Guida: apprendimento della letto – scrittura, la coordinazione motoria fine

Con coordinazione motoria fine si intende il prodotto finale derivante da movimenti precisi che richiedono un forte controllo muscolare.

La coordinazione motoria fine si differenzia da quella globale perché interessa solo i muscoli distali, ovvero quei muscoli che non si trovano vicino alla zona di riferimento e che quindi sono lontani.

Tutti i movimenti corporei e in particolare quelli della motricità fine sono possibili solo se vi è integrazione dello schema corporeo.

Esistono diversi esercizi per potenziare la coordinazione motoria fine, essi possono essere suddivisi in:


Esercizi di riscaldamento

Sono esercizi che coinvolgono l’arto superiore e talvolta tutto il corpo.

Si basano sulla percezione di sensazioni opposte tra loro che derivano da contrazione – rilassamento, tensione – distensione…

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Se la maturità vale meno dell’esame di guida

In una piccola stazione di provincia qualche giorno fa mi è capitato di assistere all’ incontro tra una vecchia maestra (in realtà di mezza età, ma per gli ex studenti le maestre come si sa sono sempre delle vecchie maestre) e un suo ex scolaro che, da quel che diceva, si capiva essersi diplomato a luglio. Alla richiesta della maestra su come fosse andato l’esame di Stato, il giovane ha risposto senza alcuna esitazione che era stato ben più difficile e impegnativo sostenere quello per la patente.

D’altra parte questa mia testimonianza conferma pienamente quanto negli ultimi anni mi viene detto da molti ex studenti, che evidentemente sempre di meno vivono come rito di passaggio all’età adulta l’esame finale del ciclo superiore che, forse non a caso, non si chiama neanche più esame di maturità. Questo episodio mi ha fatto ulteriormente riflettere intorno alle recentissime dichiarazioni della ministra Fedeli sulla possibilità di portare a 18 anni l’obbligo scolastico. Idea che mi sembra animata da un vizio quasi atavico nei nostri ministri della Pubblica istruzione, quello di accontentarsi della forma piuttosto che pensare alla sostanza…

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Ferragosto

Buon Ferragosto a chi pensa e a chi si fa pensare,

a chi ha i numeri per vincere e a chi dai numeri si lascia conquistare.

E chi crede di valere troppo poco

pensi a quel simbolo che tiene aperto il gioco;

quel contrassegno senza alcun valore

che col suo vuoto genera stupore.

Perché lo zero, quel cerchio intorno al niente

a ben vedere è la cifra più importante;

soltanto lui dal fondo della fila

sa trasformare il mille in diecimila,

degli altri numeri trasforma le sembianze

sposta la virgola e aumenta le speranze…

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Il prof Canevaro: “Coi bambini bisogna andare oltre le diagnosi”

Sul boom delle diagnosi – Dsa, Adhd e compagnia – il ravennate Andrea Canevaro, docente di Pedagogia all’Università di Bologna e padre del sostegno scolastico, ha un’idea precisa: “Abbiamo tutti una diagnosi. Io, per esempio, ho problemi di equilibrio. E stare al cellulare mi causa dolori. Ma non mi fermo. E provo a stare bene”.

Il docente, che a gennaio ha tenuto l’incontro “Questione di sguardi” per il ciclo “Confronti educativi” organizzati da “L’isola di Peter Pan” di Cesena (via Orsini 22/24), sa che guardare i bambini fuori dalle gabbie mentali che, sul loro conto, ci siamo costruiti, per gli adulti è una sfida enorme: “Anche prima che vengano al mondo, ci creiamo delle aspettative che, per quanto umane, rischiano di essere troppo rigide. La capacità di accogliere l’inaspettato è un’occasione fondamentale, da non perdere. Ci può restituire solo cose belle”…

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Studenti seduti, accovacciati, in ginocchio: posti flessibili in classe per migliorare l’apprendimento

Una decina di anni fa, guardavo gli studenti della mia università dividersi in gruppi e lavorare sulle panchine dei corridoi, sul pavimento negli angoli, seduti ai tavoli.

Notavo come i bambini, nell’infanzia, fossero in grado di imparare da seduti, in ginocchio, accovacciati sotto un tavolo, persino nascosti dietro una casetta di legno.

E allora ho pensato: perché lavoriamo esclusivamente dietro ad un banco, su una sedia? Perché impedire agli studenti di muoversi? Non potremmo educare gli studenti a riconoscere le postazioni in cui lavorano meglio?…

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Chi ha ancora voglia di studiare il Greco?

Ho visto La lingua geniale di Andrea Marcolongo per la prima volta in libreria. È stato del tutto casuale: l’ho notato su uno scaffale tra molti libri, primo di un’alta pila. Confesso che inizialmente ero scettico, diffidavo di un tema così inusuale e della serietà dell’autrice: scrivere un libro con l’obiettivo di far piacere a molti ciò che piace a pochi è oggettivamente un’ardua impresa, e coloro che hanno provato a cimentarsi in bravate simili contribuiscono a formare oggi un numero di imbarazzante grandezza.

Ero convinto che quello che avevo davanti fosse una delle banali guide per pigri studenti disperati, in cerca di un’illuminazione per affrontare la famigerata lingua impossibile, ma non pensavo affatto di scoprire, per puro caso, un libro capace di veicolare in modo sorprendente, in meno di duecento pagine, la passione tanto faticosa dello studio del Greco e di trasmetterla a qualsiasi lettore: non è richiesta una specifica preparazione culturale per comprendere il contenuto e la bellezza intrinseca della lingua che l’autrice propone dal suo punto di vista… Leggi tutto “Chi ha ancora voglia di studiare il Greco?”

Gli insegnanti emotivamente intelligenti lasciano il segno

Ricordate qualche vostro insegnante di scuola? Di sicuro è così! Abbiamo tutti il ricordo di un professore o un maestro che ha lasciato il segno, vero? Secondo voi, perché hanno un posto speciale nella nostra memoria rispetto a tutti gli altri.

I maestri che conosciamo durante l’infanzia ci lasciano il segno. Senza accorgercene, li imitiamo come modelli, impariamo molto da loro. C’è differenza tra un insegnante emotivamente intelligente e uno che non lo è?

Gli insegnanti emotivamente intelligenti: un modello per i bambini

Durante il periodo scolastico cresciamo e maturiamo come persone. Acquisiamo conoscenze di matematica, lingua, italiano, geografia, ma non solo. Impariamo anche a relazionarci con altre persone all’infuori della nostra famiglia. Impariamo ad interagire con gli altri e a gestire le nostre emozioni

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Maestra assunta a 70 anni: «Non ci credevo più, ma non ho mai smesso di amare la scuola»

PALERMO. Essere assunta a quasi 70 anni, quando gli altri vanno in pensione, quando la precarietà sembra diventare la regola. Bernarda Di Miceli, originaria di Campofiorito e da anni residente a Corleone, sposata e madre di sei figli, mercoledì potrà conquistare la tanto agognata cattedra di ruolo segnando un record difficilmente eguagliabile.

Dopo 40 anni di precariato, dopo un concorso vinto senza però riuscire ad avere un ruolo e dopo un ingiusto depennamento dalla graduatoria, poi annullato dal giudice del lavoro, l’insegnante di scuola elementare risponderà mercoledì prossimo alla chiamata dell’ufficio scolastico provinciale per firmare il suo primo contratto a tempo indeterminato in una scuola ancora da decidere…

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Scrivere a mano per pensare meglio

C’era una volta la bella scrittura: simbolo di una scuola che non c’è più, si nutriva di fogli riempiti di aste, di occhielli panciuti e di gambette, tracciati nel timore di macchie e cancellature. Oggi – gli insegnanti lo sanno bene – gli scritti degli studenti rasentano spesso l’indecifrabilità, contendendo il primato che lo stereotipo attribuisce ai medici. E quando si riesce, a fatica, a penetrare i segreti di questi moderni geroglifici, si scopre che nascondono testi sconclusionati, che denotano una difficoltà estrema nel mettere ordine ai pensieri e nel dar loro una forma che rispetti gli standard minimi di coerenza e coesione.

Possibile che le due cose – la scrittura terribile e la bassa qualità del testo – siano in qualche modo collegate? Gli esiti di un esperimento condotto dal Laboratorio di psicologia sperimentale dell’Università RomaTre sotto la direzione di Benedetto Vertecchi farebbero pensare proprio a questo. Per quanto controintuitivo ciò possa sembrare (e la scienza sfida spesso le nostre intuizioni), sembra proprio che scrivere a mano non sia solo l’arte meccanica di tracciare segni su un foglio per lasciare un messaggio, ma qualcosa di ben più importante, in grado di influenzare facoltà cognitive come l’organizzazione del pensiero e la memoria…

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I diritti del supplente: ecco cosa bisogna sapere

È opportuno sapere che, durante il periodo di nomina, il  docente può usufruire di determinati istituti, che rientrano nei cosiddetti diritti del supplente e sono:

  • Aspettativa;
  • Congedi parentali;
  • Permessi brevi;
  • Malattia o infortunio sul lavoro.

Le ferie devono essere richieste dal docente e sono commisurate al servizio prestato. Le stesse vanno richieste durante il periodo di interruzione di attività didattica. Se il docente decide di non usufruirle, queste verranno pagate al termine della cessazione del rapporto di lavoro. Quindi non sono imposte dal dirigente scolastico, ma vanno richieste.

Da precisare che il conteggio delle ferie per ogni anno di servizio viene conteggiato in ragione di 2,5 giorni per ogni mese…

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Gestire una classe correttamente è la vera sfida di un insegnante di oggi

Immaginiamo due o più insegnanti che lavorano nella stessa classe. Gli alunni sono gli stessi, eppure le esperienze vissute dai docenti in questione sono completamente diverse. Per alcuni di essi sono positive, mentre per altri sono pressoché negative.

Vi è mai capitata una situazione del genere vero? Da cosa dipende allora questa discordanza se il contesto classe è identico?

Dalla gestione della classe di ciascun insegnante. Nient’altro.

Cosa vuol dire gestire una classe, con tutte le sue molteplici sfaccettature, problemi e difficolta?  E soprattutto oggigiorno?

All’inizio pensavo che gestire una classe significasse solo essere capaci di mantenere la disciplina e basta. Mi sbagliavo…

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Ragazzi, mollate il computer e scrivete in corsivo (per il bene di anima e cervello)

Un libro che è un appello al ritorno alla scrittura manuale e che è un racconto di come si possa sconfiggere la disgrafia (disturbo dell’espressione scritta che riguarda il 20 per cento degli studenti italiani, dei quali maschi 8 su 10) rieducando la motricità fine dei bambini anziché consegnandoli al computer. In Il corsivo encefalogramma dell’anima (La memoria del mondo, 159 pagine, 18 euro) una grafologa e uno psicologo spiegano i danni cognitivi, emotivi, relazionali che a bambini ed adulti può causare l’abbandono della scrittura a mano, specialmente in corsivo, a favore dell’utilizzo esclusivo delle tastiere dei computer e degli smartphone.

I bambini usano le mani molto meno di cinquant’anni fa e allo stesso tempo familiarizzano con le tecnologie digitali troppo presto, con conseguenze davvero preoccupanti: «L’azienda specializzata in ricerche su internet AGI/AVG ha dimostrato che i bambini di oggi sono in grado di scrivere al PC, navigare su internet, utilizzare il cellulare, ma non sanno allacciarsi le scarpe in autonomia (solo l’11% lo sa fare) o andare in bicicletta»…

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Scuola, Fedeli: “Piano Digitale è traino per innovazione. Dai laboratori per le periferie, ai fondi per il registro elettronico: i prossimi 16 passi”

Centoquaranta milioni di euro per i laboratori professionalizzanti in chiave digitale; 15 milioni per estendere il registro elettronico a tutte le classi del primo ciclo; 2,5 milioni per la creazione di ambienti didattici innovativi contro la dispersione scolastica nelle scuole delle periferie; tre gruppi di lavoro al Ministero per portare le competenze digitali in modo strutturale negli ordinamenti scolastici rivedendo le indicazioni nazionali, mappando le nuove metodologie didattiche, intervenendo sui provvedimenti che regolano attualmente l’uso dei device personali (dal tablet allo smartphone) in classe.

Sono alcuni dei prossimi 16 passi per l’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), che saranno messi in campo fra settembre e novembre, annunciati oggi dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli in occasione dell’evento dal titolo “Il Piano Scuola Digitale incontra il Paese”…

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Le intelligenze multiple di Gardner

Noi tendiamo a dare una spiegazione logica a tutto ciò che ci circonda basandoci per lo più su vista e udito, senza tenere conto che ci sono più canali sensoriali, così come esistono più tipi di intelligenze e più tipi di memoria, delle quali spesso non teniamo conto. Se, invece, ad esempio riuscissimo ad individuare il tipo di intelligenza che i nostri ragazzi usano in modo prevalente nello svolgere i diversi compiti (scolastici e non) da insegnanti e da genitori sarebbe molto più semplice educarli e guidarli. Lo psicologo statunitense Howard Gardner ha distinto ben 9 tipi fondamentali d’intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello, di cui fa parte anche l’intelligenza logico-matematica (l’unica su cui era basato l’originale test di misurazione del QI)…

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Lasciate giocare i bambini: l’anticipo scolastico esaspera le differenze

L’Istituto Invalsi ha divulgato uno studio che riconferma dati già noti: gli alunni anticipatari hanno punteggi in italiano e matematica che risultano inferiori a quelli dei loro compagni in età standard, e tale gap si conserva, talvolta ampliandosi, per molti anni, fino alla scuola superiore. Se volessimo rispettare il rigore statistico dovremmo rimarcare che i dati forniti non sono chiari: le differenze non sono espresse in DS (Deviazione Standard) e non viene calcolata la significatività statistica. Per farmi capire dai non addetti: è come se in una ricetta di un piatto sofisticato comparisse tra gli ingredienti “due dita di latte” (dita di chi? In quale recipiente?) anziché ad esempio, 30 ml di latte, quantità espressa nell’unità di misura appropriata…

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Torino, il figlio muore in montagna: la madre discute la tesi al posto suo

Tra le mani, con l’attestato di laurea alla memoria del figlio, stringe un vecchio libretto universitario di Scienze Biologiche. Sulle sue pagine ingiallite tanti bei voti e due righe bianche, gli esami mancanti per conseguire il titolo. «Non li diedi perché arrivò il concorso per diventare insegnante di ruolo. O forse perché la tesi doveva essere quella di Luca», 22 anni appena, il figlio morto lo scorso 8 luglio sul Cervino e di cui Cristina Giordana, la mamma, ha discusso oggi la tesi. Perché «con lui ho condiviso tutto – ha detto la donna – e di lui sapevo tutto», compresa quella tesi su “Gli effetti del succo di barbabietola sulla prestazione sportiva in montagna” di cui ha parlato con grande passione davanti a un’aula magna affollata e commossa…

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Scuola, insegnanti: chi ruba 1500 giorni d’assenza e chi fa lezione con la febbre. Due mondi a confronto

Lo Stivale, in questi ultimi giorni, dà scolasticamente due immagini contrapposte. Da una parte quella del professore-avvocato Alfredo Mercatante, 55 anni, titolare di una cattedra di diritto presso l’istituto superiore Ambrosoli di Codogno e il Merli – Villa Igea di Lodi e di uno studio legale a Santo Stefano Calabro (Vibo Valentia): 1533 giorni di assenza da scuola negli ultimi cinque anni. Visto tre volte in tre anni dalla sua preside e mai in classe, come lei stessa ha dichiarato. Colpa di una lombosciatalgia acuta e di un padre malato da assistere che lo hanno costretto lontano dalle aule scolastiche, ma non da quelle dei tribunali: oltre 350 le udienze alle quali ha infatti preso parte nello stesso periodo. Malanni propri e altrui debitamente certificati da medici iscritti all’ordine, ovviamente.

Dall’altra quella di una ragazza come tante, dagli occhi chiari, laureata in Giurisprudenza da un anno all’Università degli studi “Magna Graecia” di Catanzaro, che sta provando da giorni a inserire sul sito del Ministero dell’Istruzione (www.istanzeonline) il modello B, quello necessario per svolgere le supplenze brevi nel triennio 2017-2020, che contiene l’elenco delle scuole scelte da ogni aspirante docente, 20 al massimo. Supplenze alle quali si può accedere soltanto con la laurea, anche senza abilitazione…

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Mediocri di tutto il mondo vi siete uniti. E avete vinto

Il mondo è dei mediocri. Sarà che è un assunto non difficile da sperimentare – e anche consolatorio per spiegarsi certi successi o insuccessi ugualmente distanti dalle vette del genio e dagli abissi dell’indegnità – ma il saggio La mediocrazia (Neri Pozza, pp. 239, € 18) del filosofo canadese Alain Deneault a un anno dall’uscita è ormai un longseller internazionale. E dire che in centinaia di pagine, dense di pensiero e di citazioni, ne ha davvero per tutti.

In politica, da Trump a Tsipras, vede solo un «estremo centro», nell’impresa la «religione del brand», il «consumatore-credente», la «dittatura del buonumore». Nel lavoro «devitalizzato» individua la skill fondamentale nel «fare propria con naturalezza l’espressione: alti standard di qualità nella governance nel rispetto dei valori di eccellenza». E, in ogni ambito, rileva certi tic verbali come «stare al gioco», «sapersi vendere», «essere imprenditori di se stessi». Insomma, dice, «non c’è stata nessuna presa della Bastiglia ma l’assalto è avvenuto: i mediocri hanno preso il potere»…

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Assenteisti seriali e 700mila aspiranti supplenti: alla scuola non serve una riforma ma una rivoluzione

C’è un filo rosso, nemmeno troppo sottile, che lega il prode professore di Lodi che mentre scaldava la cattedra di diritto di un paio di istituti della bassa padana, esercitava contemporaneamente la professione di avvocato in quel di Santo Stefano Calabro (Vibo Valentia) e l’esercito dei 700mila precari – 400mila in più rispetto alla media degli scorsi anni – che sta facendo domanda per qualche ora di supplenza per il prossimo anno scolastico.

C’è e non solo perché in entrambi i casi si legge in filigrana la parola ingiustizia. Ma perché la fame spropositata per lavori da fame di chi nella scuola – meglio: nel mondo del lavoro – ancora non ci è entrato è tale anche per gli scandalosi abusi e privilegi di una quota non marginale di persone che in quel mondo ci sono dentro, e ci sguazzano a proprio piacimento…

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Cani antistress agli esami: l’esperimento di uno studente diventa un progetto di welfare studentesco

Diventerà un progetto di ricerca dell’Università di Teramo, l’uso della pet-therapy durante le sedute d’esame sperimentato da Gabriele Antonelli, il laureando in Tutela e benessere animale che lunedì 24 luglio discuterà la sua tesi di laurea dal titolo Analisi degli effetti e dell’interazione uomo-animale sullo stress pre-esame in un contesto universitario, relatrice la professoressa Sara Castelli.

La tesi è incentrata proprio sull’impiego dei cani – due splendidi Golden Retriever ‒ per ridurre l’ansia e lo stress da esame negli studenti universitari. Nei giorni scorsi Antonelli ha applicato con successo il metodo antistress nel corso di alcune sedute d’esame all’Università di Teramo…

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Paolo Borsellino, lettera di un maestro

Caro Paolo,
quando sono arrivato la prima volta in via D’Amelio ero un ragazzo che aveva da poco compiuto i 18 anni. Nella mia città, nella mia scuola, in casa mia, nessuno mi aveva parlato di mafia. Non mi avevano mai raccontato di Placido Rizzotto, di Peppino Impastato, di Portella della Ginestra.

La mafia e la lotta alla mafia non facevano parte del dizionario con il quale ero cresciuto in un piccolo paese della Lombardia. Mentre nella tua Palermo la gente veniva uccisa per strada, qualcuno al Nord diceva “si ammazzano tra loro. Non ci riguarda”, come se fossimo due Paesi diversi.

In via D’Amelio mi ritrovai a suonare a quel citofono al civico 19, a fare quello che probabilmente fu il tuo ultimo gesto. Tua sorella Rita, che si era spesa instancabilmente per tutt’Italia, per portare il tuo nome in ogni scuola, parrocchia, associazione o comune, mi accolse nella tua città, mi prese per mano accompagnandomi da giovane giornalista a conoscere la tua storia, raccontandomi del “suo” Paolo…

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La scuola di oggi presenta una didattica mediocre e pericolosa

Un male che io non voglio accettare? LA MEDIOCRITA’.
Purtroppo la scuola è pregna di mediocrità. I programmi sono mediocri e soprattutto la didattica è mediocre oltre che vecchissima.
Mi rendo conto che quello che affermo è forte e potrebbe offendere qualcuno. Ma penso sia più importante migliorare il sistema che per antonomasia deve formare i nostri figli che essere politically correct. Con questo articolo voglio far presente che esistono tecniche di apprendimento e di didattica migliori di quelle utilizzate oggi nelle scuole. Non parlo di un sapere nascosto, che possono conoscere solo pochi adepti di una setta segreta tramandato solo dal maestro al suo discepolo per via orale, ma di tecniche pedagogiche che vengono applicate, purtroppo solo fuori dalla scuola, da circa 30-40 anni.

Il mondo corre alla velocità della luce. C’è un’evoluzione straordinaria in atto. Quando capiremo che non serve più imparare a memoria valangate di nozioni fini a se stesse, ma che bisogna insegnare ai ragazzi a ragionare, a comunicare in maniera efficace, a creare e a SAPER FARE?
Le nozioni le trovano sullo smartphone con semplici ricerche su google…

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Umberto Galimberti: “La vera educazione? Quella per il sentimento”

In una bella intervista di Antonella Filippi, pubblicata sul Giornale di Sicilia, il filosofo Umberto Galimberti traccia un percorso chiaro e sintetico del ruolo che i professori dovrebbero avere con i “nuovi giovani”, nativi digitali dalle idee confuse.

Esorterei i professori a usare meno il computer. A che serve? Gli studenti, nativi digitali, ne sanno più di chi dovrebbe insegnare loro l’informatica. Ai ragazzi internet fornisce, dopo anni di guerra al nozionismo, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non regala senso critico, connessione dei dati e, quindi, conoscenza.
I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati. Questi ragazzi bisogna educarli al sentimento per evitare l’analfabetismo emotivo: la base emotiva è fondamentale per distinguere tra bene e male, tra cosa è grave e cosa non lo è…

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Fusaro: l’istruzione odierna mira a creare individui senza etica. Così sono solo schiavi ignoranti

Duro attacco contro chi distrugge il liceo classico e la cultura classica da parte del filosofo Diego Fusaro. Su Lettera 43, Fusaro attacca: “La barbarie della distruzione della cultura e della scuola classica è ovunque dilagante e si presenta, con tono rassicurante, come “buona scuola”, proprio come i bombardamenti si chiamano “missioni di pace” e i colpi di Stato finanziari si salutano come “governi tecnici”...

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Galimberti: a scuola usate meno PC e più cervello

L’enorme illusione che l’informatizzazione nelle nostre scuole risolva problemi che prima, apparentemente, non avevano soluzione viene denunciata dal prof. Galimberti.
Nessuno vuole criticare le TIC (come potrei se sto usando il mio pc e il mio blog proprio per veicolare questo messaggio?), ma c’è davvero il rischio che esse sostituiscano le nostre abilità di pensiero, anziché essere soltanto un aiuto per la vita quotidiana.
In fondo, i più grandi pensatori che paventano il rischio di una deriva della tecnica sostengono proprio che la schiavitù inizia quando la stessa tecnica si trasforma da mezzo a scopo. Sarà anche questo un segnale della deriva?…

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