La scuola come luogo di educazione alla cittadinanza globale


Il mondo attuale, caratterizzato da una sempre più diffusa globalizzazione, richiede la capacità di leggere le informazioni provenienti da più fronti e di decodificarle, senza perdere di vista la propria individualità. Essere cittadini oggi implica dotarsi di competenze importanti, radicate nella conoscenza del mondo globale.

La scuola, luogo dell’educazione per eccellenza, si colloca in una posizione strategica per fornire alle giovani generazioni una guida sicura, attenta alle esigenze che la società pone come imprescindibili ma allo stesso tempo attenta alle esigenze personali. I giovani devono saper discernere tra una pluralità di punti di vista, cogliendo le grandi potenzialità dei processi globali, nell’ottica di attivare delle strategie di sostenibilità.

La sfida è quella di cogliere nella “glocalità” le opportunità di crescita: l’educazione  alla cittadinanza globale riveste un ruolo sempre più preponderante e deve essere sostenuta ed incrementata. La scuola risponde a tale sfida proponendo un sapere globale, non più  parcellizzato nelle singole discipline, bensì in grado di educare alla capacità di cogliere l’essenza e la trasversalità di ogni nuova conoscenza.

L’educazione alla cittadinanza globale parte dal presupposto di un nuovo modello di cittadinanza, basato sulla pari dignità di ogni essere umano, sulla sua appartenenza alla società locale e globale e trova la sua applicazione pratica nell’educazione alla pace, allo sviluppo sostenibile, all’interculturalità e al genere. E’ una educazione che si basa sulla consapevolezza che riconoscere le diversità significa riconoscere una pluralità di identità multiple e dinamiche, rispettandole attraverso la conoscenza e la comprensione, con quelle doti di empatia che devono caratterizzare i cittadini di oggi.

La scuola, in particolare, deve essere il luogo del cambiamento di prospettiva, seguendo le Raccomandazioni europee del 2006 e del 2018 sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente che sottolineano l’importanza di lavorare a scuola per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite.

L’educazione alla convivenza globale è presente in diversi sistemi scolastici europei come ambito trasversale delle discipline umanistiche e scientifiche. In Italia il MIUR ha inserito l’educazione alla cittadinanza nei Progetti Operativi Nazionali (2014-2010), recependo in tal modo la spinta europea.

L’obiettivo è ambizioso: modificare i comportamenti degli studenti e delle loro famiglie in senso più equo e sostenibile. Per raggiungerlo, non è sufficiente uno studio teorico poiché l’azione didattica deve essere supportata da attività pratiche di esercizio di cittadinanza: i compiti di realtà ne rappresentano gli strumenti precipui.

Il Quaderno Eurydice 2017 “L’educazione alla cittadinanza a scuola in Europa” sottolinea che l’educazione alla cittadinanza deve aiutare gli studenti a sviluppare conoscenze, competenze, valori  e atteggiamenti in quattro macro-aree di competenze – interazione efficace e costruttiva con gli altri, pensiero critico, agire in modo socialmente responsabile, agire democraticamente.

La scuola, luogo di apprendimento formale, agisce in sinergia con i luoghi di apprendimento non formale e informale, al fine di aiutare i giovani a diventare cittadini attivi, informati e responsabili, desiderosi di assumersi responsabilità per loro stessi e le loro comunità e di contribuire al successo formativo acquisendo la cittadinanza terrestre tanto cara a Edgar Morin.

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