Eurobubble: le istituzioni Europee


Istituzioni EuropeeQuesto numero, destinato alle Istituzioni europee, conclude lo spazio dedicato all’Europa, in vista anche dell’impegno delle prossime elezioni di maggio 2019, decisivo per il futuro della cooperazione e del progresso politico delle prossime generazioni.

Il motto dell’Unione Europea, “Uniti nella diversità”, risponde ad una grande realtà ancora viva, dove diventa determinante far emergere un’unione forte, che trovi la sua espressione nella sovranità europea fondata sulla logica della complementarietà, dove lo spazio di ogni simbolo locale, regionale e nazionale, coesista.

L’evoluzione dei modelli economici, sociali e industriali ci spinge a rivedere la nostra risposta all’interno e al di fuori dell’Unione. Difendere l’Europa non significa solo difendere un contesto di cooperazione, ma soprattutto significa difendere i nostri ideali democratici, i nostri valori fondamentali, la nostra storia e identità comune.

La pace acquisita nell’area dell’Unione è stato il frutto dell’iniziativa di uomini politici lungimiranti, convinti che l’Europa solo attraverso l’unione e il confronto avrebbe conservato la sua serenità. La costruzione europea ha avuto il suo inizio concreto nella realizzazione di istituzioni comuni, con obiettivi prioritari come la democrazia, i diritti umani, le libertà fondamentali.

Il sistema istituzionale dell’Unione Europea, corretto nel tempo da successivi trattati e accordi, è estremamente complesso. Innanzitutto a livello europeo, come nell’ambito dei singoli Stati, i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono ripartiti tra i diversi organismi in cui si articola l’Unione.

Le varie istituzioni, nella loro struttura e funzionamento, risentono del precario equilibrio tra la volontà di dare vita a una comunità sovranazionale e l’esigenza di salvaguardare l’identità e l’autonomia dei singoli Paesi.

Oggi l’Unione Europea ha una competenza legislativa molto ampia, pur riconoscendo il principio di sussidiarietà, in base al quale interviene laddove l’azione dei singoli stati non sia sufficiente a raggiungere gli obiettivi prefissati. Naturalmente in caso di contenziosi, tra l’Unione Europea e gli altri Stati membri, i ricorsi saranno decisi dalla Corte di Giustizia, il principale organo giudiziario.

Il potere legislativo è attribuito congiuntamente a due organi: il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo, secondo differenti e complesse procedure, che a seconda dei casi, attribuiscono un peso maggiore all’uno o all’altro, ma comunque con il coinvolgimento di entrambi.

In questo modo è garantito l’equilibrio tra la rappresentanza diretta dei cittadini europei, che si esprime nel Parlamento, e l’influenza dei governi nazionali, preponderante nel Consiglio.

L’organismo comunitario che detiene il potere esecutivo è la Commissione dell’Unione Europea, costituita da un rappresentante per ciascun stato membro. La principale competenza della Commissione, oltre al potere esecutivo, è quella dell’iniziativa legislativa, infatti è l’unico organo che può proporre norme che saranno poi discusse dal Consiglio e dal Parlamento.

Vi sono poi delle Istituzioni che, pur avendo rapporti con l’Unione Europea, restano indipendenti, come il Consiglio d’Europa, istituito nel 1949, che è la più antica delle istituzioni sovranazionali ed è anche quella che coinvolge il maggior numero di stati. La sua azione principale si esprime nel predisporre e favorire accordi tra gli Stati membri.

Infatti, uno degli organismi nati a seguito di uno di tali accordi, è la Corte Europea dei Diritti dell’uomo. A questa possono ricorrere i cittadini che hanno subito la violazione dei diritti fondamentali.

Dopo la fine della II guerra Mondiale, l’Europa ha cercato con fatica di ricostruire l’unità istituzionale del vecchio continente e, malgrado tutte le difficoltà ancora in corso, oggi i cittadini dei singoli paesi sono automaticamente cittadini dell’Unione Europea.

Il filosofo inglese John Stuart Mill affermava che la comune identità dei cittadini poteva trovare espressione nella capacità, maturata faticosamente attraverso i secoli, di far convivere diverse prospettive culturali e religiose.

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