L’Atelier creativo “Montessori creativity space”

di Tiziano Fattizzo

Loris Malaguzzi nella metà degli anni novanta scriveva “L’Atelier (…) ha prodotto un’irruzione eversiva, una complicazione e una strumentazione in più, capaci di fornire ricchezze di possibilità combinatorie e creative tra i linguaggi e le intelligenze non verbali dei bambini, difendendoci non solo dalle logorree (…) ma da quella pseudocultura della testa-container che (…) è il modello che dà al tempo stesso la maggiore impressione di progresso culturale e la maggior depressione dal punto di vista dell’aumento effettivo della conoscenza” .

Era la fine degli anni sessanta quando il termine “Atelier”, fino ad allora sinonimo di laboratorio d’arte, inteso nel senso più ampio (pittura, scultura, danza, moda), entra a far parte del panorama didattico nazionale come “ambiente che stimola la conoscenza” in cui la “dimensione estetica degli apprendimenti”, diventa strategia educativa e formativa.

A circa sessant’anni dalle prime esperienze nelle scuole dell’infanzia del Comune di Reggio Emilia e a più di trent’anni dalla teorizzazione del metodo educativo reggiano dei “Cento linguaggi” di Loris Malaguzzi, il MIUR pubblica, all’inizio del 2016, in applicazione della Legge 107, il “Piano laboratori” nell’ambito del Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD), puntando alla realizzazione, nella scuola del primo ciclo, degli Atelier creativi .

L’obiettivo è quello di “riportare al centro la didattica laboratoriale, come punto d’incontro essenziale tra sapere e saper fare” trasformando i laboratori in “ luoghi di innovazione e creatività” .

L’Atelier malaguzziano, “luogo della ricerca, dell’invenzione, dell’empatia, che si esprime attraverso “100 linguaggi” e che espandendosi oltre l’età dell’infanzia comprende anche l’età adulta, fino all’anzianità”, diviene “punto di incontro tra manualità, artigianato, creatività e tecnologie”, un luogo in cui mettere in pratica abilità e co-costruire conoscenze attraverso l’espressione della creatività di ciascuno e in cui “sporcarsi le mani”.

Su queste basi culturali nasce, alla fine del 2015, l’idea di realizzare il “Montessori Creativity space” nel Secondo Istituto Comprensivo di Francavilla Fontana (Br), un “atelier creativo”, a disposizione di alunni, docenti e territorio, in cui fantasia e fare potevano incontrarsi, coniugando tradizione e futuro, costruendo apprendimenti trasversali attorno a robotica ed elettronica educativa, logica e pensiero computazionale, artefatti manuali e digitali, serious play e storytelling.

Nel gennaio 2016 con l’adesione al programma Fast-up, nato grazie ad un protocollo d’intesa tra MIUR, FASTWEB e l’agenzia di comunicazione Anteprima, abbiamo avviato la ricerca di fondi per realizzare il nostro progetto. La nostra idea progettuale, selezionata dal team congiunto Anteprima-Fastweb ha raccolto, tramite la piattaforma di crowfunding reward based Eppela.com, oltre 5000 € ai quali si sono aggiunti altri 2500 € di cofinanziamento da parte di FastWeb. Esperienza entusiasmante, quella del crowfunding, che non solo vide tutte le componenti scolastiche impegnate nella raccolta fondi ma che ha avvicinato alla scuola diverse aziende del territorio che, credendo nella nostra idea, con i loro contributi hanno portarono ad oltre 12000 € la somma destinata alla realizzazione dell’Atelier creativo.

Grazie ad una parte del finanziamento relativo al PON FESR “Ambienti digitali” e agli ulteriori 15.000 € assegnatici con il bando “Atelier creativi” del PNSD, una somma complessiva di circa 30.000 € ci ha consentito di concretizzare un “sogno”:  dotarci di un ambiente di apprendimento, destinato non solo ai nostri alunni, in cui svolgere attività didattiche in orario curriculare ed extra, forme di collaborazione tra docenti o alunni di età diverse, ma anche di consentire ad altre istituzioni scolastiche, in convenzione, di attuare percorsi di alternanza scuola-lavoro o sperimentare il learning by doing (imparare facendo) attraverso percorsi didattici condivisi in cui gli alunni più grandi possano trasferire ai più piccoli conoscenze, emozioni ed esperienze attraverso attività di peer-tutoring.

Uno spazio in cui coinvolgere diverse e accreditate realtà pubbliche e private, operanti sul territorio francavillese, con le quali sottoscrivere dichiarazioni d’intenti di collaborazione e realizzare percorsi di formazione per adulti o alle quali vendere, perché no, dei servizi ottenendo forme di finanziamento utili per la manutenzione delle apparecchiature e per l’ampliamento delle stesse.

Oggi il “Montessori Creativity Space”, con gran parte delle idee sopra esposte, è diventato una bella realtà. Uno spazio alternativo di apprendimento, decisamente più ampio delle comuni aule scolastiche (di circa 180 mq), in grado di accogliere, se necessario, più classi, gruppi classe (verticali o aperti), piccoli gruppi di studenti, uno spazio in cui poter svolgere attività di coding, robotica, tinkering, elettronica educativa, prototipazione e stampa 3D, artigianato digitale e tradizionale.

Situato nel plesso della Scuola Primaria “M. Montessori”, il “Montessori creativity space“ al suo interno si presenta come uno spazio multifunzionale, a setting variabile.

Un settore di circa 40 metri quadri è occupato da un vero e proprio FabLab, che separato dal restante ambiente con pannelli mobili colorati, ospita diverse stampanti e scanner 3D, in grado anche di utilizzare materiali come il cioccolato e la porcellana, un estrusore di filamento con trituraplastica per il riciclaggio degli scarti di PLA e altri tipi di plastica, una Laser cutter con chiller dedicato, plotter da taglio di vario tipo, una termoformatrice, tavoli da lavoro e attrezzi vari (compressore, una sega orbicolare, saldatore, trapani avvitatori, martelli, cacciaviti ecc.).

Un settore di circa 20 metri quadrati, con il pavimento interamente coperto da un tappeto e cuscini colorati, è dedicato alla lettura, al relax ma anche al confronto e alla metacognizione.

I restanti 100 metri quadri ospitano un grande tavolo per la robotica e numerosi tavolini modulari, vivacemente colorati e di forma diversa, sistemati a isole, destinati ad attività di co-working, di formazione, di collaborazione tra pari, dove i docenti trovano uno di incontro e confronto per la didattica.

Alcuni armadi, sempre colorati, infine, sistemati lungo le pareti, contengono robot di vari tipi, destinati agli alunni più piccoli della scuola dell’infanzia e a quelli più grandi di scuola secondaria, kit di elettronica educativa e accessori vari.

Oltre alla costruzione del “Montessory creativity space” ci siamo preoccupati della sua gestione destinando una Funzione strumentale “area 5: innovazione e nuove tecnologie” alla cura dell’inventario, alla gestione degli orari di utilizzo degli spazi e degli strumenti. Abbiamo costituito un “dipartimento per l’innovazione”, abbiamo chiamato “Codingkids”, all’interno del quale i docenti si confrontano e portano avanti buone pratiche da condividere con i colleghi d’Istituto. Queste esperienze di ricerca-azione hanno aperto la strada della condivisione delle “buone pratiche didattiche”, nel campo del coding, della robotica ed elettronica educativa, del making e del tinkering, proponendo workshop ad altri Istituti della provincia e non solo. Documentiamo le attività svolte nell’atelier e in classe sul nostro sito ma anche attraverso i canali social.

La costituzione dell’Ass.ne Officine CreAttive, con all’interno professionisti esterni ma anche genitori esperti nei settori della digital fabrication e del networking, con la quale la scuola ha stipulato una specifica convenzione, ci ha consentito di provvedere alla manutenzione gratuita delle attrezzature ma anche di attuare percorsi di formazione e di sperimentazione didattica, realizzare workshop periodici coinvolgendo altre Istituzioni scolastiche e associazioni del territorio con l’intento di favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità dei giovani e la promozione di progetti innovativi di docenti e studenti che operano all’interno o all’esterno della nostra scuola.

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