Alternanza scuola lavoro: a new concept is born…


L’Alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica innovativa che, grazie all’esperienza pratica, facilita il consolidamento delle conoscenze acquisite a scuola e diventa un valido ausilio nel testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, nell’arricchirne la formazione e nell’orientarne il percorso di studio con progetti in linea con i piani di studi.

La Legge 53 del 2003 istituzionalizza l’alternanza scuola lavoro come parte integrante del curricolo scolastico e non più pratica aggiuntiva. Il D. Lgs. 77/2005 introduce l’ASL in tutte le scuole per assicurare ai giovani competenze spendibili nel mercato del lavoro.

L’Alternanza scuola-lavoro (ASL), obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 in linea con il principio della scuola aperta, attraverso la quale i giovani esprimeranno la propria customer satisfaction e la riscontrata coerenza tra PECUP e profilo professionale definito in ASL.

Le Raccomandazioni europee evidenziate nella relazione di CE “Ripensare l’istruzione, investire nelle abilità in vista di migliori risultati economici” del novembre 2012, gli obiettivi di Europa 2020, il programma europeo “Education and training 2020”, l’avvicinamento dell’Italia al sistema duale, mirano ad innalzare gli standard di qualità, a migliorare il livello di apprendimento e a rispondere al bisogno di competenze che si esplicano nel concetto di cittadinanza attiva. Sullo sviluppo personale, si evidenzia l’imprescindibilità delle competenze digitali, la capacità imprenditoriale dei giovani unici protagonisti del futuro del nostro paese e dell’Europa intera.

L’ASL come dimensione formativa centrata sull’allievo e sulle job vacancy sempre più differenziate per profilo professionale, come reale strumento di orientamento professionale non avulso dal contesto territoriale ma inserito nelle dinamiche locali, nei nuovi bisogni formativi e professionali, mette al centro dell’universo scuola i giovani, stakeholders principali ed unico motore del complesso mercato del lavoro.

Un cambiamento culturale di notevole importanza per la costruzione di una via italiana al sistema duale, che si ispira a buone prassi europee, incardinandole nel tessuto produttivo e nel contesto socio-culturale italiano.

Ma qualcosa è cambiato, infatti nella bozza della Legge di Bilancio, sono evidenti alcune modifiche al progetto di questa nuova modalità didattica dell’Alternanza scuola lavoro che, pur nella sua grande validità di principi e attuazioni,  ha, comunque, provocato nella scuola notevoli disagi organizzativi, ma c’e’ da dire che nonostante tutto in alcune regioni è stato un progetto formativo di eccezionale importanza per diffondere tra i giovani la cultura del lavoro e l’esperienza sul campo.

Ma in che cosa è cambiato? Il primo cambiamento riguarda la nomenclatura. Infatti le attività si chiameranno: “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, descrivendo nel concreto quello che gli studenti svolgono a scuola anche attraverso esperienze di aziende simulate.

In pratica percorsi di orientamento e di sviluppo delle competenze trasversali che si ispirano alla promozione  della settima competenza europea: il “senso d’iniziativa e di imprenditorialità”.

Ne viene, altresì, cambiata anche la durata in termini di ore in un progetto che deve essere necessariamente flessibile e adattato al contesto territoriale e alle esigenze dell’Istituzione scolastica. I percorsi restano comunque diversi a seconda del tipo di studio e per numero di ore utilizzate. Infatti viene fissato un tetto minimo a cui le scuole devono adeguarsi ma che possono incrementare a seconda delle esigenze e dell’offerta formativa, così ridistribuite:

  • negli istituti professionali non inferiore a 180 ore
  • negli istituti tecnici  non inferiore a 150 ore
  • nei licei non inferiore a 90 ore.

Queste modifiche, dopo poco tempo dalla nascita dell’ASL, non dovrebbero minimizzare l’importanza culturale e professionale che ha caratterizzato tale esperienza formativa sia per i docenti referenti e tutor interni e, soprattutto, per i giovani che ne sono stati i protagonisti. Il meeting con la “cultura d’impresa” è stato un input di ricchezza per la scuola, una grande possibilità di dialogo e di confronto per il welfare sociale.

Abbiamo avuto esempi di esperienze, legate all’ASL, molto ben organizzate e strutturate che hanno offerto ai ragazzi  opportunità di crescita e di maturazione umana e culturale. Gli studenti hanno avuto la reale opportunità di osservare il mondo del lavoro con un atteggiamento d’impegno e di responsabilità partecipativa.

Si auspica vivamente che la diminuzione delle ore, prevista dall’attuale Legge di Bilancio, non vanifichi la qualità di questa positiva esperienza del curricolo formativo dello studente, che, se inserita ad hoc nel percorso di studio, aiuta lo sviluppo di “competenze trasversali” ed offre una valida guida di “orientamento” nella scelta degli studi universitari, nella consapevolezza di sapere cosa “fare da grandi” e proiettarsi scientemente nella professione del domani.

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