IO NON speriamo che me la cavo

di Rosa Liccardo

Autovalutazione e centralità dello studente

Parlare di autovalutazione nell’ambito della valutazione degli apprendimenti vuol dire,  come ci ricordano le Indicazioni Nazionali 2012 e successivamente quelle del febbraio 2018,  porre lo studente al centro del suo processo di crescita globale: “lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato”.

Di solito però, nell’ambito della valutazione, lo studente è semplicemente oggetto di valutazione da parte degli insegnanti ed è estraneo al momento valutativo.

Eppure la valutazione formativa che accompagna i processi di insegnamento/apprendimento nel loro svolgersi, offre la possibilità immediata di supportare  gli allievi nel superamento delle difficoltà, in caso di insuccesso induce infatti il docente ad un’autointerrogazione  sul proprio operato, sulla propria prassi metodologica-didattica e sulla propria modalità relazionale, al fine di migliorare ed auto-ridefinire il processo di insegnamento/apprendimento. Ciò vuol dire che, la responsabilità dell’eventuale raggiungimento dei risultati dell’apprendimento non è ascrivibile soltanto all’allievo – oggetto di valutazione – ma anche al docente – soggetto che valuta –. Si tratta di un’assunzione di responsabilità docente nella parte che gli compete, ossia l’insegnamento, attraverso la pratica metodologico-didattica.

Questa responsabilità docente è una vera e propria autovalutazione,  intesa infatti come occasione di riflessione, automonitoraggio e meta cognizione;  utile al docente e non meno necessaria ed utile allo studente per sviluppare un pensiero critico, sul suo processo di apprendimento.

  • Come sto procedendo?
  • Dove sto andando?
  • Come posso fare per raggiungere l’obiettivo prefissato?
  • Come posso  superare le difficoltà?
  • Quali obiettivi ho già raggiunto?
  • In cosa sono bravo? Ed in cosa devo migliorare?

Con l’autovalutazione i docenti hanno l’opportunità di educare gli alunni alla coscienza di sé come individui che apprendono, favorendo l’abilità di auto-valutarsi e quindi di individuare le proprie potenzialità ed i propri limiti, sollecitandoli alla motivazione intrinseca, all’impegno cognitivo e all’apprendimento e promuovendo lo sviluppo di consapevolezza, di senso di responsabilità, di autonomia e di autoregolazione. Così facendo l’oggetto di valutazione diventa il soggetto che partecipa al momento valutativo ed è corresponsabile dei risultati.

Strumenti quali il diario di bordo, le autobiografie, i questionari di auto percezione, i giudizi più o meno strutturati sulle proprie prestazioni e sulla loro adeguatezza, in rapporto ai compiti richiesti, sono tra le forme auto-valutative più diffuse  in ambito scolastico.

Si tratta di dispositivi finalizzati a raccogliere e documentare il punto di vista del soggetto sulla propria esperienza di apprendimento e sui risultati raggiunti e possono diventare concrete opportunità per lo studente di rielaborazione del proprio percorso apprenditivo e per accrescere la  consapevolezza su di esso e su di sé.”

Il concetto d’autovalutazione è stato usato per molto tempo all’interno del sistema educativo. Tuttavia, è sempre più usato in relazione alla valutazione e all’apprendimento, in quanto consente di creare un insegnamento orientato ad una partecipazione più attiva dell’allievo.  Secondo David Boud, la ricerca che si occupa d’autovalutazione si può dividere in quantitativa, qualitativa e concettuale Tra queste, la ricerca di tipo qualitativo sottolinea la necessità dell’introduzione della pratica dell’autovalutazione nell’istruzione ed evidenzia l’esigenza di rendere partecipi gli studenti al processo valutativo come nello sviluppo dei criteri da applicare alla valutazione. Sull’argomento M. Castoldi ha affermato che rendere partecipi gli studenti del processo valutativo, a partire dalla comunicazione semplice  e trasparente delle modalità e dei criteri del processo valutativo fino all’elaborazione del giudizio ed all’ occasione di confronto sereno tra i diversi punti di vista, tra il soggetto e gli altri interlocutori: insegnanti, genitori o compagni implica una prima occasione di considerazione della loro soggettività e di riconoscimento del ruolo attivo e della loro centralità.

E così si ritorna al punto di partenza: la centralità dello studente!

Al momento purtroppo, vi sono pochi esempi di autovalutazione che rispecchiano tutte le caratteristiche di una buona pratica scolastica. Esiste dunque  una problematicità da affrontare e superare affinchè l’alunno sia consapevole del proprio processo apprenditivo e mai resti sorpreso dalla valutazione effettuata dal docente.

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