Caro lettore, mi chiamo Liceo classico


Ehilà, c’è qualcuno? Scusami, ho sempre bisogno di accertarmi che ci sia qualcuno disposto ad ascoltarmi sul serio. Ti prego, ascoltami. Non so come sopportare tutte le ingiurie, le accuse, gli insulti ignoranti di chi non mi conosce.

Caro lettore, mi chiamo liceo classico. Non ho conservato nel mio nome neppure le iniziali maiuscole, perché ormai molti mi disprezzano e mi temono. E allora dirai che se mi temono, dovrebbero di conseguenza rispettarmi. Sarebbe bello fosse così. Invece no, mi sprezzano e provano un’irriverente paura nei miei confronti. Chi è mio allievo è sottoposto a grandi sfide, non lo nego, ma non maggiori di quelle a cui sono sottoposti gli altri che non sono miei studenti. Mi temono perché ho grande potere: faccio sudare, sfiancare, deprimere e dubitare gli alunni ma poi proprio per questo loro mi amano e mi sono riconoscenti. Potranno far finta di disprezzarmi, ma in fondo al loro cuore tengono a me. Crescere non è facile e io certo non posso mentir loro, perché li sto educando alla vita ed è questo il mio più nobile compito. È difficile capire l’odio che alcuni hanno per me. Prima mi deridono, però se poi finiscono il percorso come miei allievi si vantano di me, come dicessero:…

Fonte: Cogito et Volo
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