Mario Lodi, don Milani e la scrittura collettiva

Uno figlio di impiegato, l’altro di possidente agrario, uno di cultura padana e contadina, l’altro cittadino di Firenze e altoborghese. Uno di tradizione laica e socialista, l’altro di famiglia ebraica, convertito ad un fervente cattolicesimo. Uno sosteneva che per educare alla Costituzione era necessaria la parola gentile, l’altro forgiava frasi affilate e contundenti, che per tutta la vita ha scagliato con veemenza. Uno morì a 92 anni, al termine di una serena vecchiaia, l’altro si spense giovane, a 44 anni, dopo una lunga e sofferta malattia.
Non potremmo immaginare due vite più diverse, se non per via della data di nascita e del mestiere scelto, perché tanto Mario Lodi che Lorenzo Milani furono maestri e si dedicarono ai loro ragazzi con straordinaria intelligenza e passione…

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Mense: bimbi viziati o pasti disgustosi?

Quando è il giorno del risotto allo zafferano il digiuno è di massa, non va meglio con la pasta al pomodoro che, pur essendo il più semplice dei piatti italiani, riesce ad assumere consistenza e sapore davvero sgradevoli, ma il clou sono le uova strapazzate, talmente cattive che non riescono a mangiarle neppure le maestre per dare il buon esempio. Quella appena descritta è una scena di ordinaria quotidianità a mensa in una delle scuole elementari più “in” della Capitale, nel quartiere dei Parioli, ma situazioni simili riguardano in lungo e in largo l’intera città e il resto d’Italia. Tutto ciò risulterebbe difficile da credere se a raccontarlo fossero mamme e padri apprensivi. Ma, purtroppo, è quanto osservano quotidianamente le maestre, che, accampando scuse quali la dieta o intolleranze varie, spesso e volentieri saltano il pasto a piè pari…

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Umberto Eco – 40 regole per parlare bene l’italiano

 

  1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
  2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
  3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
  4. Esprimiti siccome ti nutri.
  5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
  6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
  7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
  8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
  9. Non generalizzare mai.
  10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
  11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”…

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Un bambino autistico e un insegnante. La madre: grazie per averlo preso per mano

Una lettera che spiega che ogni bambino a scuola deve avere un maestro come Roberto, che ha lavorato per ogni piccolo progresso e, siamo certi, lo ha fatto con tenacia, con sacrificio e con il sorriso, valorizzando le diversità, rendendole ancora più speciali.

Grazie allora a questa mamma che ci ha mandato questa lettera che pubblichiamo omettendo i cognomi e il nome del bambino per tutelare il minore. La storia basta a se stessa e il grazie di questa mamma è anche il nostro…

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Matematica su YouTube per prendere bei voti a scuola

Un professore in pensione pubblica video lezioni su YouTube di Matematica e Fisica e fa il botto di traffico, alla faccia dei giovani disinteressati verso le materie scientifiche e de “la matematica la odiano tutti”. È un caso che fa discutere quello del professor Carlo Incarbone, che ha aperto un canale YouTube senza grosse pretese di successo, e ha al suo attivo oltre 4 milioni di visualizzazioni.

Cos’ha fatto di eccezionale Incarbone? Quello che sa fare, e che evidentemente ha sempre fatto con passione e motivazione: insegnare Matematica e Fisica ai ragazzi delle superiori

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Rimini, a scuola ci sono due bimbi sordi: tutti imparano la lingua dei segni

RIMINI – C’è una scuola, a Rimini, dove i bambini studiano due lingue: l’italiano e la Lis, la lingua dei segni. Tutto è iniziato cinque anni fa, quando alle elementari paritarie Sant’Onofrio si è iscritto uno studente sordo che, grazie a un interprete, ha cominciato a seguire i corsi in classe assieme agli altri compagni. Oggi il progetto si è allargato a tutti i 105 alunni grazie a laboratori e progetti settimanali che coinvolgono i compagni di classe e pure qualche insegnante incuriosito. Delle vere e proprie lezioni durante le quali imparare ad esprimersi con le mani assieme ai piccoli non udenti. Perché nel frattempo, infatti, altri due studenti con questa disabilità si sono iscritti all’istituto…

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Disabili e insegnanti di sostegno: uno su due è precario o non specializzato

La tutela dei disabili, e l’insegnamento di sostegno, sono fondamentali non solo per gli studenti portatori di handicap, ma anche per le famiglie e la società nel suo complesso: ed è per questo che «le posizioni degli alunni disabili devono prevalere sulle esigenze di natura finanziaria». La sentenza del Consiglio di Stato, emessa qualche giorno fa sull’ennesimo caso di famiglia contro l’ufficio scolastico regionale, è destinata a fare scuola.

La denuncia: il 40% degli insegnanti in deroga

Ma perché, nonostante l’Italia sia un Paese universalmente considerato all’avanguardia per il sistema di inclusione scolastica dei disabili, continua a verificarsi la contrapposizione tra famiglie e istituzioni? Secondo il direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, il nodo sta negli insegnanti di sostegno, un ruolo spesso ricoperto solo per comodità: il 40%, sostiene Gianluca Rapisarda, sono docenti «in deroga», con incarichi precari e neanche abilitati al sostegno…

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Fidget Spinner? Sono trottole, non medicine

Ricordate?
Era il 1982 e, all’improvviso, un oggettino da pochi soldi, inventato da un architetto ungherese, diventò l’oggetto del desiderio dei ragazzi di tutta Europa.
Il cubo di Rubik diventò in pochi anni il gioco più venduto di sempre, con oltre un miliardo di pezzi distribuiti in giro per il mondo. Ma nessuno, all’epoca, si sognò di provare ad incentivarne l’acquisto (o a giustificarlo) trasformando il giochino in un accessorio terapeutico.
Il cubo venne lanciato sul mercato, e i ragazzi lo comprarono. Punto.

Sono passati gli anni.
E da pochi mesi, ha fatto la sua comparsa nelle cartelle di bambini e ragazzi la nipote del cubo di Rubik: si chiama Fidget Spinner, ed è una trottola piatta composta da un insieme di dischi rotanti…

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Sbaglia il codice triage, paziente muore: infermiere condannato per omicidio

È stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo (sentenza confermata dalla Cassazione) un infermiere che aveva attribuito un “codice verde” a un paziente colpito da infarto, poi deceduto. Il codice giallo, secondo la sentenza, avrebbe permesso all’uomo di essere sottoposto a esami più tempestivi e, quindi, presumibilmente di essere salvato. La Cassazione (IV sezione penale, sentenza 10 aprile 2017, n. 18100) ha quindi riconosciuto la responsabilità dell’infermiere del triage del pronto soccorso, che ha sottovalutato il codice colore provocando così una catena infausta di eventi: il paziente, con un infarto in corso trasportato al pronto soccorso da un’ambulanza dove era stato assegnato un codice giallo, non viene sottoposto a un esame obiettivo e a un elettrocardiogramma secondo le “linee guida del triage infermieristico”, e in seguito non viene rivalutato…

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“Basta proteggere i ragazzi. I brutti voti servono, eccome”

Alessandro D’Avenia assomiglia al Piccolo Principe e ha l’energia dell’Attimo fuggente. Ma soprattutto ha un dono: sa parlare ai sedicenni. Sì, quei sedicenni indecifrabili che non sorridono nemmeno nei selfie e sembrano buoni solo a chattare.

Invece no: il prof-scrittore li incontra a teatro, in libreria. Li stuzzica su idoli un pò più edificanti di Justin Biber e delle miriadi di youtuber. Leopardi e Omero in testa.

Come fa? Dice la verità. Cruda, senza sconti. Ma poi non li molla lì, da soli. Li aiuta a non avere vergogna della loro fragilità e a cercare in quel caos interiore tipico dell’adolescenza (e non solo) il loro talento, piccolo o grande che sia. Ecco perché è entrato nel cuore di tanti ragazzi e di tanti genitori…

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Strumenti per una didattica d’inclusione: la Comunicazione Aumentativa e Alternativa

Se volete sapere come ci si sente quando si è impossibilitati a comunicare, andate ad una riunione e fingete di non poter parlare. Usate le mani ma non carta e matita, perché queste generalmente non possono venir usate da persone con gravi disabilità fisiche, impossibilitate ad esprimersi verbalmente. Sarete circondati da persone che parlano: che parlano davanti a voi, dietro di voi, intorno a voi, sotto di voi, attraverso voi ed anche per voi ma mai con voi. Voi verrete ignorati finché vi sentirete come un elemento dell’arredamento.

Queste parole non sono mie. Sono le parole di Creek, un giovane con paralisi cerebrale, con cui introduco l’argomento della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA)…

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Dieci ragioni per fare teatro nella scuola

Una delle attività che più amo fare con le bambine e i bambini a scuola è il teatro. Sono felice, infatti, quando siamo presi da grande agitazione perché sentiamo la necessità e l’urgenza di costruire insieme uno spettacolo teatrale. Allora l’aria diventa elettrica e tutti ci scaldiamo e sudiamo, cosa che accade raramente a scuola fuori dalla ricreazione.

Mi piace comporre e costruire tutti insieme, in classe, il canovaccio e il copione che darà senso alla nostra rappresentazione, partendo dalle parole emerse nelle nostre tante conversazioni. Spesso poi propongo di intrecciare le loro immagini con frammenti di testi classici, perché è bello fare entrare in risonanza pensieri e immagini dei bambini con le parole, meravigliose, che ci possono donare Omero, Shakespeare o Brecht…

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Lettera a una professoressa

La maestra Sonia ci chiama a colloquio a dicembre. Matteo è in prima elementare e fatica a sillabare. Ci esercitiamo durante le vacanze natalizie… Ci divertiamo, anche se a tratti mi accorgo di essere spazientita. Un presentimento. Il quadrimestre giunge al termine: la situazione si è sbloccata, Matteo collega lettere e parole. Grazie. Grazie Maestra Sonia.

Spensierati terminiamo il biennio della scuola elementare, ma è giunto il momento di salutare la nostra cara Sonia, che ci lascia e va in pensione, con tutta la sua saggezza, attitudine, perspicacia e attenzione. La terza elementare inizia con le nuove insegnanti, le nuove discipline, storia, scienze e geografia…

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Parlare male di un collega davanti ad una classe è reato

Esistono degli insegnanti, pochi per la verità, che, durante le ore di lezione e in presenza dei propri allievi, parlano male di qualche collega. Ma parlare male di un collega davanti ad una classe, mentre si sta svolgendo un’ora di lezione, potrebbe essere catalogato come un reato di diffamazione. La questione diventa ancora più diffamatoria, se il docente pettegolo, e che non riesce a tenere la lingua a posto, dovesse dire ai suoi allievi: “Il prof. dell’anno scorso  non capisce niente e vi ha detto un cumulo di stupidaggini, la spiegazione giusta è quella che ho fatto io”. Questo è un tipico caso in cui il docente diffamatore tende a colpire l’onorabilità professionale di un suo collega, cercando di umiliarlo agli occhi dei suoi ex studenti, utilizzando impropriamente il suo ruolo di educatore.

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La maleducazione degli studenti aggrava lo stress dei docenti e sta crescendo progressivamente. Lettera

inviata da Mario Bocola  – È da sempre che il prof. Lodolo afferma che la professione docente è usurante e che il burnout deve essere riconosciuta quale malattia professionale che affligge il mondo della scuola perché i docenti sono sottoposti a ritmi di lavoro stressanti che generano condizioni di malessere e di disagio.

Ad aggravare la situazione di insofferenza degli insegnanti sono diversi fattori legati al fenomeno delle classi pollaio, all’irrequietezza degli alunni, alla maleducazione o meglio ineducazione imperante, alla frustrazione di non sentirsi considerati dalla società…

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Maria Grazia Cucinotta: «La mia vita con la dislessia»

Per fortuna oggi anche in Italia c’è più sensibilità e informazione sull’argomento, ma ai miei tempi a scuola i dislessici come me venivano semplicemente valutati come pigri e svogliati. Per tutti gli anni trascorsi sui banchi mi sono dovuta scontrare contro il pregiudizio degli insegnanti che, ignorando cosa fosse questo disturbo dell’apprendimento, nei colloqui con mia madre ripetevano sempre lo stesso ritornello: «Sua figlia è intelligente ma non si applica, si distrae spesso e quindi rende poco».

Quando ero tesa facevo scena muta

Timida ed emotiva, ero perennemente vittima di scherzi e vessazioni da parte dei compagni di classe perché leggevo aiutandomi con il dito e spesso invertivo o saltavo le parole

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“Mio figlio è un piccolo genio: in classe lo emarginano tutti, compagni e professori”. Come riconoscere i bambini plusdotati

“Non volevo fare la mamma fanatica che crede di avere un piccolo Einstein in casa e ho lasciato che fosse come gli altri. La scuola? una delusione. I suoi insegnanti non solo non hanno capito il perché dei comportamenti di mio figlio, ma lo hanno ripetutamente punito, fino a spedirlo dallo psicologo”: la storia di un bambino con Q.I.  di 150 – il massimo è 160, la media Q.I. è 100 – vittima di atti aggressivi da parte di insegnanti e bambini.

Chi sono i plusdotati. Non è facile avere un bambino plusdotato: hanno talento, sono bravissimi, ma insieme hanno mille fragilità e sono molto vulnerabili. I bambini plusdotati sono bimbi che spesso incontrano difficoltà a relazionarsi con gli altri, hanno una spiccata sensibilità ed in genere vengono poco capiti, e magari esclusi dagli altri bambini…

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“LA DIDATTICA PER COMPETENZE”, libro scaricabile con teoria, esempi ed esperienze pratiche.

La didattica per competenze è un libro corposo, completo, ricco di spunti teorici e di esempi, elaborato dall’Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi” di Padova.
Il libro, di 228 pagine, è stato realizzato dal team di docenti.
 Questi gli intenti:

 “Il desiderio perenne di aggiornamento ci ha indotto ad operare serenamente e fruttuosamente in gruppo, alla ricerca di nuove strategie didattico – educative adattabili…
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Superiori? “Rivoluzione” fiorentina

C’è una scuola superiore a Firenze che ha imboccato una strada nuova, grazie al preside, Ludovico Arte. Una strada che “va incontro” ai ragazzi…

Uno dei grandi problemi di oggi è rappresentato dai numeri, sconcertanti, dell’abbandono scolastico nella fascia adolescenziale, cioè quando i ragazzi approdano alla scuola superiore. Per questa fascia di età la “proposta educativa” è rimasta ancora più al palo rispetto ad altri ordini e gradi di scuola ed è è sempre più evidente il disagio e lo scollamento tra approccio educativo ed esigenze dei giovani che mutano. A Firenze c’è però un istituto superiore, l’Istituto tecnico statale per il turismo Marco Polo, che sta tentando, non senza fatica e ostacoli, di “cambiare pelle e sostanza”. Come? Lo chiediamo al dirigente scolastico, Ludovico Arte…

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Musicoterapia: finalità e obiettivi di un intervento con i bambini a scuola

La musica, il linguaggio universale. In che modo diventa anche strumento pedagogico? Prova a chiedere ad un bambino: “E se sostituissimo le parole con dei suoni?” Fino ad alcuni anni fa ho condotto con un certa sistematicità laboratori di musicoterapia nelle scuole. L’ho fatto con i più piccoli e anche con gli insegnanti. A questi ultimi ho provato a spiegare come riuscivo a catturare l’attenzione degli scolari: “Non serve urlare. Se il concetto di silenzio non viene acquisito, allora, facciamolo diventare un gioco.” Un gioco musicale, naturalmente. 

In musica il silenzio è una pausa. In pedagogia il silenzio è ascolto. Di sé e dell’altro. Se c’è silenzio, ogni bambino può accorgersi di chi gli sta intorno, cosa che non accade nel caos delle case e, spesso, anche delle classi. Se il bambino si accorge di chi ha accanto e fa silenzio, gli lascia uno spazio di espressione, lo riconosce, ne ammette la diversità. Ma se il silenzio glielo imponi, egli non lo farà…

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L’Invalsi è fallita e vi spiego perché

L’Invalsi compie dodici anni. A partire da questa settimana ritorna nelle nostre classi ma pochi hanno compreso a cosa serve, se serve, se migliora il sistema d’istruzione del nostro Paese, perché e come misura gli apprendimenti dei nostri ragazzi.

Molte mamme e papà ogni anno mandano i loro figli a scuola senza porsi troppe domande sul test; se provi a chiedere loro ti rispondono: “Non lo so a che serve. Lo fanno”. Molti, troppi colleghi insegnanti, lo somministrano perché va fatto. Punto e basta. Se indaghi ti rispondono: “Con tutto quello che ho da fare non ho certo tempo come te di far polemica. Lo faccio, punto. Tanto non mi cambia nulla”. Oppure: “Se anche faccio sciopero tanto il dirigente obbliga qualcun altro a somministrarlo. Perciò meglio che stia io in classe”…

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Storie e Fiabe per bambini da ascoltare e scaricare in MP3

Non c’è bambino che non ami ascoltare e riascoltare Storie, Fiabe e Filastrocche che stimolano la fantasia con avventure e viaggi immaginari; ecco allora a tua disposizione gratuitamente da leggere, ascoltare e scaricare, oltre 500 file audio MP3 con bellissime Storie, Fiabe e Filastrocche narrate in Italiano.

I podcast li trovi un po nascosti all’interno della Biblioteca dei Bambini multilingue nella sezione in Italiano ordinati per Autore, o in alternativa puoi fare una ricerca avanzata per Titolo, Autore, etc.

I Podcast o Audiolibri sono facilmente riconoscibili tra i tanti libri perché contrassegnati dall’icona , clicca sul Titolo per leggere e ascoltare online la voce narrante, mentre per salvare il file MP3 sul tuo PC devi cliccare sulla freccia grigia che trovi a destra del lettore audio in alto…

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La storia di Lorenzo: dall’autismo al lavoro: “Non è solo silenzio e solitudine”

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“Ho fatto un selfie col ministro Fedeli”

Ho fatto un selfie col Ministro Fedeli. E’ successo davvero, il 7 febbraio scorso, al Safer Internet Day di Roma. “Ministro, vuole fare un selfie con un insegnante?”. Purtroppo il primo non è venuto bene, ma non me ne sono accorto certo io: “Professore, è venuto in controluce: rifacciamo?”. Il guaio è che l’abbiamo rifatto nello stesso punto altre due volte. E così, alla fine, non ho fatto un selfie con Valeria Fedeli, ne ho fatti quattro.

Entrato in confidenza – è stata gentile davvero – ho ritenuto di poterle anche scrivere. Ho pensato di chiedere a lei, datore di lavoro “ultimo” e apicale, una conferma sul mio operato. Che dite, le mando questa lettera?

Signor Ministro,
sono il prof di Lettere con cui ha fatto il selfie al Safer Internet Day (non mi chieda però cosa significa: insegno Lettere, non Inglese; e comunque no, non si agiti, non lo chiederò neppure io a lei). Rifletto spesso sulla mia capacità di declinare correttamente le famose “competenze”: le chiedo, in merito, un parere…

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Il successo da adulti non dipende dai voti a scuola

Questo signore nella foto è Howard Gardner. E’ un insegnante e psicologo americano di origine ebraica. Le evidenze del suo lavoro nascono dall’osservazione dei bambini tra i banchi di scuola e fino all’età adulta e dimostrano che non esiste correlazione diretta tra prestazioni scolastiche e successo nella vita. Gardner, a cui sono legati gli studi e la teoria delle intelligenze multiple, è stato il primo, infatti, a smontare decenni di ricerche sull’intelligenza, in relazione alla quale la visione scientifica dominante non prendeva in considerazione le ingerenze della vita mentale emotiva.

In effetti, la visione delle scienze umane è molto cambiata da quando la psicologia ha compreso il potere delle emozioni nella vita delle persone.

Le intelligenze multiple

Se siamo arrivati a queste conclusioni, il che oggi è un dato acquisito dalle neuroscienze, lo si deve anche al suo contributo. La parola chiave di questa nuova concezione dell’intelligenza umana è multipla

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