Rendicontazione sociale

di Rosalia Rossi

Gli Istituti scolastici con il riconoscimento dell’autonomia avvenuto con il D.P.R.275/99 e rinforzata dalla L.107/2015, sono da considerarsi degli enti pubblici  e quindi vincolati all’obbligo dei sistemi di valutazione e controllo interno e della rendicontazione, che parte dall’autovalutazione, come previsto dal D.P.R.80/2013. La responsabilità dirigenziale è strettamente correlata alla responsabilità dei risultati, configurata come lo strumento attraverso il quale la Pubblica Amministrazione risponde del proprio operato ai portatori d’interesse, gli stakeholders, che all’interno dell’Istituzione scolastica sono: gli studenti e le loro famiglie, il personale della scuola, gli Enti Locali, i finanziatori, i fornitori, i cittadini.

La responsabilità dirigenziale è anche responsabilità sociale e quindi non può prescindere dal concetto di accountability o rendicontazione sociale. Storicamente il concetto di rendicontazione sociale nasce prima nel contesto privatistico, nella prima metà del secolo scorso, ma solo negli anni ’90 inizia ad interessare anche le Pubbliche Amministrazioni. Dal 2000 in poi diventa di interesse internazionale con prese di posizioni nette da parte dell’Unione Europea, che nel 2002, in una Comunicazione della Commissione Europea per le Pubbliche Amministrazioni raccomanda di “integrare i principi della responsabilità sociale delle imprese, nel proprio sistema di gestione e praticarle nei confronti delle proprie parti interessate”.

Uno dei massimi esperti di rendicontazione sociale, Luciano Hinna, definisce il concetto di accountability su due livelli:

  • macro, sistema economico che caratterizza un determinato paese in un preciso momento storico;
  • micro, legato all’ istituzione in cui si trova ad operare in un determinato momento un’azienda o amministrazione. A questo secondo livello appartiene l’Istituzione scolastica dove, la rendicontazione a valle e la progettazione a monte, devono tener presente la “mission” che si è data e soprattutto del “come” intende perseguirla.

Ogni discorso che verta sulla responsabilità sociale e rendicontazione sociale deve collocarsi nella dimensione del “come”, inteso come attenzione, capacità di ascolto, accoglienza, interazione e tutto quanto rientri nello spazio etico- valoriale all’interno del quale i bisogni dei portatori di interesse vengono individuati e soddisfatti attraverso il processo di governance. Tutto ciò se ben perseguito, concorre a determinare il valore aggiunto di un istituzione scolastica rispetto ad un’altra e ne fa la differenza e se coltivata e alimentata nel tempo, fortifica e stabilizza l’asset reputazionale dell’ istituzione sul territorio.

La redazione di un bilancio sociale da parte di un istituto scolastico nell’attuale contesto normativo, deve essere considerata un approccio migliorativo rispetto agli obblighi amministrativi che trovano concretizzazione nell’elaborazione del rapporto di autovalutazione. Il bilancio sociale valorizza tutte le informazioni previste dal rapporto di autovalutazione, integrandole con altre informazioni che ne agevolano la fruizione, consentendo all’istituto scolastico un maggior coinvolgimento e una maggiore partecipazione negli ambiti in cui opera.

Il noto esperto di valutazione scolastica, Angelo Paletta  distingue due approcci alla rendicontazione sociale : lo School Accountability e il Bilancio sociale. Il primo si basa sulla definizione, a livello centrale, di regole di valutazione e rendicontazione sociale alle quali tutte le scuole sono chiamate obbligatoriamente a conformarsi; il secondo invece, è un processo volontario che nasce dal dover rendere conto ai portatori di interesse sull’ uso che viene fatto dell’autonomia. Il bilancio sociale presuppone il concetto di responsabilità ed è dunque naturale che la sua attuazione implichi soprattutto il dovere di coinvolgimento degli stakeholders partendo dall’analisi dei bisogni e delle attese, attivando ampi consensi intorno alle scelte, focalizzando l’attenzione sulla verifica in itinere dell’efficacia degli interventi.

In conclusione il bilancio sociale appare come un processo attraverso il quale l’Istituzione riflette su se stessa e dialoga in modo costante con i portatori d’interesse. Tale confronto può articolarsi in momenti e con strumenti diversi. Il bilancio sociale deve conseguire due principali obiettivi: fornire agli stakeholder un quadro complessivo delle performance, sostenendo un processo interattivo di dialogo sociale; fornire informazioni relative alla qualità dell’attività dell’Istituzione scolastica per ampliare e migliorare le conoscenze e le possibilità di valutazione e di orientamento degli stakeholder.

In ambito scolastico l’approccio School Accountability, valuta gli apprendimenti degli studenti e il valore aggiunto della scuola attraverso la somministrazione di prove nazionali, mette in competizione le scuole nell’acquisizione delle risorse, restituisce le prove alla scuola ai fini di benchmarking. Il Bilancio sociale si caratterizza per l’individuazione della scuola come entità istituzionale autonoma, vista come bene comune, capace di realizzare un equilibrio tra missione educativa e disponibilità delle risorse.

Le fasi del processo in cui si articola  il Bilancio sociale sono:

  • assunzione di responsabilità rispetto alla mission educativa che la scuola si propone e la visione di sviluppo del sistema di azioni attraverso cui si intende realizzarla;
  • identificazione degli stakeholders strategici e dialogo permanente con gli stessi;
  • determinazione degli obiettivi e del sistema di indicatori;
  • azioni di miglioramento, che possono riguardare sia il cambiamento o ridimensionamento degli obiettivi e dei progetti iniziali, sia la riorganizzazione delle risorse;
  • preparazione, verifica e pubblicazione del report;
  • feedback degli stakeholders.

Attraverso la rendicontazione sociale la scuola si apre al territorio, con la possibilità di chiarire, spiegare, giustificare qualsiasi incomprensione che può nascere tra gli interlocutori sociali meno attenti e informati alle vicende della Istituzione scolastica. Di contro una scuola munita del sistema di cooperazione sociale quale è il bilancio sociale, può stimolare la ricchezza delle risorse e delle competenze presenti sul territorio, dalle famiglie agli altri organismi istituzionali, utilizzando nuove vie per creare valore pubblico. Purtroppo in numerosi casi, il processo di rendicontazione è interpretato o vissuto dalle Istituzioni come una semplice operazione di “comunicazione” priva di quelle valenze gestionali, strategiche e valoriali che ne rappresentano l’essenza e la spinta per superare l’autoreferenzialità.

Nella scuola è ancora carente la cultura di progetto, le potenzialità insite nel bilancio sociale non sono immediatamente percepibili e la pratica della rendicontazione sociale è abbastanza estranea alla forma mentis prevalente. Bisogna quindi, dare vita ad una campagna di sensibilizzazione che evidenzi l’importanza della rendicontazione sociale come ponte tra la scuola e il territorio, che coinvolga tutte le istituzioni che vedono in quest’azione un fattore di crescita civile ed economico ed una spinta per un futuro migliore dei nostri studenti.

 

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