La storia dei dati rubati dagli hacker russi all’università di Pisa. Il bottino? Codici fiscali, coordinate bancarie e 270 numeri di telefono



“L’impatto dell’attacco ha portato a una possibile esposizione di un numero minimo di dati, in una frazione inferiore a uno su diecimila, presenti in documenti prodotti dai sistemi e memorizzati in locale per permettere agli operatori di svolgere l’attività amministrativa”. A scrivere è il rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella,…


Fonte: Scuola – Il Fatto Quotidiano
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