L’atto di indirizzo del “nuovo” Dirigente Scolastico

di Daniela Conte

La Legge 107/2015 al comma 14 assegna al Dirigente scolastico la responsabilità di definire  al Collegio dei docenti gli indirizzi generali per la stesura o la revisione del PTOF, documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale della scuola, contenente la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa e organizzativa. Oggi il dirigente scolastico è l’unico dirigente della pubblica amministrazione a scegliere le attività da progettare e ad adottare le modalità di gestione ed amministrazione nei processi lavorativi.

Nella scuola dell’autonomia, posizionata tra servizio efficace e progetto culturale e di vita, il DS non può limitarsi alla sola gestione della vita interna dell’istituzione scolastica, ma deve avvalersi del contributo di tutti gli stakeholders del contesto territoriale onde rendere concreto e tangibile il successo formativo di ciascun allievo, risultato della singola vocazione personale, mixata ad un progetto professionale immediatamente spendibile nel mercato del lavoro locale e rinnovabile per l’intero arco della vita, secondo il Programma Lifelong Learning. Il DS indirizza le linee generali del PTOF, garantisce agli studenti la possibilità di scegliere un curriculum opzionale e provvede alla cura dei talenti (cc. 28 e 29). I docenti e gli allievi collaborano nella comunità scolastica verso l’unico grande obiettivo, la mission, ovvero il successo autorealizzativo per tutti e il conseguente innalzamento del livello culturale per i cittadini dell’intero paese.

Durante i primissimi mesi del nuovo anno scolastico (settembre-ottobre), il DS si consulta con gli attori portatori di interesse e, nel caso in cui diriga una scuola secondaria di secondo grado, si avvale anche del contributo dei membri del CTS (Comitato Tecnico Scientifico) e del CS (Comitato Scientifico), istituiti attraverso i DPR 87,88,89 del 2010 e composti da enti locali, associazioni professionali e stakedolders col precipuo fine di costruire una rete di sistema pubblico integrato basato sulla sussidiarietà, che riconosca in linea verticale il ruolo nella formazione dei soggetti politici rilevanti anche locali (Decreto Lgs. 112/1998), ma si traduca quotidianamente in autonomia organizzativa delle attività didattiche. Il Dirigente, tenendo in giusto conto la centralità della persona, analizzati i dati del RAV, rispettando gli obiettivi prefissati nel PDM (DPR. 80/2013),  sceglie per la propria istituzione scolastica parte dei traguardi indicati dall’Atto di indirizzo del MIUR ed in linea con le relative indicazioni del Direttore Scolastico Regionale di riferimento.

Il nuovo sistema-scuola integrato e aperto, costruito per garantire a tutti gli allievi il successo formativo, mira a conseguire una serie di obiettivi quali il raggiungimento del massimo titolo di studio, il diploma quinquennale, il conseguimento di elevati livelli di competenza certificati, il calo degli abbandoni scolastici e del fenomeno della dispersione, la realizzazione di pari opportunità tra studentesse e studenti, la riduzione delle diseguaglianze socio-culturali, l’ampia diffusione della didattica digitale, l’inclusione degli alunni diversamente abili e con bisogni educativi speciali.  Insomma, la vera mission della scuola italiana dell’autonomia è garantire al paese e all’Europa intera, crescita intelligente, sostenibile, inclusiva (Europa Education and Training 2020).

Il DS orienta l’organico della scuola, al fabbisogno di posti comuni, di sostegno e di potenziamento dei docenti ed al relativo Piano di formazione (c. 57) utilizzando per loro le opportunità offerte dalle reti di ambito e di scopo (cc. 70-72 e 74) e potenziando l’utilizzo di attrezzature e infrastrutture adeguate come previsto dal PNSD (c. 57), garantendo agli insegnanti formazione continua e permanente.

Questo modello di scuola pluralista viene completato, nella secondaria di secondo grado, dalla Alternanza scuola-lavoro quale metodologia tesa al miglioramento dell’occupabilità degli allievi diplomati, alla certificazione delle competenze formali, non formali e informali (Decreto Lgs. 13/2013), alla inclusione nel lavoro degli allievi svantaggiati nel rispetto della tutela del lavoratore (Decreto Lgs. 81/2008).

L’accountability, quale responsabilità incondizionata in capo al dirigente scolastico dei risultati conseguiti dalla scuola sulla base delle capacità, abilità ed etiche, richiedente il giudizio del buon padre di famiglia e la sua elevata capacità decisionale, si realizza essenzialmente nel relazionarsi con gli attori portatori di interesse sia interni che esterni alla scuola, nel comunicare con trasparenza la performance definita mediante un accurato ed adeguato piano della comunicazione, nel coinvolgere gli stakeholders nella definizione degli standard, ottenendo contemporaneamente senso e consenso.

Le scelte propositive e le strategie condivise con gli attori della comunità di apprendimento, dimostrano che la leadership costruttivista promuove fiducia, reciprocità e cooperazione autentica, costruisce alleanze sociali, soddisfa pienamente le aspettative della comunità scolastica e dell’intera comunità di pratica, valorizza le componenti di autonomia, di efficacia e di efficienza, frutto della gestione unitaria da parte del Dirigente dell’intera istituzione scolastica, in sinergia con l’obiettivo 4 fissato nell’Agenda europea 2030, volto a fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, dunque una reale opportunità di apprendimento per tutti.

In sintesi il nuovo dirigente scolastico diventato leader trasforma gli stakeholders in shareholders e crea capitale umano composto da conoscenze, competenze, abilità, emozioni funzionali e strumentali nel generare obiettivi sociali ed economici, sia a vantaggio del singolo che dell’intera collettività.

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