Mainz Museo Gutenberg

Banzi: riflessioni su un’esperienza di scambio interculturale

di Marta Negro

Una settimana  in una famiglia e in una scuola tedesca a Mainz

“La terra ci offre di entrare in relazione reciproca” scrisse Immanuel Kant nel 1795. Oggi, a più di duecento anni di distanza, sono ancora troppi gli uomini che vivono sulla terra come inquilini, senza sentirsi cittadini del mondo. C’è però anche chi si sente portatore dello “Ius cosmopoliticum” e che, pertanto, è spinto a  formarsi all’insegna di un’educazione interculturale. Cogliere l’occasione di partecipare ad uno scambio classe con una scuola estera rientra certamente in tale modus vivendi.

Lo scambio di classe non è tra i più conosciuti dei programmi della Onlus Intercultura, ma non per questo è da considerarsi meno entusiasmante. Durante quest’anno scolastico insieme con altri venti studenti, frequentanti come me il Liceo scientifico Banzi di Lecce, ho avuto la possibilità di essere accolta  per una settimana presso una famiglia di Mainz, in Germania e di ricambiare quindi l’ospitalità. Nonostante la permanenza all’estero abbia una durata paragonabile a quella di un comune viaggio di istruzione, è bene saper discernere e dunque sottolineare come le due esperienze non siano assimilabili. Partecipare allo scambio con la consapevolezza  di tale differenza è stato per me di fondamentale importanza, in quanto mi ha consentito di cogliere a pieno il significato autentico del progetto.

Poter instaurare un rapporto diretto con uno studente di altra nazionalità, relazionarsi all’interno di un gruppo eterogeneo di italiani e stranieri, essere accolta da una famiglia ospitante e farne la conoscenza, entrare in contatto con la realtà scolastica di un altro paese, lasciarsi accompagnare nella visita e nella conoscenza di luoghi, tradizioni, costumi, mentalità dagli stessi studenti del luogo e non come turisti… Tutto ciò rappresenta per me il valore aggiunto dell’esperienza vissuta in Germania, ma penso che possa essere considerato comune denominatore di ogni altro programma interculturale.

Accogliere significa anche saper pensare “largo”, incontrare le aspettative dell’ospite, cercando di adottare un punto di vista diverso dal proprio. Tuttavia ricevere una calorosa accoglienza non è mai scontato, e quando la si riceve non si può che rimanerne piacevolmente sorpresi. Infatti ho molto apprezzato l’ospitalità tutt’altro che formale della famiglia tedesca, che ha manifestato un  reale desiderio di conoscermi, facendomi sentire parte integrante della loro quotidianità, seppure per pochi giorni. Questa disposizione favorevole nei miei riguardi si è estrinsecata in atteggiamenti, gesti, accortezze, che hanno dimostrato una grande apertura mentale, propria di chi non vuole limitarsi a dare vitto e alloggio ad una persona estranea, ma intende sinceramente accettarla e integrarla nella propria famiglia.

Lo scambio è stato anche occasione di riflessione per fare un paragone tra le due città interessate dallo stesso, Lecce e Mainz, che si possono considerare centri di media grandezza nel rispettivo panorama nazionale. Mainz rappresenta a pieno titolo il modello positivo di città europea che abbiamo nella nostra mente. Esemplare per il nostro gruppo di italiani è stata  la grande considerazione del tedesco medio per i luoghi pubblici, per il rispetto dell’ambiente. Degna di nota anche l’autonomia nei movimenti di cui gode ogni abitante di Mainz, disponendo sia di una efficientissima rete di trasporto pubblico a portata di app, ma anche di grande sicurezza, percepibile camminando per le strade cittadine.

A nostra volta, è stato estremamente stimolante immedesimarsi negli studenti tedeschi in visita, interrogare noi stessi sul nostro territorio, sui nostri punti di forza e di debolezza, cercando di individuare elementi significativi e caratterizzanti la nostra realtà.

Infine, affinché tali esperienze siano di stimolo per generare circoli virtuosi, o quantomeno abbiano una qualche ripercussione nel tessuto sociale, è prioritario mettere a disposizione degli altri il proprio arricchimento culturale, farsi testimone del proprio vissuto, nell’auspicio della realizzazione di un’etica cosmopolita.

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