Ciò che (non) sappiamo. Lo stretto crinale del rapporto insegnanti-ragazzi


Scene di ordinaria tensione scolastica: un’interrogazione, un brutto voto, il disappunto di uno studente che fatica ad accettare l’esito negativo della prova. Solo che questa volta lo studente si alza e con una frase perentoria («Professore, io esco»), non una richiesta, lascia l’aula sbattendo la porta.

Non posso fare a meno di sanzionare il comportamento con una nota disciplinare sul registro. Dieci minuti dopo il ragazzo rientra, si siede al suo posto e mi accorgo che ha pianto. Gli comunico la nota, facendogli presente la scorrettezza di un comportamento che giudico inaccettabile. Lui, per parte sua, lo riconosce, ma nel frattempo ho capito che la sua reazione sbagliata era il segno di una sofferenza, di una fragilità…

Fonte: Avvenire.it
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