Scuola 4 All

di Cristina Petraroli

    La nostra è un’identità terrestre e viviamo in una  “comunità di destino” ( Morin) dove l’effetto “Liebelei”, il battito d’ali di una farfalla in California può provocare un tsunami nel Giappone, ci fa  essere vicini in quel villaggio globale (Mc Luhan) in cui ormai viviamo. Naturalmente la scuola non è isolata da questo mondo complesso e deve fare i conti sia col “locale” immediato, gli stakeholder, sia con un insegnamento/apprendimento di largo respiro che Robertson chiama “glocalizzazione”. (Vito Piazza)

Il Dirigente scolastico deve pensare in grande e operare in piccolo. In questo primo e fondante numero, la Rivista “SCUOLA 4 ALL” vuole accompagnare il lettore ad avere una visione d’insieme dei numerosi e variegati compiti, funzioni e competenze del DS. Si parte da un profilo storico, giuridico, contrattuale del “direttore didattico, preside, dirigente scolastico” dalla sua istituzione (novembre 1903) alla Legge 107/2015( la cd. riforma della “Buona scuola”). Un sommario breve, ma completo, “a puntate” così come definito da Pietro Salvatore Reina nel suo articolo “Il ds: un timoniere sotto gli occhiali della storia”.

Dall’analisi emerge il seguente profilo : il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione scolastica, ne ha la  legale rappresentanza, ed è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati di servizio. Nel rispetto degli organi collegiali a lui spettano autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane per organizzare l’attività scolastica secondo criteri di efficienza ed efficacia formativa. Esercitando queste competenze il dirigente scolastico promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e per attivare la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio. Egli è garante dei diritti costituzionalmente tutelati che riguardano il diritto all’apprendimento degli alunni, la libertà d’insegnamento dei  docenti, la libertà di scelta educativa delle famiglie. Al DS spetta ancora l’adozione dei provvedimenti di concreta gestione del personale visto che è anche titolare delle relazioni sindacali. Per svolgere al meglio le sue funzioni può anche avvalersi di docenti da lui individuati a cui delegare specifici compiti ed è infine coadiuvato dal DSGA.  Le competenze e i compiti, sopra descritti, sono stati potenziati dalla Legge n. 107/2015 che, al c. 1, rievoca, dandone piena attuazione, l’Autonomia delle Istituzioni scolastiche. Il comma 78 della suddetta legge, continua la collaudata tradizione giurisdizionale novellandosi nelle norme sopra citate. Le novità più rilevanti sono introdotte, invece, dai commi 14, 79, 80 e 127 . Prima di entrare nel merito di queste importanti novità non poteva mancare una riflessione approfondita sull’influenza  che ha avuto l’Europa sulla politica di istruzione italiana e la conseguente normativa.

L’articolo “Una finestra sull’Europa” di Rosalia Rossi ha lo scopo di approfondire questo legame. Con il comma 14 il Dirigente definisce, per l’elaborazione del PTOF, gli indirizzi (prima determinati dal Consiglio d’Istituto) per l’organizzazione dell’attività didattica curricolare ed extracurricolare, per il potenziamento dell’offerta formativa, per le attività progettuali anche d’intesa con gli enti e le associazioni del territorio, per la formazione di tutto il personale docente e non. Tale attribuzione  è di notevole importanza poichè permette al DS di delineare in maniera significativa l’identità dell’Istituzione scolastica cui  è preposto.

Questa importante novità viene analizzata in modo puntuale e completo nell’articolo “L’atto di indirizzo del “nuovo” Dirigente Scolastico ” di Daniela Conte e nell’articolo di Nando Mascolo ”Il PNSD in una frase: àncora di salvezza in una scuola che cambia…”. Continuando nella stessa direzione,  con uno sguardo più critico, Mario Atria nell’ articolo “La chiamata diretta: da adempimento burocratico a risorsa per l’autonomia” tratta in particolar modo  i commi 79 e 80 che prevedono che dall’anno scolastico 2016/17, siano i Dirigenti a coprire i posti dell’organico dell’autonomia, prioritariamente posti comuni e di sostegno, proponendo incarichi triennali (quella che è stata diffusamente definita “chiamata diretta”) ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento. La proposta di incarico ai docenti viene formulata in coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa e sulla base del curriculum, delle esperienze e delle competenze professionali e anche di un colloquio. In questo modo i Dirigenti potranno individuare gli insegnanti più confacenti, in base alle loro competenze ed esperienze professionali, all’Offerta Formativa della Scuola. Quanto previsto dai prima citati commi può risultare determinante per migliorare la qualità e l’efficacia dell’Offerta Formativa, in quanto il D.S. ha concretamente la possibilità di mettere in relazione i bisogni formativi degli alunni con le competenze dei docenti, al fine di effettuare la scelta migliore.

A tal proposito l’articolo “Il leader educativo in funzione del successo formativo” di Rosaria Perillo entra nel merito della funzione del dirigente come “leader dell’apprendimento” promosso nel comma 29 .  Il comma 127 , attribuisce, infine, al Dirigente scolastico il compito di valorizzare il merito dei docenti di ruolo tramite l’assegnazione di una somma di denaro, retribuita dall’apposito fondo previsto dal comma 126. I criteri per individuare gli insegnanti più meritevoli vengono stabiliti dal novellato Comitato di valutazione (comma 129). Il comma 127, come quelli 79 e 80, va nella direzione di una scuola a guida manageriale, in cui è il dirigente a premiare i propri dipendenti.

Questo ruolo di guida è descritto in modo particolareggiato nell’articolo “Valorizzare le risorse: motore del successo” di Alfredo Lanzone. In questa “Vision” tutti gli aspetti sono correlati tra loro e il Dirigente scolastico e’ alla guida di una scuola che deve essere vista come un sistema, seppur a legami deboli (loose coupling) dove la gestione, la conduzione, la progettualità, le attività finanziarie e quant’altro sono legate in un tutt’uno in cui la somma è più dell’insieme delle parti.

 

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