanti per garantire l’esercizio democratico dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini europei, ecco perché il risultato delle elezioni di maggio 2019 sarà decisivo per il futuro dell’Europa nell’ottica della cooperazione e del progresso politico delle nuove generazioni. Non si tratta solo della scelta  dei rappresentanti; milioni di europei attraverso il loro voto diranno come vedono l’Europa: unita da un destino comune oppure divisa da nazionalismi ed egoismi esasperati.

Oggi il modello di cooperazione europea è indebolito al suo interno da forze centripete e minacciato anche dall’evoluzione degli equilibri geo-strategici mondiali (vedi alcune politiche di Donald Trump o di Vladimir Putin, le tensioni in Asia intorno alla penisola coreana, le velleità di Pechino nel mar Cinese meridionale, ecc.), che hanno contribuito ad alimentare lo scetticismo sulla risposta europea in termini di politica estera.

Di fronte a scenari “sovranisti” di una gravità senza precedenti, l’immobilismo o l’astensionismo non sono più accettabili: difendere l’Europa non vuol dire preservare soltanto un contesto di cooperazione, ma prima di tutto proteggere i nostri ideali democratici, i nostri valori fondamentali, la nostra storia e identità comune, per difendere uniti, con più forza, i diritti di tutti gli europei.

Per garantire una cooperazione sostenibile, però, la nostra generazione si deve impegnare a rifondare un’Europa in cui trovi stabile cittadinanza una nuova idea di sovranità europea, ricongiungendo l’Europa ai suoi abitanti e facendo sì che gli europei riflettano seriamente sul loro destino comune.

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