Mabasta!

Bullismo: una malattia interiore! Il rispetto è vita!


All’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce circa due anni fa è nato un movimento con l’obiettivo di sconfiggere una piaga sociale: il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. I ragazzi del movimento MABASTA! sono sempre in prima linea nella lotta contro tale fenomeno. Uniamoci a loro per debellare questo “male” sociale.

Il bullismo è un grosso problema. Ogni giorno migliaia di adolescenti si svegliano col timore di andare a scuola. Tale problema colpisce milioni di studenti, non solo chi riceve “violenza”. Purtroppo, poiché i genitori, gli insegnanti e gli altri adulti non sempre riescono a “vederlo”, potrebbero non capire quanto possa essere estremo.

Il bullismo è una forma di condotta prepotente, di tipo abusivo, tramite l’utilizzo di fraudolenti metodi di opposizione e intimidazione nei confronti di sé stessi o nei confronti dei pari soprattutto quando sussiste una chiara asimmetria di potere. Può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, spesso in base a discriminazioni etniche, confessionali, di genere o di orientamento sessuale. Dunque, due dei motivi principali per cui le persone sono vittime di bullismo sono l’apparenza e lo status sociale. Alcuni bulli attaccano fisicamente i loro “bersagli” attraverso spintoni, inciampi, pugni o colpi, o persino con violenza sessuale. Altri usano il controllo psicologico o insulti verbali. Ad esempio, i bulli, che agiscono solitamente in gruppo, spesso prendono a pugni le persone che classificano “diverse”, oppure le escludono, spettegolano su di loro (bullismo psicologico). Possono anche prendere in giro le loro vittime (bullismo verbale). Il bullismo verbale può anche comportare il cyberbullismo che consiste nell’invio di messaggi crudeli, oppure nella pubblicazione di insulti su una persona sui social.

In che modo il bullismo fa sentire le persone? Uno degli aspetti più dolorosi del fenomeno è che è implacabile. La maggior parte delle persone vittime di bullismo vivono uno stato di costante paura, oppure si autolesionano od ancora arrivano a compiere dei gesti estremi, come il suicidio.

Il bullismo, purtroppo, è un fenomeno in forte crescita e il movimento “MABASTA”, costituito esclusivamente da adolescenti, intende prevenirlo e combatterlo in tutte le sue forme: fisico, verbale, psicologico, cyberbullismo. “La nostra mission – dicono i ragazzi del movimento – è quella di combattere ogni forma di bullismo e cyberbullismo e, se sarà possibile e quindi se saremo bravi, sconfiggere questo orrendo fenomeno. Noi operiamo soprattutto con le scuole del nostro territorio, attraverso sperimentazioni dirette, che poi estenderemo a livello nazionale “. Tale movimento è nato circa due anni fa in una prima classe dell’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce a seguito di una discussione in classe su un grave caso di bullismo accaduto in una scuola di Pordenone. Tale vicenda ha indotto così i ragazzi, della pro-tempore I A, a non restare a guardare né ad accontentarsi di improduttivi dibattimenti, limitandosi soltanto a dire la propria opinione sul problema. Hanno dato vita a questo movimento con l’idea di unire le forze dei ragazzi di tutta Italia che vogliono davvero arginare il fenomeno, tramite un’idonea sensibilizzazione ma soprattutto attraverso azioni dirette.

Obiettivo tanto semplice da esporre quanto ambizioso e complesso da risolvere, vale a dire mettere fine al bullismo e al cyberbullismo scolastico. Un’utopia? Probabilmente. “Ma noi riteniamo di avere un qualcosa in più (o almeno di diverso) rispetto a tutti coloro che ci hanno provato sino ad ora, in quanto anche noi siamo studenti”. MaBasta! è forse la prima associazione informale contro il cyberbullismo e bullismo che si muove dal basso, anzi dal bassissimo: per utilizzare le loro stesse parole. “Il nostro vantaggio è singolare, consta nel fatto che, non essendo adulti, ed essendo dei nativi digitali, abbiamo un impatto diverso sui giovani, utilizziamo la creatività giovanile, usiamo gli stessi strumenti informatici e, soprattutto, gli stessi linguaggi di espressione e di comunicazione”.

L’ultima vittoria, dello scorso tre dicembre, ha visto i ragazzi del Movimento travolgere i rivali americani, vincendo la quinta edizione del contest internazionale promosso da BNP Paribas Cardif ‹‹Open F@b Call4ideas››, dedicato alla Positive Impact Innovation. Il progetto proposto è stato considerato innovativo, attuale ma principalmente d’impatto. “Alla lettura del verdetto finale, abbiamo esultato alla grande! È stata un’emozione unica, indescrivibile. Vincere davanti a chi, da più anni di noi, opera nel sociale, regala emozioni che non hanno prezzo”. Il progetto proposto prende il nome di ‹‹Modello Mabasta›› e consta in un’inedita sequela di consigli e azioni comportamentali che ogni classe e scuola d’Italia può facoltativamente adottare. È un innovativo formulario di proposte condotte dagli studenti e supervisionate dagli adulti (insegnanti e dirigenti scolastici). Tale Modello è rivolto a tutti i livelli di scuola, dalle elementari alle superiori.

Il nostro progetto (ed il nostro impegno) si rivolge soprattutto a tre ben precise categorie: le vittime, il bullismo ed il cyberbullismo, gli ‹‹spettatori››. Nella categoria delle vittime rientrano le ragazze e i ragazzi che, a causa della loro natura sensibile o dei loro caratteri o, ancora, del loro modo di essere, di vedere e di pensare, sono prese di mira, schernite, vessate, insultate, sia fisicamente che virtualmente. A loro chiediamo di aprirsi, di comunicare il proprio disagio. Il cyberbullismo e il bullismo sono fenomeni generati da ragazzi e ragazze che – a nostro giudizio – sono coloro che hanno più bisogno di aiuto, non sono per nulla delle persone serene ed equilibrate se sentono il bisogno di sopraffare qualcun altro per avere una propria posizione sociale. Anche a loro chiediamo di farsi aiutare, almeno nel tentare di trovare un po’ più di serenità ed equilibrio interiore. Infine, ci sono gli ‹‹spettatori›› nella cui categoria rientrano tutti quei ragazzi e ragazze che non sono né vittime né bulli, ma che sono a conoscenza o addirittura assistono in silenzio agli episodi o alle continue azioni di cyberbullismo e bullismo. A questi ultimi chiediamo di smettere di essere ‹‹complici››: intervenite sul nascere, opponetevi, segnalate gli episodi e le situazioni” – ribadiscono i ragazzi del Movimento.

MaBasta! ha ottenuto un grande successo mediatico. Il progetto nasce sui social. La pagina Facebook MaBasta ha raggiunto oltre 36.000 aderenti in circa due anni dalla nascita: “È certamente un feedback positivo, è una visibile CRESCITA, sarà una vittoria quando non ci saranno più casi di bullismo”. La bacheca della pagina presenta continui aggiornamenti e notizie sul tema del bullismo e raccoglie numerose sollecitazioni da parte di studenti ed adulti. Anche il loro sito web racconta l’associazione, la mission, le iniziative.

Tra le idee dei ragazzi per coinvolgere e sensibilizzare c’è quella della “classe debullizzata”. È una chiamata rivolta direttamente agli studenti di tutta Italia: si tratta di “autocertificare” la propria classe come priva di bulli per ricevere il titolo ed il bollino di “classe debullizzata”. L’obiettivo è quello di documentare moltissime classi prive di fenomeni di bullismo, così saranno i bulli ad essere messi all’angolo, spiegano i ragazzi sul sito. “Le classi debullizzate hanno una funzione sia preventiva che risolutiva. Preventiva perché, se firmata da tutti gli studenti, attesta che questi si impegneranno a contrastare avvenimenti futuri. Risolutiva in quanto, nell’eventualità in cui un solo studente non dovesse firmare, questi lancerebbe un segnale ai docenti”.

Ulteriori progetti intrapresi al fine di ‹‹demolire›› questo fenomeno sono: i bulliziotti e le bullibox.

A partire dall’anno scolastico 2016/17, è stato “arruolato” un esercito di bulliziotti. Tutti gli studenti d’Italia sono stati invitati ad individuare nelle loro classi i “bulliziotti”, cioè quei studenti che, già per loro natura, sono totalmente contrari alle prepotenze e al bullismo. Una volta scelti, i bulliziotti vengono formati tramite tutorial on line ed il loro compito è quello di vigilare all’interno della propria classe. Oltre ai bulliziotti di classe, vengono individuati anche i “Bulliziotti d’Istituto”, scelti tra gli studenti più grandi e che godono di rispetto e stima da parte della comunità scolastica. Il compito dei bulliziotti è quello di essere dei “mini-centri di ascolto” locali, a cui le vittime e gli spettatori possono rivolgersi per “denunciare” ogni più piccolo episodio, già sul nascere, così da permettere l’intervento e quindi la risoluzione. Ovviamente, tutti i bulliziotti potranno usufruire dei servizi del Centro di Ascolto on line, oltre che potersi rivolgere ai propri docenti e dirigenti.

Le Bullibox, una in ogni scuola, sono delle semplici scatole, simili ad urne, collocate in luoghi cruciali all’interno della scuola, nelle quali vittime e spettatori possono imbucare (anche in forma anonima) segnalazioni di episodi o di situazioni riconducibili al cyberbullismo e al bullismo. La gestione delle “Bullibox” è affidata ai Bulliziotti d’Istituto. “Attiveremo anche una Bullibox digitale, contenitori virtuali che verranno inseriti per aree tematiche sulla nostra piattaforma web”.

Un loro attuale progetto è il Mabatest: un test anonimo per segnalare atti di bullismo e cyberbullismo. L’aspirazione della start-up è quella di estendere il loro modello in tutte le scuole d’Italia e chissà magari “dopo potremmo pensare di far questo anche a livello internazionale”, una riduzione del fenomeno, ma soprattutto di essere d’aiuto tramite le attività della neo impresa sociale.

I ragazzi del Movimento hanno dimostrato, e continuano a dimostrare, come una “risposta dal basso, anzi dal bassissimo”, risulti essere coinvolgente, immediata e d’ispirazione.

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