L’istruzione nell’Unione Europea


Nel corso del Novecento gli stati europei portano a compimento l’aspirazione illuminista di un livello di istruzione sempre più generalizzato tra la popolazione attraverso una democratizzazione dell’istruzione e formazione permanente, realizzando sistemi istituzionali di insegnamento organizzati e programmati.

Nel secondo dopoguerra, nell’Europa occidentale, assistiamo ad un impressionante aumento della popolazione scolastica.

Tra gli anni Sessanta e Settanta gli studenti dei corsi secondari raddoppiano, anzi, triplicano in tutti i Paesi europei.

Negli ultimi decenni del «secolo breve», in tutta Europa si assiste ad un innalzamento medio della qualità dell’istruzione, che produce una parziale mobilità sociale.

In Europa, ogni Paese ha la responsabilità di elaborare proprie politiche in materia di istruzione e formazione, decidere i contenuti dell’insegnamento e organizzare il sistema scolastico nazionale.

Il Trattato di Roma (1957) non disciplina la materia di istruzione e formazione. Solamente l’art. 128 prevedeva una politica comune di «formazione professionale» avente come unico fine la risoluzione dei problemi occupazionali.

Nel 1976, il Consiglio Europeo, nella consapevolezza di intervenire nel settore dell’istruzione indica le seguenti priorità d’azione:

  • l’istruzione dei figli dei lavoratori immigrati
  • l’integrazione di sistemi europei di istruzione
  • l’insegnamento delle lingue straniere

È con il Trattato di Maastricht (1992) che l’istruzione viene formalmente riconosciuta come area di competenza dell’Unione Europea (cfr. l’art. 126, paragrafo 1).

Per ogni Stato membro la qualità dell’istruzione costituisce una priorità politica perseguita a livello nazionale al cui sviluppo la Comunità europea può contribuire.

Il 1996 è l’anno della pubblicazione del Libro verde sull’innovazione, ma è anche l’anno europeo dell’istruzione e della formazione lungo tutto l’arco della vita. Il messaggio chiave è che: «non bisogna mai smettere di formarsi». Il progetto di apprendimento permanente (lifelong learning) costituirà uno dei pilastri attorno ai quali si sviluppa a partire dall’anno 2000 il processo di Lisbona considerato a ragione il punto nodale per lo sviluppo delle politiche di istruzione e formazione in Europa.

Il 19 giugno 1999, i Ministri dei Paesi membri si riuniscono per sottoscrivere un importante documento: la Dichiarazione di Bologna con lo scopo di armonizzare i sistemi di istruzione superiore in Europa.

Il Trattato di Amsterdam (1997) apporta modifiche e integrazioni al Trattato di Maastricht. Il 10 gennaio 2003 entra in vigore il Trattato di Nizza che costituisce parte integrante del trattato di Lisbona (particolarmente importante per noi l’art. 9), che dal 10 gennaio 2009 rappresenta la base costituzionale dell’UE.

Inoltre, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che lo stesso valore giuridico dei Trattati, stabilisce all’art. 14 che «ogni persona ha diritto all’istruzione e all’accesso alla formazione professionale e continua» e l’art. 15 che «ogni persona ha il diritto di lavorare ed esercitare una professione liberamente scelta o accettata».

Gli stati membri dell’UE sono quindi responsabili dei contenuti e dell’organizzazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale. L’UE rispetta la diversità delle norme legislative nazionali e non ha la competenza per armonizzarle ma contribuisce allo sviluppo di un’istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra i Paesi sostenendone ed integrandone la loro azione.

Per una lettura esauriente, scientifica ed integrale dei diversi sistemi educativi europei invito alla lettura del Quaderno di Eurydice Italia sulle diverse strutture dei Paesi membri dell’UE.

Lascia un commento

Nome *
Email *
Sito web