Galimberti: “Che sbaglio difendere i figli dai prof severi”
Senza generalizzare, non è difficile constatare che oggi ai genitori sembra non interessi tanto la formazione culturale dei loro figli, quanto la loro promozione, per ottenere la quale, invece di stimolare i loro figli allo studio, la cui scarsa applicazione appare evidente anche a loro, preferiscono contestare i professori.
Questa operazione incomincia alle scuole elementari, quando i bambini iniziano a conoscere un mondo nuovo rispetto a quello familiare, imparano a socializzare e a proiettare la loro fiducia, prima rivolta ai soli genitori, anche sugli insegnanti.
Parlar male degli insegnanti davanti a loro, contestarli nelle riunioni di classe, ha come unico effetto non quello di rassicurare i bambini dell’amore dei loro genitori, ma di disorientarli, inducendo in loro quella sfiducia di base, per cui non sanno più di chi fidarsi. Il risultato è la demotivazione e il disimpegno…
Fonte: D la Repubblica
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La ragione non sta mai da una parte sola. Ci sono genitori che difendono troppo i figli ed insegnanti che si rifiutano di usare le griglie di valutazione e valutano gli studenti come persone (like, unlike) invece che il loro livello di apprendimento.
Entrambe le “fazioni” in campo farebbero bene a scendere dai rispettivi scranni e sedersi attorno ad un tavolo per ascoltarsi.
Questo farebbe bene ai ragazzi. Non questa guerra di potere giocata sulle loro teste