La bellezza della Matematica

di Anna Rita Cancelli

Il grande matematico britannico, Godfrey Harold Hardy, ritenendo la bellezza un requisito fondamentale,  sosteneva che  essa è una delle caratteristiche della matematica. E riteneva inoltre che le idee devono legarsi armoniosamente, al pari dei colori e delle parole. Addirittura, ipotizzava che un matematico abbia migliori probabilità di conseguire l’immortalità, giacché, al contrario di quanto accada per le lingue, le idee matematiche non muoiono.

Nella sua nuova concezione di Arte, in cui la Matematica ha un ruolo importante, Max Bill, geniale architetto, designer, pittore, scultore e grafico svizzero, sosteneva che il pensiero consente di ordinare i valori emozionali affinché da essi possa scaturire l’opera d’arte. Nelle Indicazioni Nazionali del 2012 si sostiene l’importanza di avvicinare gli alunni alla matematica, poiché essa ha una potente capacità di spiegare e interpretare il mondo. Molto significativo è il riferimento alla negoziazione e alla costruzione di significati per aprire nuovi sentieri alle conoscenze personali e collettive.

Nelle Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari (D.M. 537, 1 agosto 2017, integrato con D.M. 910, 16 novembre 2017), al paragrafo 5.3 Il pensiero matematico, si ribadisce che la matematica consente di “sviluppare competenze trasversali importanti attraverso attività che valorizzano i processi tipici della disciplina” (discutere, argomentare correttamente, supportare le opinioni con i dati, riconoscere e comprendere i punti di vista e le argomentazioni altrui).

Sempre il matematico Hardy affermava che la matematica, ancor più di qualsiasi altra arte o scienza, sia un’attività per giovani. Eppure, nell’immaginario collettivo, la matematica resta una disciplina arida, con un linguaggio inaccessibile ai profani, destinata a pochi eletti e pure “pazzi”. La didattica tradizionale, ci ha abituati a rintracciare il valore formativo della matematica principalmente nel suo rigore formale, nel suo linguaggio specializzato, che non lascia spazio a significati sfumati, allontanandoci dalle potenzialità creative di numeri, simboli, segni, forme, immagini.

Nella storia della matematica esistono personaggi da brivido come l’indiano Srinivasa Iyengar Ramanujan (1887 – 1920), genio innato della matematica, proveniente da un villaggio sconosciuto e privo di istruzione, che seppe coniugare, come pochi, ragione e processo creativo, dimostrando che per fare matematica ci vuole estro. Agli studenti, purtroppo, mai si racconta la storia della matematica. Se lo si facesse si tratterebbe di contribuire a  rendere visibile il legame tra matematica, arte, cultura (al di là delle conoscenze “spendibili”) e di far apprezzare l’eleganza della matematica, la sua armonia, in grado, non solo di interrogare e suggerire, ma anche di generare piacere.

Ana Millan Gasca, Professoressa associata di Matematiche Complementari, presso l’Università Roma Tre, nel suo libro Numeri e Forme. Didattica della matematica con i bambini, 2016, pubblicato da Zanichelli, suggerisce ai docenti di scuola primaria un interessante quanto concreto modello  di insegnamento “umanistico” della matematica. L’autrice mette in luce la sintonia fra pensiero infantile e matematica e propone una serie di chiavi pratiche per un insegnamento efficace della matematica, delineando un percorso per gli alunni dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado che, allenando all’osservazione, all’indagine e alla concentrazione,  sia possibilità di scoperta e di esperienza gioiosa.

Il superamento della dicotomia tra pensiero scientifico e pensiero umanistico rivoluziona la visione dell’insegnamento. Problemi matematici e sfondi narrativi, sentimento e ragione convivono nel terreno fertile della creatività. Mediante modelli di insegnamento/apprendimento che non si basano sulla contrapposizione di universi simbolici ritenuti inconciliabili, ma che, utilizzando le prolifiche  interazioni fra linguaggi diversi, appassionino i discenti, coinvolgendoli con la forza del linguaggio matematico ed esaltando il tratto creativo ed emotivo della scoperta, la matematica può aprire nuovi orizzonti alla creatività e all’innovazione, influenzando il nostro presente e il nostro futuro.

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