30th Science projects workshop, Bruxelles 14-16 giugno 2019


30th Science Projects Workshop, Bruxelles 14-16 giugno 2019

Dal diario di un’insegnante del futuro prossimo

Sto tornando in aeroporto. Sono passati solo due giorni ma sembra molto di più… E’ proprio vero che quando si vive intensamente il tempo si dilata. Questa volta sono sola, però non lo sono davvero. Ma cominciamo dall’inizio…

Quando ho ricevuto l’invito da Scientix, Comunità europea di educatori scientifici, stentavo a crederci. Andare a Bruxelles e partecipare ad un workshop è una meravigliosa opportunità per un insegnante innovatore. 43 docenti da 14 paesi.

Prima della partenza abbiamo ricevuto un opuscolo con le mappe e le distanze per raggiungere aule, hotel, ristoranti e luoghi di interesse. Nella lista dei partecipanti c’erano orari di arrivo e partenza di tutti in modo da facilitare i contatti. Organizzazione impeccabile. Sembra scontato, ma non lo è.

Appena sono scesa dall’aereo… sorpresa! Ho ricevuto un messaggio da una collega ucraina che diceva di aspettarmi al ritiro bagagli. Ci siamo riconosciute dalle foto dei profili di Facebook. Mentre ci presentavamo è arrivato un messaggio da un’altra insegnante appena atterrata. Le abbiamo inviato un selfie per farci identificare e dopo pochi minuti da due siamo diventate tre. La collega rumena ci ha avvisato che era in arrivo un’altra persona dalla Grecia. L’abbiamo aspettata con il suo nome scritto sul tablet ed è stata una bellissima accoglienza anche per lei che, come noi, pensava di essere sola. In formazione poker, ci siamo avviate all’autobus seguendo le indicazioni ricevute.

Durante il viaggio di mezz’ora verso il centro città, tra noi c’è stato un intensissimo scambio di informazioni ed esperienze di realtà e Paesi diversi. Istituzioni scolastiche differenti, ma la stessa passione e il desiderio di metterci in gioco. Quando siamo giunte a destinazione, da quattro siamo diventati 43, tra insegnanti ed educatori, leader delle STEM. Eravamo lì per imparare ad esserlo. Oggi e soprattutto domani.

Con l’entusiasmo dei bambini, siamo entrati nella stanza dei segreti, nata dal progetto Future Classroom Lab, che ha come obiettivo di ripensare al ruolo della pedagogia ed utilizzare la tecnologia nella didattica. L’innovazione sta cambiando il modo di insegnare anche nel design delle aule e nella dotazione di strumenti accattivanti come la stampante 3D, robottini da programmare e costruzioni LEGO. Tutto da toccare, scoprire, sperimentare. Prima noi, poi loro, i nostri studenti.

Ci hanno accolto i ragazzi della European Schoolnet, giovani in gamba provenienti da tutta Europa, con tanta voglia di fare. Sono stati due giorni ricchi di spunti e riflessioni. I nomi si sono trasformati in volti. Le persone con le quali avevo lavorato e scambiato informazioni sono diventate reali, in carne e ossa.

Durante le lezioni, ciascuna di trenta minuti, abbiamo affrontato delle tematiche molto attuali come il ruolo delle competenze da raggiungere nel 21° secolo, il lavoro di coinvolgimento e di disseminazione delle buone pratiche nelle nostre scuole, i compiti di realtà.

Interattività e dialogo hanno caratterizzato i singoli workshop. Ci hanno appassionato e coinvolto così tanto che spesso durante le pause restavamo ad esercitarci e a discutere su quanto proposto. Il tempo è passato velocissimo, come succede quando l’interesse è vivo e l’attenzione alta.

Siamo stati divisi in gruppi con il compito di creare una presentazione o una campagna marketing di un progetto. Il lavoro è stato distribuito nei due giorni ed è stato supportato da suggerimenti ed approfondimenti trattati durante i seminari, mettendo, quindi, subito in pratica. Il momento di restituzione ha consolidato ancora di più l’esperienza di apprendimento e condivisione dei singoli partecipanti e sicuramente molti dei progetti ipotizzati nei prossimi mesi prenderanno vita.

Ci siamo sentiti parte integrante di una squadra che lavora per aiutare i giovani a costruire un solido futuro. E’ questa la magia che vogliamo portare nelle nostre aule.

“Alzi la mano chi fa un lavoro che gli piace”, tutte le mani si sono alzate. Questo è il nostro compito: quello di far sollevare le mani dei nostri studenti, come abbiamo fatto noi, quando risponderanno alla stessa domanda.

Torno a casa piena di idee e progetti da realizzare, contatti di colleghi con cui lavorare in un prossimo futuro. Non mi sento sola perché ho conosciuto persone con la mia stessa visione che guardano lontano ma, nello stesso tempo, vivono nel presente di una scuola che vuole cambiare, nelle nostre classi e in un’Europa unita.

30th Science Projects Workshop in the Future Classroom Lab

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